Il trattato Onu sugli oceani è stato ratificato solo da Cile e Palau

Greenpeace: «L’Italia acceleri la ratifica per proteggere il Mediterraneo»

[4 Marzo 2024]

Greenpeace denuncia che «A un anno di distanza dallo storico accordo delle Nazioni Unite per la protezione degli oceani, soltanto due Paesi lo hanno ratificato: si tratta di un grave ritardo perché per entrare in vigore il Trattato deve essere ratificato da almeno 60 degli 87 Paesi firmatari».

Il Trattato Onu sugli Oceani è considerato l’accordo ambientale multilaterale più rilevante dopo l’Accordo di Parigi sul clima del 2015. Una volta ratificato ed entrato in vigore, il Trattato contribuirà notevolmente a migliorare la salute e la resilienza degli oceani.

Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace Italia, ricorda che «Questo trattato è una vittoria per la vita degli oceani, ma ora tutti i Paesi che l’hanno sottoscritto, Italia inclusa, devono procedere con urgenza alla ratifica e iniziare a creare una rete efficace di santuari marini anche nelle loro acque territoriali e Zone economiche esclusive. Finora solo il Cile e Palau hanno ratificato il Trattato. Questi Paesi hanno inviato un segnale forte al mondo intero, sostenendo le politiche per proteggere gli oceani e la vita che li abita. Ci auguriamo che l’Italia segua subito il buon esempio con una rapida ratifica per creare una rete efficace di aree marine anche nel Mediterraneo».

L’Italia, come tutti gli Stati membri dell’Unione europea, si è impegnata a ratificare il Trattato prima della conferenza Onu sugli oceani che si terrà a Nizza nel giugno 2025. Greenpeace Italia ha lanciato una petizione per chiedere al governo Meloni di ratificarlo rapidamente per consentire la creazione di nuovi santuari marini nel Mediterraneo edc evidenzia che «Nelle aree di alto mare sono presenti milioni di specie e molti habitat differenti, ma meno dell’1% è efficacemente protetto. Sono aree in cui la pesca industriale, l’inquinamento e l’industria emergente dell’estrazione mineraria in profondità, il cosiddetto Deep Sea Mining, rappresentano gravi minacce. Per proteggere il 30% degli oceani entro il 2030, dobbiamo proteggere oltre 11 milioni di chilometri quadrati di oceano in più ogni anno».

Nei giorni scorsi la nave di Greenpeace “Arctic Sunrise” ha intrapreso una spedizione di 6 settimane alle isole Galapagos, per documentare gli effetti positivi della protezione marina e sostenere la ratifica del Trattato Onu sugli oceani.