In Australia riscoperto il drago estinto da più di 50 anni

La politica cerca di prendersi il merito. Gli scienziati, bisogna fare molto di più, subito e trovare le risorse

[29 Giugno 2023]

Sono stati addirittura i governi laburisti di federale di Anthony Albanese e di Daniel Andrews del Victoria ad annunciare con un comunicato congiunto «La storica scoperta diuna popolazione di draghi senza orecchie nelle praterie vittoriane, che fornisce una rinnovata speranza per la specie in pericolo di estinzione avvistata  l’ultima volta nel 1969».

Come spiegano su The Conversation Brendan Wintle della School of ecosystem and forest Science dell’università di Melbourne e Sarah Bekessy dell’Interdisciplinary Conservation Science Research Group della RMIT University, «Il drago senza orecchie delle praterie vittoriane (Tympanocryptis pinguicolla), non era stato più avvistato dal 1969, è stato trovato nelle praterie a ovest di Melbourne. Però, non bisogna temere questo drago, però; queste lucertole, quando sono completamente sviluppate, sono lunghe solo 15 cm. Il drago è il rettile squamoso più in pericolo d’Australia. Questa è una straordinaria seconda possibilità. La riscoperta di una specie ritenuta estinta ispira la speranza di trovare altri tesori perduti come la tigre della Tasmania. Ma la riscoperta avviene solo perché una specie è diventata così rara da sfuggire anche agli esperti che sanno meglio dove cercare».

Il drago senza orecchie delle praterie vittoriane è elencato come in pericolo di estinzione ai sensi del Victorian Flora and Fauna Guarantee Act 1988 e del Commonwealth Environment Protection and Biodiversity Conservation Act 1999 e il comunicato governativo ricorda che «Il loro numero è diminuito a causa della perdita dell’habitat e di predatori come volpi e gatti rinselvatichiti. Per proteggere l’habitat e la specie, non è possibile rivelare l’ubicazione della popolazione ritrovata, ma sono in corso sondaggi presso il sito di riscoperta per comprendere meglio le dimensioni della popolazione» e i due governi federale e provinciale e Zoos Victoria stanno redigendo un  piano per assicurare il recupero della specie: «I governi Albanese e Andrews stanno investendo 188.000 dollari per un nuovo progetto che sperimenta l’uso di cani da rilevamento appositamente addestrati per fiutare più popolazioni del drago per aiutare a informare il livello di conservazione richiesto. Zoos Victoria sta inoltre istituendo un programma di allevamento per la conservazione per garantire che la specie non venga persa di nuovo».

Il governo federale di Albanese sta realizzando il più grande investimento mai realizzato per l’ambiente australiano, inclusi 1,2 miliardi di dollari per la Grande Barriera Corallina, 224,5 milioni di dollari per il Programma per il salvataggio delle specie native, 262,3 milioni di dollari in più per i parchi nazionali, 200 milioni di dollari per migliorare fiumi e bacini urbani e 440 milioni di dollari, attraverso il Natural Heritage Trust. per conservare le specie e gli ecosistemi minacciati.

Con l’iniziativa Biodiversity 2037 e un investimento record di 582 milioni di dollari dal 2014, il governo del Victoria sta investendo più che mai nella biodiversità e nell’ambiente,  compresi il programma BushBank da 77 milioni di dollari che ripristinerà gli ambienti naturali e gli habitat in tutto il Victoria attraverso la piantumazione di milioni di piante e alberi autoctoni e più di 10,6 milioni di dollari per sostenere progetti di conservazione per 22 delle specie simbolo del Victoria attraverso i programmi Icon Species e Faunal Emblem.

Dp opo l’annuncio della ricomparsa del  drago “estinto”, la ministra dell’ambiente e dell’acqua del Commonwealth Australia, Tanya Plibersek, ha detto «Vogliamo proteggere le nostre preziose creature per i nostri figli e nipoti. E’ una notizia così entusiasmante che il drago senza orecchie delle praterie vittoriane sia stato riscoperto. E’un promemoria del motivo per cui è così importante investire nel ripristino dell’habitat e nell’eradicazione di specie selvatiche come gatti e volpi. Per supportare al meglio il recupero del drago senza orecchie delle praterie vittoriane, dobbiamo sapere dove si trovano. I cani da rilevamento sono un modo efficace e non invasivo per trovare questa lucertola altamente criptica e in pericolo di estinzione in natura. Sono così felice di annunciare che il governo federale laburista sta investendo  98.000 dollari per questo progetto per trovare popolazioni dei rari draghi»

Per la ministra dell’ambiente del Victoria, Ingrid Stitt¸«Questa è una scoperta straordinaria e ci offre l’opportunità di recuperare una specie che una volta si pensava perduta per il nostro Stato e per il mondo! Con l’aiuto dei nostri partner continueremo a combattere l’estinzione di questa specie in grave pericolo di estinzione, assicurandoci che le generazioni future possano vedere e conoscere questa lucertola incredibilmente unica. Continueremo a lavorare sodo per proteggere le creature più vulnerabili del Victoria e garantire il loro futuro per le generazioni a venirez.

La CEO di Zoos Victoria, Jenny Gray, ha aggiunto: «La straordinaria riscoperta di questa lucertola criptica e in pericolo di estinzione ispira ottimismo per il recupero di questa specie vittoriana, e Zoos Victoria è orgogliosa di prestare anni di esperienza affinata attraverso il programma di recupero dell’allevamento allo zoo di Melbourne per i draghi di Canberra».

Ma Wintle e la  Bekessy fanno notare che per salvare dall’estinzione il piccolo drago ritrovato  devono essere fatte rapidamente tre cose: « 1. terapia intensiva: creare una popolazione riproduttiva per la conservazione, gestire la sua restante diversità genetica e allevare un numero sufficiente di individui per farli tornare allo stato selvatico; 2. all’interno dell’areale della specie, proteggere habitat di  dimensioni, qualità e quantità necessarie per sostenere popolazioni autosufficienti; 3. ripristinare e gestire questi habitat, ridurre le minacce, reintrodurre i draghi e monitorare i risultati per garantire la vitalità a lungo termine della specie».

Per i due scienziati il primo passo consiste nell’«Istituire una struttura di allevamento di conservazione a clima controllato e priva di malattie, gestita dai medici e dalle infermiere della terapia intensiva della conservazione. E’ una tragedia che l’unica opzione sia quella di prelevare gli ultimi individui di una specie dalla natura per garantirne il futuro. Una volta presa questa decisione, è essenziale che ricevano la migliore assistenza possibile. Fortunatamente, Melbourne ha esperti che sanno come costruire e gestire tali strutture, reintrodurre le specie in natura e monitorarne il recupero. In questo modo, negli ultimi dieci anni, Zoos Victoria e i suoi collaboratori hanno evitato l’estinzione dell’opossum pigmeo di montagna, dell’opossum di Leadbeater di pianura, dei mangiatori di miele con l’elmo, della rana Baw Baw, della rana corroboree meridionale e della raganella maculata. Questo lavoro comporta la creazione, la manutenzione e il personale di tale struttura, nonché indagini per individuare e spostare gli individui riproduttivi in cattività. Sulla base dell’esperienza con le rane in via di estinzione , oltre ai costi aggiuntivi dei recinti all’aperto, il costo sarà di circa 2 milioni di dollari australiani nei prossimi 5 anni».

I due ricercatori sottolineano che «Il semplice mantenimento in vita di una specie negli zoo non è conservazione. Per recuperare una specie, è necessario stabilire popolazioni selvatiche autosufficienti». È qui contano molto la complessità, l’incertezza e i fattori economici.

Wintle e la  Bekessy  evidenziano che «Il drago è stato trovato solo nell’ecosistema in pericolo di estinzione noto come praterie delle pianure di basalto. L’agricoltura e lo sviluppo urbanistico hanno ridotto queste praterie a meno del 3% della loro estensione pre-colonizzazione europea. La maggior parte quel  che rimane è su un terreno privato. Il destino a lungo termine del drago dipende dalla gestione del sito in cui è stato trovato e di tutte le aree nelle vicinanze in cui vivono i draghi. Abbiamo anche bisogno di nuove sostanziose aree di praterie pianeggianti adatte come riserve di conservazione, dove gli animali allevati in cattività possono essere rilasciati. La ricerca ci dice che abbiamo bisogno di almeno 6 popolazioni indipendenti e autosufficienti affinché il drago abbia una possibilità di persistere per almeno i prossimi 50 anni. Anche se ben gestite, alcune popolazioni andranno occasionalmente perdute a causa di malattie, predazione, incendi o altri eventi fortuiti.Gli individui dovranno essere rilasciati nuovamente in quelle aree una volta che le aree si saranno riprese e potranno nuovamente sostenere la specie. Nell’epoca pre-europea, gli animali potevano migrare naturalmente in quesi luoghi. Oggi gli habitat sono troppo frammentati perché ciò accada».

Infatti, le praterie delle pianure di basalto continuano a diminuire a causa del disboscamento legale e illegale, dell’uso di fertilizzanti che favoriscono le  erbe esotiche, dell’invasione di erbe infestanti, della rimozione delle rocce, del  pascolo intensivo e della fine dei fuochi “freddi”, piccoli incendi controllati a bassa intensità utilizzati storicamente dagli aborigeni.

E Wintle e la  Bekessy  sferrano un durissimo attacco ai politici che si sono subito attribuiti il marito della riscoperta del Tympanocryptis pinguicolla: «A peggiorare le cose, negli ultimi 10 anni il governo del Victoria  ha infranto la sua promessa di riservare vaste aree di praterie delle pianure occidentali come riserve di conservazione. La protezione di nuove aree di conservazione sarà costosa, date le richieste concorrenti di questa terra. Tuttavia, il governo ha ricevuto pagamenti compensativi dagli speculatori quando distruggono (legalmente) le praterie per costruire case. È tempo di utilizzare quei fondi per creare le riserve di cui il drago e altre specie delle praterie in via di estinzione hanno bisogno per sopravvivere. Stimiamo che la messa in sicurezza di 6 praterie di alta qualità di almeno 100 ettari ciascuna costerà almeno 30 milioni di dollari. Queste riserve avranno bisogno di una gestione attenta e attiva. In assenza di frequenti incendi freddi, e in presenza di erbe infestanti invasive e parassiti animali, queste aree perderanno le specie vegetali che le rendono speciali e belle. Erbacce, gatti, volpi, cani e conigli creano un habitat inadatto ai draghi. Molte di queste praterie sono così degradate da necessitare di molti lavori di ripristino, partendo quasi dal suolo nudo. Il controllo delle infestanti e la gestione degli incendi per mantenere sei riserve di 100 ettari come habitat adatto per i draghi costeranno circa 2,4 milioni di dollari all’anno. Queste riserve naturalmente ospiterebbero molti più animali e piante delle praterie, comprese altre specie in via di estinzione come il dunnart dalla coda grassa. Non possiamo essere sicuri dei costi esatti per l’acquisto, il ripristino e la gestione delle praterie. Le nostre stime presuppongono, ad esempio, che i siti contengano la maggior parte delle specie di piante prative. Se le aree venissero ripristinate dal suolo nudo, i costi decennali di ripristino e gestione sarebbero più che raddoppiati. Altre incertezze includono i prezzi dei terreni, i costi del controllo delle erbe infestanti e dei parassiti e la gestione degli incendi e la possibile necessità di aiutare le popolazioni di insetti a stabilirsi come fonte sostenibile di cibo per draghi».

I due ricercatori concludono: «E’ probabile che l’intero programma costerà circa 56 milioni di dollari in 10’ anni. Più della metà del costo comporta l’acquisto di terreni molto ricercati. Se questo vi sembra un sacco di soldi, considerate che gli australiani spendono oltre 30 miliardi di dollaro all’anno per la cura degli animali domestici. Solo la GST (imposta sui beni e i servizi, ndr) su quella spesa (3 miliardi di dollari) coprirebbe il costo annuale della conservazione della maggior parte delle nostre circa 1.900 specie in via di estinzione (la maggior parte non ha il sapore costoso del drago per il settore immobiliare). Come nazione, possiamo permetterci di salvare il drago e la maggior parte dei suoi amici in via di estinzione , come richiesto dalla legge».