Una legge sulle foreste toscane da riscrivere entro l’anno
Incendi, il luglio rovente della Toscana. Rossi: lavorare come i Lorena (VIDEO)
A Monticiano un centro di addestramento antincendi unico in Italia, che ha formato 18.519 operatori (la grandissima parte volontari)
[2 Agosto 2017]
Luglio è stato un mese difficilissimo, per i boschi della Toscana, con ben 216 incendi boschivi che hanno percorso circa 955 ettari di bosco. Secondo la Regione, «Il confronto con gli anni passati aiuta a capire la straordinarietà del momento: si tratta di un numero di incendi che è pari a circa due volte e mezzo la media del quinquennio 2012 -2016 (88 incendi si sono mediamente sviluppati a luglio negli ultimi cinque anni) ed anche la superficie boschiva percorsa dal fuoco è oltre quattro volte superiore alla media, pari a 200 ettari, dello stesso periodo. Rilevante è anche il dato della superficie di vegetazione non boschiva percorsa dal fuoco: circa 1500 ettari alla data del 30 luglio».
Il 2017 in Toscana è comunque un anno di fuoco con numeri che si avvicinano a quelli del 2003 e del 2012: «Nei primi sei mesi dell’anno, luglio escluso dunque, si sono infatti verificati 303 incendi boschivi, a fronte di una media quinquennale di 115, ed hanno percorso circa 350 ettari rispetto ai 130 di media dei cinque anni precedenti».
La Regione ha stilato l’elenco dei 7 peggiori incendi avvenuti il mese scorso: 4 luglio, Poggio Staffo (comune di Castiglione della Pescaia, Gr), superficie percorsa: 75 ettari di bosco e 8 di non bosco; 9 luglio, Asca Alta (comune di Piancastagnaio, Si), bruciati 40 ettari di bosco e 390 di non bosco; 15 luglio, Tobbiana (comune di Montale, Pt); bruciati 250 ettari di bosco; 17 luglio, Mazzolla (comune di Volterra, Pi), superficie percorsa: 25 ettari di bosco e 400 di non bosco; 20 luglio, Le Macine sui monti della Calvana (comune di Prato), superficie percorsa: circa 30 ettari bosco; 22 luglio, Podere Fornace (comune di Buonconvento, Si), superficie percorsa: 9 ettari di bosco e 47 di non bosco; 23 luglio, Selvena a Poggio Montone (comune di Castell’Azzara, Gr), Superficie percorsa: 26 ha di bosco.
Ieri il direttore della Protezione civile nazionale Curcio ha lodato l’attività antincendio della Toscana, ma il presidente della Regone Enrico Rossi sottolinea che «Oltre all’azione di repressione, colpendo anche i criminali che appiccano il fuoco, è essenziale la prevenzione. Ed è lì che la Regione vuole ancora migliorarsi: accrescendo i viali parafuoco, pulendo il sottobosco, facendo anche tornare le coltivazioni delle foreste all’interno di una filiera economica. Come fanno con la vegetazione di risulta della pulizia del sottobosco, meglio dell’Italia, altri paesi del Nord Europa. Come facevano i Lorena. Non dimentichiamoci che la scienza forestale è nata qui, in Toscana, con i monaci di Vallombrosa. Lì, nelle foreste che guardano il Casentino, ha studiato l’utilizzo dei boschi anche l’ambasciatore americano George Perkins Marsh, mandato a Firenze dal presidente Lincoln. Vogliamo essere in linea con questa buona tradizione».
Rossi e gli assessori regionali all’ambiente Federica Fratoni e all’agricoltura Marco Remaschi ieri hanno visitato il centro regionale di addestramento di Monticiano in provincia di Siena, una struttura unica in Italia, tra le cinque o sei simili in tutta l’Unione Europea che in 10 anni ha fatto 1.068 corsi e formato 18.519 operatori, la grandissima parte volontari.
La visita di Rossi a Monticiano è stata l’occasione per ringraziare i volontari e tutti gli uomini che si sono già spesi con capacità e passione in questo inizio d’estate per fermare le fiamme nei boschi, ma anche un momento per fare il punto sulle future linee guida. «Partiamo da una buona base, ma vogliamo fare ancora meglio – ha spiegato Rossi – L’esperienza ci insegna, anche quella recente, che gli incendi si sono propagati più velocemente dove mancavano le strade parafuoco. Vogliamo suddividere i boschi in aree a maggior controllo con una titolarità che ci consenta intervenire nella manutenzione del sottobosco e nella realizzazione di nuovi viali, replicando l’esperienza già fatta sui Monti Pisani. Dobbiamo decidere come intervenire sugli ettari bruciati, per la regimazione delle acque e non solo per la ripiantumazione. Vogliamo anche che il bosco torni all’interno di una filiera economica e lo faremo partendo dai 110 mila ettari di demanio regionale e statale e affidandoci ad esperti. Tutto lavoro che aspetta la giunta subito al rientro dalla pausa estiva, con una legge da scrivere entro l’anno».