Il TAR di Trento salva ancora una volta gli orsi, un’altra sconfitta per Fugatti
Sospese le ordinanze di uccisione di JJ4 e MJ5. Gli animalisti: sorpresi della decisione di rimandare alla Corte di Giustizia europea
[20 Dicembre 2023]
La Lega per l’Abolizione della Caccia -LAC, che ha proposto i ricorsi contro le ordinanze della Provincia di Trento contro gli abbattimenti degli orsi JJ4 e MJ5 esulta per la nuove decisione del TAr di Trento sfavorevole alla Provincia: «Le ordinanze del Tar chiariscono che bisogna sempre considerare una gradualità e proporzionalità tra le varie misure in base alla Direttiva Habitat, oltre all’abbattimento, ad esempio, ci sono anche altre misure alternative: la cattura con il rilascio allo scopo di radiomarcaggio e spostamento, la cattura per la captivazione permanente, misure interdittive dell’area ecc. e queste misure non sono state preventivamente considerate dalla Provincia di Trento».
Il TAR ha ritenuto necessario acquisire l’interpretazione della Corte di giustizia dell’U rispetto alla Direttiva Habitat e all’applicazione delle deroghe previste. La Lac ricorda che <L’articolo 6 della Convenzione di Berna del 16 settembre 1979, stabilisce il dovere di assumere ogni iniziativa appropriata e necessaria per assicurare la protezione della fauna selvatica e proprio in base a questo articolo, l’Unione Europea ha approvato la Direttiva habitat la quale dedica l’articolo 12 il regime di rigorosa tutela delle specie protette, l’orso bruno compreso, e l’articolo 16 alle possibili deroghe ai divieti medesimi. La Provincia di Trento, come autorità che decide la deroga, ha l’onere della prova dell’esistenza di soluzioni alternative e delle condizioni richieste per ciascuna deroga». Infatti, il Consiglio di Stato aveva ti ritenuto il decreto della provincia di Trento, (n.10 /2023) nella parte in cui dispone l’abbattimento dell’orsa «Sproporzionato e non coerente con le normative sovranazionali e nazionali che impongono l’adeguata valutazione di misure intermedie».
La LAC evidenzia che «La tutela della biodiversità mediante la conservazione della fauna selvatica, come orsi e lupi, è di interesse comunitario, occorre quindi trovare soluzioni reali e condivise per la coesistenza uomo-orso in Trentino» e annuncia che continuerà nella sua battaglia poiché «Il tema dell’orso continua ad essere “gestito” più sul piano politico e demagogico che non su quello tecnico-scientifico e le responsabilità da parte della Provincia di Trento sono evidenziabili anche approfondendo la lettura del PACOBACE (Piano di Conservazione Interregionale dell’Orso Bruno sulle Alpi Centro-Orientali) che prevedevano azioni di prevenzione, comunicazione ed informazione che in buona parte risultano inattuati».
Anche Enpa, Leidaa e Oipa scrivono in una nota congiunta: «Se da una parte siamo soddisfatti che le conclusioni del TAR di Trento sul nostro ricorso permettano la sospensione dell’uccisione degli orsi JJ4 e MJ5, dall’altra ci sorprende la decisione assunta del Tribunale Amministrativo di rimettere alla Corte di Giustizia Europea gli atti relativi agli orsi JJ4 e MJ5. Ci sorprende in quanto sia i fatti che le norme erano molto chiari. L’articolo 16 della Direttiva Habitat, infatti, afferma che occorre adottare soluzioni valide, se disponibili, rispetto all’uccisione degli animali, quella uccisione che il Consiglio di Stato ha ripetutamente definito- intervenendo nei giudizi sui grandi carnivori- come atto irreparabile, dunque irreversibile. Il Consiglio di Stato, lo ricordiamo, era intervenuto sulle vicende concedendo la sospensiva da noi richiesta rispetto a decisioni, appunto, irreparabili. Ma anche i fatti erano a nostro parere, molto chiari: MJ5 era stato sorpreso alle spalle, in un luogo isolato, di mattina molto presto, da un uomo accompagnato da un cane; quest’ultimo fattore sempre causa di grande stress per gli orsi e in generale per gli animali selvatici. Così nella vicenda di JJ4, con la tragica morte del giovane runner Andrea Papi: l’orsa, accompagnata dai suoi cuccioli, si trovava in un luogo parimenti isolato e in una curva cieca».
Enpa. Leidaa e Oipa concludono: «Abbiamo sempre ritenuto che non ci fossero quindi le condizioni per procedere né all’uccisione né alla cattura dei due orsi. Per quanto riguarda la detenzione di Jj4, che si trova nella struttura del Casteller e su cui qualche tempo fa la Cites aveva espresso un parere di incompatibilità con le esigenze etologiche dell’animale, riteniamo che debba essere destinato a una struttura più adatta, che assicuri condizioni di vita consone alle sue esigenze etologiche».