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India: i trasferimenti degli Adivasi dalle Riserve delle tigri sono stati sfratti forzati

Rapporto rilanciato da Survival International: i popoli Adivasi hanno il diritto a tornare nella Riserva delle tigri di Nagarhole
 |  Natura e biodiversità

Secondo il nuovo rapporto “A Fact-Finding Report on Forced Evictions, Rehabilitation Betrayals and Fortress Conservation in Nagarhole”, pubblicato da Fridays for Future Karnataka. Philip Kujur, Adivasi Activists’ Forum for Indigenous Peoples, Jharkhand Subrat Sahu, Documentary Film Maker, New Delhi Sharanya Nayak, Rangmatipadar Commune, Odisha, i popoli Adivasi (Indigeni) che vivono nella foresta di Nagarhole stanno difendendo i loro diritti e resistendo contro le violazioni e le violenze della National Tiger Conservation Authority (NTCA) e del Nagarhole Tiger Reserve (NTR) project. Nagarhole è da generazioni la casa di popoli Adivasi come i Jenu Kurubas, i Betta Kurubas e i Yeravas».

Survival International rilancia il rapporto e denuncia che «I popoli indigeni che vivono nella nota Riserva delle Tigri di Nagarhole, e che secondo quanto affermano le autorità si sarebbero trasferiti volontariamente fuori della riserva, in realtà sono stati sfrattati con la forza. Gli sfratti sono stati eseguiti dal Dipartimento indiano alle Foreste, con il sostegno della Wildlife Conservation Society (WCS, organizzazione legata allo Zoo del Bronx di New York)».  Ma la WCS ribatte che si tratta di ‘trasferimenti volontari’ vantaggiosi anche per le tribù che nella foresta vivevano nella paura costante della fauna selvatica».

Il team di ricerca che ha prodotto il rapporto ha intervistato molti Jenu Kuruba che invece hanno detto che non volevano andarsene ma che sono stati minacciati e perseguitati per farlo, anche tramite la distruzione delle loro coltivazioni da parte del Dipartimento alle foreste.

Il Nagarhole National Park & Tiger Reserve, nello stato del Karnataka, è stato creato nel 1983 nelle terre ancestrali dei Jenu Kuruba e di altre tribù Adivasi  ed una delle mete più popolari in India per i safari della tigre.

L’indagine ha rivelato che molti Jenu Kuruba, una tribù di raccoglitori di miele, chiedono di tornare ai loro villaggi originari, che ora si trovano all’interno della riserva.  «Gli sfratti li hanno privati del diritto di pregare le loro divinità nella foresta. Il Dipartimento alle Foreste gli impedisce di tornare nella foresta per praticare la loro religione.  Le promesse fatte dal Governo durante il trasferimento non sono state mantenute. Molti Jenu Kuruba stentano a sopravvivere nei centri di reinsediamento e la maggior parte di loro non ha neanche avuto i 3 acri (1,2 ettari) che gli erano stati promessi».

Ganguamma, un Jenu Kuruba  sfrattato nel 2018, ha detto: «La nostra richiesta è una sola: lasciateci tornare. Non abbiamo bisogno di niente da voi. Possiamo vivere per conto nostro all’interno della foresta, come abbiamo fatto per generazioni. Le tigri e gli elefanti non ci attaccano perché sono la nostra famiglia. A Nagarhole eravamo più felici e in salute, stavamo bene».

JD Jeyappa, un altro Jenu Kuruba ha aggiunto: «Siamo cresciuti nella foresta e abbiamo condiviso la foresta con gli animali selvatici, per questo noi non abbiamo paura di loro e loro non distruggono le nostre coltivazioni. Sono le persone del Dipartimento alle Foreste che ne hanno paura, e sono loro che distruggono le nostre coltivazioni».

Un anziano Jenu Kuruba, Basava Raju, che nel 2014 è stato “trasferito” a 100km dalla riserva, ha denunciato che «Questi non sono campi di reinsediamento, sono luoghi per ucciderci, uccidere le nostre radici nella foresta, uccidere la nostra cultura e le nostre divinità sacre».

Gli autori del rapporto chiedono di: «Fermare completamente i continui tentativi di sfrattare altri Jenu Kuruba. Permettere ai Jenu Kuruba che lo vogliono, di ritornare ai loro villaggi originari. Riconoscere i diritti forestali dei Jenu Kuruba».

Sophie Grig, ricercatrice di Survival International, conclude: «Questo rapporto mostra la realtà della conservazione-fortezza che sta distruggendo le vite dei popoli indigeni in Africa e Asia. I Jenu Kuruba sono stati sfrattati illegalmente e costretti a vivere vite miserabili nei campi di reinsediamento. E’ stato violato persino il loro diritto costituzionale di praticare la loro religione. Molti non ne possono più e rivendicano il diritto a tornare nei loro villaggi nella foresta. Questo modello di conservazione coloniale è disastroso per le persone e per il pianeta, e deve essere fermato».

Redazione Greenreport

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