Incendi, Ispra: nel 2021 in Italia bruciati il triplo degli ettari del 2020
La Sicilia regione più bruciata, il maggior impatto in Calabria, l'incendio più vasto in Sardegna
[1 Luglio 2022]
Secondo quanto emerge dall’attività di osservazione ed elaborazione dati condotto dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), «In Italia il 40-50% del territorio colpito da incendio è costituito da foreste. Considerando che circa 1/3 del territorio nazionale è ricoperto da foreste (circa 8 milioni e mezzo di ettari), dal 1 gennaio al 31 dicembre 2021 risulta bruciata complessivamente una superfice pari allo 0,5% del territorio Italiano (corrispondente al Lago di Garda). Tra le coperture arboree, la categoria più colpita è quella delle latifoglie sempreverdi (macchia mediterranea) per il 56%, seguono le classi di latifoglie decidue (come le querce) 25% e le classi di aghifoglie sempreverdi, come i pini mediterranei, 19%».
Lo strumento di analisi dell’Ispra fornisce tempestivamente informazioni sugli effetti sugli ecosistemi naturali degli incendi avvenuti in un anno e contribuisce a programmare in futuro interventi attivi di contrasto agli incendi boschivi e a progettazione di ripristini ambientali.
L’Ispra evidenzia che «Il legame tra cambiamenti climatici ed incendi è complesso: non vanno considerati solo gli effetti diretti di siccità prolungata ed alte temperature, ma anche gli effetti del clima sugli insetti e sulle malattie delle piante, che le rendono più vulnerabili e quindi rendono le coperture arboree ancora più suscettibili ad incendio. Gli effetti e i danni agli ecosistemi forestali causati dagli incendi possono accelerare i processi di perdita di biodiversità, rilascio di anidride carbonica, aumento del rischio idrogeologico, erosione del suolo, inquinamento da polveri dell’aria e dei corpi idrici. Dal punto di vista ecologico, le foreste hanno una innata capacità di resilienza agli effetti degli incendi. Tuttavia, se abbastanza vasti e frequenti, gli incendi possono determinare danni di lungo periodo e una perdita permanente di superficie boschiva».
I satelliti, i cui dati sono elaborati dall’European Forest Fire Information System (EFFIS), sviluppato in ambito europeo nel contesto del programma Copernicus – Emergency Management Services. forniscono un contributo determinante per rendere efficace e tempestiva la sorveglianza dagli incendi, Ispra svolge un servizio di monitoraggio operativo basato su dati EFFIS e, nel caso di incendi a rilevanza nazionale, su proprie elaborazioni satellitari ad altissima risoluzione spaziale. L’agenzia ambientale italiana spiega che «In tali circostanze, le mappe con la determinazione delle aree bruciate e dei focolai attivi vengono fornite anche a supporto del Sistema di Protezione Civile Nazionale. Ispra inoltre produce una stima annuale, su scala nazionale, regionale e comunale degli effetti dagli incendi di grandi dimensioni sugli ecosistemi naturali.
Superficie bruciata a livello nazionale e regionale».
Gli incendi del 2021 si sono sviluppati soprattutto sulle aree del Mezzogiorno: «La Sicilia risulta essere la regione che ha registrato le maggiori porzioni di aree bruciate, circa il 3,5% della superficie complessiva regionale; sono stati interessati da incendi il 60% dei comuni siciliani (su un totale di 235 comuni). La seconda regione è la Calabria, per una superficie pari al 2,4%, con 240 comuni interessati. La regione che nel 2021 ha subìto, in termini di superficie forestale bruciata, il maggiore impatto per incendi è la Calabria. Nello specifico, la superficie totale di boschi interessata da incendi rispetto al totale delle aree andate bruciate è pari al 37%; di questi, 1/4 è costituita da boschi di conifere, prevalentemente piantagioni. La Sicilia è risultata la seconda regione per impatto sulle aree boschive (circa il 12%). Tra le coperture forestali maggiormente interessate, le latifoglie sempreverdi (leccete e boscaglie di macchia mediterranea) e le conifere (prevalentemente piantagioni artificiali)».
La Sardegna è la terza regione più colpita in termini di aree forestali bruciate e, anche se nel 2021 la è stata interessata da soli 40 eventi (rispetto, ad esempio, ai circa 500 della Sicilia), un unico incendi avvenuto a fine luglio nel complesso Forestale Montiferru-Planargia ha incenerito circa il 63% del totale del territorio interessato da incendi della Regione, «Risultando l’incendio più esteso in tutta Italia in termini di area bruciata e coinvolgendo 10 comuni del Montiferru, provocando ingenti danni economici e sociali e danneggiando un patrimonio colturale e ambientale di grande significato paesaggistico».
Tra i comuni maggiormente interessati da incendi per superficie colpita il triste recor tocca al comune di Sennariolo nell’oristanese, con il 94% della superficie complessiva comunale bruciata. Ispra evidenzia che «Di questi, quasi il 31% sono di boschi e boscaglie, il 35% di praterie e prati destinati al pascolo e il restante 34 % di altre coperture di suolo (agricolo, urbano). Il dato complessivo mostra come circa il 65% della superficie bruciata del comune abbia interessato ecosistemi naturali e/o semi-naturali (es. boschi e boscaglie di leccio, macchia mediterranea e aree a pascolo arborato)».
Altri Comuni che hanno visto interessate da incendi grandi porzioni di bosco sono Roccaforte del Greco (Calabria), con il 57% del territorio comunale bruciato (e di questo il 44% erano boschi) e Cuglieri (Sardegna) 39% del territorio comunale bruciato (oltre metà della superficie bruciata erano boschi).
Nei parchi nazionali e nelle aree protette gli effetti degli incendi del 2021 hanno interessato un’ampia porzione di ecosistemi forestali (32% dell’area totale bruciata). In dettaglio, «I parchi nazionali hanno contribuito ad una potenziale perdita di copertura arborea pari a circa il 57% di tutte le aree forestali bruciate nelle aree protette italiane (siti Rete Natura 2000, Riserve e parchi naturali regionali) durante il 2021».
Uno dei parchi più colpiti durante la stagione estiva del 2021 è stato il Parco Nazionale dell’Aspromonte, dove è andato in fumo circa il 10% del patrimonio boschivo del parco. Ispra fa notare che «Tuttavia, seppur trattandosi di una porzione superficiale relativamente piccola, l’evento è risultato di grande impatto ambientale visto che l’incendio ha attaccato due boschi vetusti: la Faggeta di Valle Infernale (patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco) e il Bosco di Acatti, entrambi custoditi all’interno dell’area protetta».