In Abruzzo corteo per l’orsa Amarena. In Trentino nuova ordinanza per uccidere l’orsa F36, ma il Tar la sospende
Animalisti e ambientalisti: ci sono già progetti per favorire la convivenza con gli orsi
[11 Settembre 2023]
Duemila persone hanno risposto ieri all’appello di associazioni animaliste e ambientaliste e hanno percorso le strade del comune di Pescina, in provincia de L’Aquila, dove tante volte l’orsa Amarena era passata. Il Wwf evidenzia che «Tante persone provenienti dall’Abruzzo e non solo hanno marciato in maniera pacifica e rispettosa, ma determinate a chiedere giustizia per Amarena, un impegno straordinario per la tutela dei suoi due cuccioli e una maggiore difesa della fauna italiana anche attraverso un inasprimento delle pene per chi si macchia di questi crimini di natura. Il messaggio che arriva dalla mobilitazione di Pescina è chiaro: garantire la conservazione dell’orso bruno marsicano che oggi è una delle principali emergenze naturalistiche del nostro Paese deve essere una priorità. Così come deve essere in cima all’agenda difendere la biodiversità italiana dai mille rischi e dalle aggressioni a cui disinformazione, cattiva gestione, fake news la stanno esponendo».
Il Panda Italiano però denuncia che «Ancora oggi l’elenco di buone pratiche e azioni indicate dal Piano di Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano (PATOM) e dagli esperti per garantire un futuro a questa popolazione rimane prevalentemente sulla carta. Il drammatico episodio che ha portato all’uccisione di Amarena è diretta conseguenza da una parte di un clima politico che tende a indicare nella biodiversità un nemico disegnando un pericolosissimo bersaglio su specie protette fondamentali per il nostro capitale naturale, dall’altra dei limiti delle azioni di conservazione e controllo del territorio anche fuori dalle aree protette».
Il Wwf ricorda che «Con l’uccisione di Amarena abbiamo perso una delle femmine più prolifiche della storia recente della popolazione di orso marsicano e dobbiamo fare il possibile per garantire almeno la sopravvivenza in natura dei suoi due cuccioli, sui quali oggi è molto elevata l’attenzione mediatica. Del monitoraggio dei due cuccioli si sta occupando il personale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e i Carabinieri Forestali. Le scelte gestionali in casi simili non sono semplici e la strategia può cambiare di giorno in giorno. I cuccioli d’orso di 7-8 mesi d’età non sono ancora completamente autosufficienti (mediamente restano con la madre un anno e mezzo circa), ma i comportamenti osservati negli ultimi giorni, il loro spostamento in aree più tranquille e il fatto che si stiano alimentando autonomamente fanno sperare in una loro possibilità di sopravvivenza in natura. Per questo condividiamo con il Parco la scelta di lasciarli liberi perché l’obiettivo deve essere di garantire loro un futuro in natura, ma è necessario un impegno eccezionale da parte di tutte le istituzioni per un monitoraggio attento e intensivo, intervenendo tempestivamente, se necessario. I due cuccioli di Amarena rappresentano infatti una delle speranze più concrete per la conservazione di questa popolazione unica nel prossimo futuro. Per raggiungere l’obiettivo è fondamentale il contributo genetico di ogni individuo: per questo garantire la sopravvivenza in natura di questi cuccioli sarebbe un successo che aumenterebbe anche le probabilità di salvezza per l’intera residua popolazione di orso marsicano».
Secondo il presidente del Wwf Italia Luciano Di Tizio, «Il drammatico atto di bracconaggio contro l’orsa Amarena è anche conseguenza di un’azione sistematica di disinformazione che riguarda la convivenza tra uomo e grandi carnivori e più in generale tra uomo e natura Oltre a chiedere pene più dure per chi si macchia di crimini contro la natura, è necessario individuare le responsabilità di chi, quotidianamente, in settori del mondo politico, venatorio e agricolo, alimenta sentimenti di paura, giustificando o addirittura istigando all’uso del fucile come unica soluzione. Questo sta accadendo ancora una volta in Trentino, dove il presidente Fugatti ha irresponsabilmente condannato a morte l’orsa già radiocollarata F36, firmando un decreto di abbattimento contro cui abbiamo presentato ricorso insieme alle altre associazioni. Oggi siamo a Pescina per ricordare Amarena, simbolo della nostra natura, ma anche per reagire e ribadire la necessità di tutelare il nostro straordinario patrimonio di biodiversità».
Di Tizio si riferisce al ricorso congiunto al Tar di Trento contro la condanna a morte dell’orsa F36 firmata dal presidente della Provincia autonoma di Trento, il leghista Maurizio Fugatti.
Di Tizio si riferisce al ricorso congiunto al Tar di Trento contro la condanna a morte dell’orsa F36 firmata dal presidente della Provincia autonoma di Trento, il leghista Maurizio Fugatti, ricorso di Leal Odv accolto dal Tar di Trento che ha sospeso l’ordinanza di abbattimento di Fugatti. La trattazione dell’incidente cautelare in camera di consiglio è fissata per il prossimo 12 ottobre.
Il TAR ha anche disposto la cattura dell’esemplare e la custodia presso il centro faunistico di Casteller che però animalisti e ambientalisti considerano una specier di lager.
Il Tar rileva che L’unica cautela ragionevolmente praticabile, allo stato, è quella di consentire la cattura di F36 senza procedere al suo abbattimento ma provvedendo a rinchiudere l’animale nella struttura del Casteller». Inoltre, la Provincia di Trento deve depositare 10 dieci giorni copia del parere dell’Ispra sull’esemplare e del rapporto tecnico “La popolazione degli orsi in Trentino: analisi demografica a supporto della valutazione delle possibili opzioni gestionali”.
L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) sottolinea come, «A fronte della politica di repressione della Provincia autonoma di Trento nei confronti dei grandi carnivori, al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è in atto un progetto finanziato dall’Unione europea, denominato Life Bear-Smart Corridors, che mira a favorire l’espansione della popolazione di orso bruno marsicano nell’Italia centrale attraverso lo sviluppo di “corridoi di coesistenza”, dove le comunità locali potranno imparare a vivere in armonia con questa preziosa specie».
Oipa spiega che «LIFE Bear-Smart Corridors, promosso da Rewilding Apennines Ets, si pone come obiettivo il miglioramento delle condizioni degli orsi marsicani nei corridoi di dispersione critici. Questi corridoi collegheranno i parchi nazionali e permetterà agli orsi di espandere il loro raggio d’azione verso nuove aree. Attraverso i “corridoi di coesistenza” le comunità locali impareranno a vivere accanto ai plantigradi».
In questi territori sarà adottato il modello Bear Smart Community, o Comunità a misura d’orso, che incoraggia la cooperazione tra le comunità locali, le aziende e gli individui per prevenire i conflitti tra gli orsi e gli esseri umani e per favorire la pacifica convivenza nei territori vitali per entrambi. Si punta da una parte a rimuovere qualsiasi fonte d’attrazione degli orsi nelle aree urbane, dall’altra a sostenere le imprese “basate sulla natura” nelle aree dei corridoi e nelle loro vicinanze così aumentando, tra i residenti e i turisti, la consapevolezza di come sia possibile la coesistenza con questi magnifici animali.
Oipa conclude: «Il Trentino prenda esempio e difenda la biodiversità, come suo dovere».