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In Toscana ora si discute anche di aree protette
[29 Luglio 2014]
Dopo due legislature come ha sottolineato l’assessora Annarita Bramerini (Nella foto) la nuova legge regionale sui parchi è prossima a tagliare il traguardo. Che avvenga mentre la legge Marson è anch’essa giunta ad un passaggio pressochè definitivo rende il confronto più interessante e significativo. Intanto perché sulla scena torneranno finalmente anche le aree protette rimaste finora sullo sfondo e non solo nel caso delle Apuane. E poi perché a differenza di altre regioni in Toscana si tornerà a discuterne per il verso giusto e non per pasticciare le cose come in Piemonte e altrove.
Così c’è da augurarsi e da sperare che si ricomponga anche quel contesto in cui tutti i parchi e aree protette nazionali, regionali e locali mai così sbrindellato possano tornare a giocare il ruolo che gli spetta. Un ruolo penalizzato e mortificato oltre che dai gravi ritardi e errori ministeriali dalla latitanza di quasi tutte le regioni.
Veniamo quindi alla nuova legge toscana.
In ragione dei nuovi assetti istituzionali a cominciare dal ruolo cambiato e ‘affondato’ delle province sia i parchi provinciali che le ANPIL che avrebbero dovuto sulla base delle ipotesi inziali passare anch’esse alle province saranno aggregate diversamente. Si cercherà infatti di non frammentare ulteriormente le cose. Anche il piano ambientale del parco sarà unificato con quello socio-economico. Resta da risolvere e non soltanto in Toscana e non solo per i parchi regionali la questione del paesaggio che –è bene ricordarlo- è stato sottratto ai parchi nonostante quanto stabilito dalla legge quadro 394.
Gli effetti perversi di questa inopinata decisione li abbiamo verificati proprio nel caso delle Apuane dove nessuno ha parlato del piano del parco ma solo del piano paesaggistico.
Che anche in Toscana urga tornare ad una riflessione ‘regionale’ in grado cioè di rimettere a fuoco realtà che da troppo tempo aspettano risposte chiare e definitive dalla Val di Cornia all’Elba, dalla Val di Magra all’Appennino Tosca-Emiliano, dal Padule di Fucecchio al Casentino è sempre più evidente. E sarebbe bene farlo non ognuno per conto suo.