La caccia e l’Ispra. Le doppiette e i ministri
Interrogazione parlamentare di Arturo Scotto a Pichetto Fratin e Lollobrigida
[20 Giugno 2023]
Il deputato del Partito Democratico Arturo Scotto (ex Articolo 1) ha presentato come primo firmatario una interrogazione a risposta scritta ai ministri dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida nella quale ricorda loro che «Alcune delle principali associazioni venatorie e i produttori di armi e munizioni hanno chiesto di intervenire politicamente sull’Ispra affinché, nei suoi pareri sui calendari venatori, ignori i dati scientifici e il diritto europeo; Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu e Wwf accusano che il mondo che gira attorno alle “doppiette” vuole che l’istituto “autorizzi la caccia agli uccelli durante i periodi della migrazione prenuziale, vietata dalla direttiva Uccelli per i gravi impatti che determinerebbe a danno delle specie”»
Secondo gli interroganti «L’iniziativa fatta da parte dei cacciatori e dei produttori di armi pare gravissima. Questi, gli esponenti politici di questo mondo e pronunciamenti di ministri, ad avviso degli interroganti spingono il Governo a mettere a tacere l’Ispra, che a norma di legge è l’organo autonomo di consulenza scientifica per lo Stato, denigrandone l’operato e l’autorevolezza scientifica riconosciuta e apprezzata a livello internazionale. Con il rischio che una procedura di infrazione comunitaria – con relative sanzioni – venga attivata».
Scotto sottolinea che «Alla base della polemica c’è la dura lettera sui calendari venatori regionali 2023/2024 inviata dalla “Cabina di regia unitaria del mondo venatorio” (Federcaccia, Enalcaccia, Associazione libera caccia, AnuuMigratoristi, Italcaccia, Comitato Nazionale Caccia e Natura) ai Ministri competenti (ambiente e agricoltura); dopo aver visionato le osservazioni formulate per Liguria, Trentino e Marche, le “doppiette” criticano “l’enfatizzazione della veste dell’Ispra quale ente statale delegato alla protezione della fauna” così come l’esaltazione del rilievo central” dei pareri dell’istituto, richiamando al riguardo giurisprudenza, peraltro ormai datata e superata”; Ispra sarebbe colpevole di aver “ignorato nei suoi pareri le più recenti decisioni, cautelari e di merito» che «hanno posto il dubbio sull’attendibilità dei pareri dell’Istituto in quanto generici e totalmente avulsi da una effettiva e doverosa indagine istruttoria circa le diverse caratteristiche morfologiche, climatiche e ambientali delle singole regioni”; per le doppiette, “l’Ispra deborda dal ruolo di Organo tecnico consultivo» stabilito dalla legge sulla caccia 157 del 1992 e «sembra quasi volersi sovrapporre alla potestà legislativa statale e comunque invadere la facoltà riconosciuta in via esclusiva alle regioni”,
Scotto rammenta anche che «il Ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) ha deciso di ricostituire il comitato tecnico faunistico-venatorio nazionale, sospeso e non rinnovato nel 2012, e di procedere all’adozione, del piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica predisposto con Ispra; lo scorso 10 maggio 2023 la conferenza Stato-regioni ha trovato l’intesa su entrambi i punti, con alcune prescrizioni: il comitato dovrà essere organo tecnico consultivo “per tutto quello che concerne l’applicazione” della legge n. 157 del 1992, con rinnovo quinquennale; nella versione proposta dal Masaf, del comitato – presieduto dal Ministro o suo delegato – fanno parte un rappresentante del Ministero dell’agricoltura e uno dell’ambiente, uno delle regioni e uno delle province (rappresentanti di nomina politica dunque), tre delle associazioni venatorie, due delle organizzazioni agricole, uno delle associazioni ambientaliste del Consiglio nazionale, uno a testa per Unione zoologica italiana, Ente nazionale cinofilia e Consiglio internazionale della caccia e della conservazione della selvaggina, ancora uno dell’Ente nazionale per la protezione degli animali e uno dell’Ispra, escludendo il Club alpino Italiano; è facile immaginare come, in caso di voto, le posizioni degli ambientalisti e dei rappresentanti della ricerca scientifica abbiano un ruolo pregiudizialmente minoritario. La conferenza Stato-regioni intanto ha approvato lo schema chiedendo al Ministero di portare da uno a tre membri la rappresentanza delle regioni e di valutare se allargare la rappresentanza delle associazioni venatorie a tutte quelle riconosciute dalla legge n. 157».
Per Scotto, «Il rischio è che ci sia più potere ai cacciatori e meno agli scienziati, e che il predetto Comitato sia più rappresentativo di posizioni corporative che degli interessi generali che prevedono la fauna selvatica proprietà indisponibile dello Stato, concetto rafforzato dalla modifica della Costituzione agli articoli 9 e 41; l’allarme è condiviso dal Wwf, secondo cui “Ciò che preoccupa è l’idea di trattare la gestione faunistica come qualcosa che riguarda solo i cacciatori».
Per questo, l’interrogazione a risposta scritta chiede a Pichetto Fratin e Lollobrigida «Quali iniziative – per quanto di competenza – intendano intraprendere i Ministri interrogati e se non ritengano fondato l’appello delle associazioni ambientaliste, ovvero serio il rischio che nei prossimi anni tutto il potere sia spostato nelle mani dei produttori di armi e delle associazioni venatorie a discapito di quanto sostenuto da chi dispone della conoscenza scientifica; quali siano le intenzioni in merito all’Ispra – oggi sotto attacco – che è sempre stato un istituto che ha tutelato tutti gli interessi in campo, a garanzia delle associazioni agricole, ambientaliste, venatorie, delle specie animali selvatiche e non, in particolare di quelle protette e particolarmente protette, della biodiversità e della qualità degli ambienti naturali e del paesaggio e delle direttive europee».