Imparare a coltivare i super funghi dalle termiti
Le termiti coltivano e mangiano da 30 milioni di anni un fungo che ha più proteine del pollo, della soia e del mais, ma che noi non riusciamo a coltivare
[9 Dicembre 2022]
Le termiti sono molto di più che parassiti, come vengono di solito considerate dagli esseri umani. Da 30 milioni di anni, in Africa e in Asia le termiti sono coltivatrici specializzate di funghi e, cosa abbastanza unica in natura, li coltivano solo per il cibo e, attraverso l’evoluzione, hanno ottimizzato i loro funghi per farli diventare una fonte di cibo ideale.
Michael Poulsen, del Dipartimento di biologia della Københavns Universitet, ricorda che «In generale, i funghi sono una buona fonte di proteine e abbiamo bisogno di alternative proteiche sostenibili alla carne. Tuttavia, oggi sul mercato sono relativamente pochi i tipi di funghi commestibili, con quelli coltivati principalmente perché sono facili da coltivare, non a causa del loro valore nutrizionale e salutare. Qui abbiamo un fungo che è già stato ottimizzato naturalmente per essere una fonte di cibo ideale per gli animali, il che significa che è anche ricco di qualità come fonte di cibo per l’uomo».
Per questo, grazie a una sovvenzione del Danmarks Frie Forskningsfond, un team di scienziati danesi guidato da Poulsen si sta mettendo al lavoro per scoprire come fare – e cosa serve – a produrre i funghi Termitomyces come fonte di cibo per l’uomo senza l’intervento delle termiti.
All’università di Copenhagen spiegano che «I funghi termitomyces vivono in una relazione simbiotica con i loro ospiti, le termiti. In breve, le termiti raccolgono e poi sgranocchiano materiali vegetali morti come foglie, legno ed erba, che passano attraverso il loro intestino in uno stato semi-digerito prima di essere espulsi nel termitaio. Lì, in camere appositamente progettate con temperatura e umidità attentamente regolate, le termiti si prendono cura delle loro fattorie fungine. Mentre le termiti spargono le loro feci sul fungo, il materiale vegetale viene scomposto, permettendo al fungo di crescere. Infine, le termiti consumano il fungo come unica fonte di cibo».
Ma questi funghi non si limitano a nutrire le termiti: una volta all’anno dal termitaio spuntano grossi funghi che vengono raccolti e venduti come una prelibatezza costosa nei mercati cinesi e nelle aree rurali del sud-est asiatico e dell’Africa, dove sono un’importante fonte di cibo. Il che, come spiega Poulsen, ha senso: «Questi funghi contengono più proteine del pollo e di piante come soia, mais e piselli, hanno una migliore composizione di aminoacidi e contengono anche un’ampia gamma di vitamine sane. Dal punto di vista nutrizionale, sono di fascia alta e hanno anche un buon sapore. Ma per ora, poiché non possono ancora essere coltivati in assenza delle termiti ospiti, la loro disponibilità come fonte di cibo per l’uomo è limitata».
Il progetto di ricerca si svilupperà lungo due percorsi:«Per ora, possiamo coltivare micelio fungino su piccola scala, ma senza funghi. Vedremo se riusciremo ad aumentare la produzione fino a renderla redditizia. L’idea è di coltivare i funghi sui substrati vegetali di scarto – spiega ancora Poulsen -. In Danimarca questi potrebbero essere trucioli di legno o paglia che altrimenti verrebbero bruciati. Qui, potremmo essere in grado di convertire parte di questo materiale in biomassa fungina, per il consumo umano o animale-agricolo».
Allo stesso tempo, i ricercatori studieranno cosa è necessario per stimolare la crescita dei super-funghi e Poulsen evidenzia che «L’altro percorso che intraprenderemo è quello di comprendere i processi naturali coinvolti quando questi funghi emergono. Cercheremo di ricreare le stesse condizioni presenti in una colonia di termiti – per quanto riguarda temperatura, umidità, CO2, composizione della biomassa vegetale, ecc. Allo stesso tempo, esamineremo quali geni sono espressi nei funghi mentre i funghi vengono prodotti. Se riusciamo a comprendere meglio la loro biologia, saremo meglio attrezzati per imitare le condizioni necessarie ai funghi in laboratorio».
Poulsen conclude sottolineando che «La produzione di funghi Termitomyces avrebbe innanzitutto un alto valore di mercato come fonte proteica alternativa. Inoltre, la produzione su larga scala potrebbe avere un impatto positivo sulle economie locali nelle parti del mondo in cui questi funghi crescono già naturalmente, ma dove la loro raccolta è limitata alle colonie di termiti».