Isola d’Elba, si allarga il fronte anti cinghiali. Cacciatori all’angolo

Il sindaco di Marciana Marina: «Tutti i Sindaci dell’Elba mettano in atto una linea comune per ottenere un intervento efficace»

[29 Settembre 2020]

Secondo il sindaco di Marciana Marina, Gabriella Allori, «La nota del Sindaco Barbi dello scorso 27 settembre inoltrata al PNAT e alla Regione Toscana illustra in maniera dettagliata e puntuale una situazione che sta diventando di difficile gestione per i Comuni. Le preoccupazioni espresse non possono che essere condivise anche da questa Amministrazione che seppur in maniera meno pesante è comunque interessata dal problema. Infatti sempre più frequentemente cinghiali e mufloni si spingono nelle zone periferiche fino ad arrivare nel centro abitato con danni ben visibili ad orti e coltivazioni, sentieri e vigne».

La sindaca marinese, a capo di una lista civica, sottolinea che «Le lamentele da parte dei cittadini sono in continuo aumento e non è da sottovalutare la questione della sicurezza stradale e relativa incolumità delle persone. Oltretutto il macchinoso procedimento di richiesta di intervento alla Regione, attraverso moduli da scaricare online non è certamente una modalità che tutti i cittadini sono in grado di percorrere ed in ogni caso non dà luogo ad interventi immediati e risolutivi. E’ evidente che quanto attuato fino ad oggi non ha prodotto i risultati sperati dal punto di vista del contenimento del fenomeno, come è altrettanto evidente che si debbano trovare delle soluzioni soddisfacenti e rapide. La mia condivisione di quanto affermato dai Sindaci Barbi e Montauti conferma quanto sia sentito il problema nel nostro versante. Ritenendo tuttavia che la questione riguardi tutto il territorio elbano, credo sia necessario che tutti i Sindaci dell’Elba mettano in atto una linea comune per ottenere un intervento efficace a tutela del nostro patrimonio ambientale e del settore agricolo».

Un sostegno ai sindaci dei tre Comuni dell’Elba occidentale arriva dall’Associazione Costa del Sole: «Anche noi, che rappresentiamo numerose attività turistiche della zona occidentale, chiediamo un impegno concreto e rapido per l’eradicazione di cinghiali e mufloni all’Isola d’Elba. Non entriamo nel merito della metodologia da applicare per raggiungere l’obiettivo ma sicuramente testimoniamo il grande disagio della popolazione locale, dei turisti che ospitiamo e la giornaliera distruzione del patrimonio ambientale e storico del nostro versante. La situazione è veramente drammatica, stiamo velocemente perdendo testimonianze importanti della nostra cultura (come ad esempio i muretti a secco) ed elementi che rendono pregiato ed unico il nostro habitat (come le orchidee selvatiche e molte altre essenze della macchia mediterranea). Noi siamo sempre stati sensibili alla tutela degli animali ma cinghiali e mufloni sono ormai un problema fuori controllo, non c’è tempo da perdere. Speriamo che questo nostro contributo possa essere utile alla discussione in corso».

Cresce quindi, almeno nei tre Comuni dell’Elba occidentale – che ospitano anche l’intera popolazione di mufloni importati negli anni ’80  – il fronte che punta a una rapida diminuzione dei cinghiali e che punta alla loro eradicazione.

Nel mirino c’è l’Area vocata al cinghiale concordata tra Regione e associazioni venatorie e l’appello lanciato prima delle elezioni (anche se nessuno ufficialmente lo cita) da Archeologia Diffusa, Elba Consapevole, Elba Taste, Italia Nostra Arcipelago Toscano, Legambiente Arcipelago Toscano, Associazione Pedalta e World Biodiversity Association, sembra aver avuto un effetto post elettorale a valanga in un’isola dove i cacciatori, dopo aver sedotto e abbandonato il PD, si sono schierati come da tradizione con il centro-destra, vincente all’Elba e perdente in Toscana.

E in difficoltà sono proprio le associazioni venatorie: sembra ormai ampliamente maggioritaria l’idea che la gestione degli ungulati non può essere affidata ai cacciatori, che la malattia non può essere curata da chi l’ha diffusa importando animali invasivi, e che occorre trovare nuovi metodi per ridurre drasticamente, fino all’eradicazione, popolazioni di ungulati che hanno devastato la biodiversità insulare e creato gravi difficoltà all’agricoltura.

E’ probabile che la nuova giunta regionale, di fonte alle richieste dei comuni, del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e delle associazioni ambientaliste e di categoria, riveda la sua scelta poco meditata dell’Area vocata, condizione indispensabile per dar vita a quel piano di forte riduzione della popolazione di cinghiali che il ministro dell’ambiente Sergio Costa si è detto disponibile a finanziare se i comuni presenteranno piani e progetti.