La Commissione Ue vuole ridurre la tutela del lupo da “rigorosamente protetto” a “protetto”
Wwf: chiediamo agli Stati di respingere questa proposta che declassa lo status di protezione della specie
[20 Dicembre 2023]
La Commissione europea ha presentato una proposta di decisione del Consiglio volta ad «Adeguare lo status di protezione del lupo nell’ambito della convenzione internazionale di Berna relativa alla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale in Europa, di cui l’Ue e i suoi Stati membri sono parti».
In una nota la Commissione Ue ricorda che «Lo status di protezione del lupo ai sensi della convenzione è stato stabilito sulla base dei dati scientifici disponibili al momento dei negoziati della convenzione nel 1979» e sulla base di un’analisi approfondita sullo stato del lupo nell’Ue pubblicata ieri, propone di «Rendere il lupo “protetto” anziché “rigorosamente protetto”».
L’analisi approfondita dimostra che «Le popolazioni di lupi sono notevolmente aumentate negli ultimi due decenni e occupano territori sempre più vasti. In 23 Stati membri dell’Ue vi sono più di 20,000 lupi, con popolazioni in generale in aumento e aree in espansione e branchi riproduttivi. Si tratta di un successo in termini di conservazione, reso possibile dalla legislazione di protezione, da atteggiamenti più favorevoli da parte del pubblico e da miglioramenti degli habitat».
Ma è la stessa analisi a trasformare un successo in un problema quando evidenzia che «Tale espansione ha tuttavia portato a crescenti conflitti con le attività umane, in particolare per quanto riguarda i danni al bestiame, con una forte pressione su zone e regioni specifiche. Questa realtà mutevole sul campo giustifica ora un adeguamento dello status di protezione giuridica per consentire una maggiore flessibilità di gestione a tutte le parti della convenzione di Berna, mantenendo nel contempo l’obiettivo giuridico generale di conseguire e mantenere uno stato di conservazione soddisfacente per la specie. Sono disponibili finanziamenti dell’UE per sostenere investimenti adeguati in adeguate misure di prevenzione dei danni, che rimarranno essenziali per ridurre la predazione del bestiame».
La Commissione Ue aggiunge che «La modifica dello status di protezione del lupo ai sensi della convenzione di Berna, previo accordo degli Stati membri dell’Ue e di altre parti della convenzione di Berna, è una condizione preliminare per qualsiasi modifica analoga del suo status a livello dell’Ue. La proposta corrisponde in larga misura alla posizione espressa dal Parlamento europeo nella sua risoluzione del 24 novembre 2022. La Commissione continua a esortare le autorità nazionali e locali ad adottare le misure necessarie nel quadro attuale, con il sostegno dell’Ue, offrendo loro una chiara prospettiva di ulteriori flessibilità di gestione qualora le possibilità esistenti si rivelassero insufficienti».
La convenzione di Berna è un trattato intergovernativo del Consiglio d’Europa concluso nel 1979 per la conservazione della flora e della fauna selvatiche europee e dei loro habitat naturali, in particolare quelli la cui conservazione richiede la cooperazione di diversi Stati. Dall’aprile 2024 coprirà 50 parti contraenti, compresi tutti gli Stati membri dell’Ue. La direttiva Habitat dell’Ue attua i requisiti della convenzione di Berna e prevede una rigorosa protezione della maggior parte delle popolazioni di lupi in Europa, con possibilità di deroga.
La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha detto che «Il ritorno dei lupi è una buona notizia per la biodiversità in Europa. Ma la concentrazione di branchi di lupi in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale, soprattutto per il bestiame. Per gestire più attivamente le concentrazioni critiche di lupi, le autorità locali hanno chiesto maggiore flessibilità. Il livello europeo dovrebbe facilitare questo processo e il processo avviato oggi dalla Commissione è un passo importante. Sono profondamente convinto che possiamo trovare e troveremo soluzioni mirate per proteggere sia la biodiversità che i nostri mezzi di sussistenza nelle zone rurali».
Anche secondo il commissario Ue per l’ambiente, gli oceani e la pesca, Virginijus Sinkevičius, «La proposta di modificare lo status di protezione dei lupi nel quadro della convenzione di Berna ha riconosciuto la necessità di affrontare le sfide poste dall’aumento delle popolazioni di lupi, mantenendo nel contempo l’obiettivo della conservazione della biodiversità e l’obiettivo di raggiungere e mantenere uno stato di conservazione soddisfacente della specie. La Commissione continuerà a sostenere le autorità nazionali e locali con finanziamenti e orientamenti per promuovere la coesistenza con il lupo e i grandi carnivori in generale. Gli investimenti nelle misure di prevenzione rimangono essenziali per ridurre la predazione del bestiame».
Soddisfatto il commissario Ue all’agricoltura Janusz Wojciechowski: «Parlando con gli agricoltori e le comunità rurali, capisco come il ritorno dei lupi abbia posto sfide significative in una serie di settori, in particolare per la pastorizia, in un contesto socioeconomico già difficile. La proposta odierna tiene conto di queste sfide, sulla base di un’analisi approfondita di tutti i dati scientifici e tecnici disponibili. Colgo inoltre l’occasione per incoraggiare gli Stati membri a utilizzare appieno i finanziamenti dell’Ue per sostenere gli investimenti nelle misure di prevenzione, che sono essenziali per ridurre le minacce per il bestiame».
Spetta ora agli Stati membri decidere su questa proposta che, se adottata, sarà presentata dall’Ue al comitato permanente della convenzione di Berna per proporre di adeguare lo status di protezione del lupo all’interno dell’Ue.
Nel frattempo, la Commissione assicura che continuerà a esortare le autorità locali e nazionali ad «Agire, ove necessario, come consentito dalle possibilità di deroga previste dalla legislazione vigente, e a utilizzare le opportunità di finanziamento dell’Ue disponibili per investire in misure di prevenzione e compensazione. Nel 2021 la Commissione ha pubblicato orientamenti dettagliati contenenti esempi di buone pratiche. La Commissione continuerà a cooperare strettamente con gli Stati membri per monitorare i progressi compiuti verso il conseguimento di uno stato di conservazione soddisfacente del lupo e la sua coesistenza con le attività socioeconomiche. Continuerà inoltre a sostenere gli investimenti per la coesistenza con i grandi carnivori e il lavoro delle relative iniziative dei portatori di interessi a livello europeo e regionale».
Ma il Wwf non è affatto convinto delle proposte della Commissione Ue e denuncia che «Contro ogni evidenza scientifica, la presidente della Commissione ruropea Ursula von der Leyen ha proposto di declassare lo status di protezione del lupo nella Convenzione di Berna, da specie “rigorosamente protetta” (Allegato II) a specie “protetta” (Allegato III)» e l’associazione ambientalista sottolinea la sua assoluta contrarietà e invita gli Stati membri dell’Ue a respingere questa proposta.
Il Wwf ricorda che «La Convenzione di Berna del Consiglio d’Europa è la più antica convenzione al mondo nel campo della conservazione della natura ed è in vigore dal 1979. E’ considerata la fonte originaria di diritto internazionale che ha portato all’adozione della Direttiva Habitat dell’Ue, pietra miliare dei programmi di conservazione europei».
Per Isabella Pratesi, direttrice del programma di Conservazione al Wwf Italia, «Questa è una decisione grave, senza alcuna giustificazione scientifica, motivata da ragioni puramente personali e politiche, che va a minare gli straordinari sforzi di conservazione messi in campo negli ultimi decenni e che hanno permesso la ripresa numerica e spaziale delle popolazioni di lupo in molti paesi dell’Ue. La Presidente von der Leyen sta deliberatamente sacrificando decenni di lavoro di conservazione per il suo tornaconto politico, dando eco ai tentativi dei suoi alleati politici di strumentalizzare il lupo come capro espiatorio dei problemi socio-economici delle comunità rurali e del settore zootecnico. Questo approccio è inaccettabile e può creare un pericoloso precedente».
Infatti, il Panda evidenzia che «La mossa della von der Leyen rappresenta un’inversione di rotta nelle politiche di conservazione che hanno fino ad oggi caratterizzato l’UE, ed è dettata da motivi puramente politici. A sostegno di questa interpretazione, lo scorso novembre l’Ue aveva respinto il tentativo della Svizzera di declassare lo status di protezione del lupo, sostenendo che, sulla base dei dati più recenti, il lupo non aveva raggiunto uno stato di conservazione favorevole nella maggior parte degli Stati membri dell’Ue. Questo ripensamento è ancora più ingiustificato se si considera che i risultati dell’analisi approfondita della Commissione sulle popolazioni di lupi nell’UE, pubblicata oggi, non forniscono alcuna prova scientifica che lo stato della popolazione dei lupi sia cambiato in modo significativo nel giro di un anno. Questo annuncio è anche in contrasto con l’opinione pubblica, così come rilevato dall‘indagine recentemente pubblicata sulla percezione delle comunità rurali riguardo la coesistenza con i grandi carnivori. I risultati mostrano che il 68% degli abitanti delle zone rurali ritiene che i lupi debbano essere rigorosamente protetti e più di due terzi (72%) concordano sul fatto che abbiano il diritto di coesistere con l’uomo e le sue attività».
Il wwf sottolinea che «Questa proposta indebolisce il ruolo dell’Ue come partner affidabile e leader nei forum internazionali, oltre a mettere in dubbio l’autenticità dei suoi sforzi per raggiungere gli obiettivi globali di biodiversità. Solo un anno fa, la Presidente von der Leyen aveva pronunciato un’importante dichiarazione a sostegno dell’accordo storico sull’azione globale per la natura per il 2030, insieme al resto della comunità internazionale. L’annuncio di oggi mette in discussione questi impegni internazionali dell’Ue».
L’associazione ambientalista ricorda alla Commissione Ue che «Una modifica alla Convenzione di Berna richiede una decisione del Consiglio e quindi una maggioranza qualificata degli Stati membri per approvare la proposta della Commissione. All’inizio del 2023, 12 Ministri dell’Ambiente hanno scritto al Commissario Sinkevičius assumendo una chiara posizione contro il declassamento dello status di protezione del lupo. L’Italia al contrario, con il Ministro Lollobrigida, ha recentemente presentato un documento, sostenuto anche da Francia, Austria, Polonia, Romania, Grecia, Finlandia e Lettonia, in cui ignorando le più recenti evidenze scientifiche che sottolineano quanto gli abbattimenti non rappresentino una soluzione a lungo termine per la mitigazione dei conflitti con la zootecnia, viene chiesto alla Commissione Ue di aggiornare lo status di protezione dei grandi carnivori, lupo compreso, nel quadro della Direttiva Habitat».
Il Wwf conclude: «In diverse regioni europee è stata dimostrata che la coesistenza tra lupo e attività umane è possibile grazie a misure preventive efficaci, come l’installazione di diversi tipi di recinzioni, l’utilizzo di cani da guardiania per il bestiame e altre tecniche innovative in sperimentazione negli ultimi anni. Le linee guida dell’Unione Europea consentono agli Stati membri di risarcire pienamente agricoltori e allevatori per i danni causati da specie protette, come il lupo, e di rimborsare interamente i costi di investimento per le misure di prevenzione. Anche il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) potrebbe fornire un sostegno alla coesistenza, ma gli Stati membri non hanno sfruttato appieno questa opportunità di finanziamento. La proposta di diminuire il grado di protezione del lupo e di aprire a modalità di gestione cruente rappresenta dunque una strategia inaccettabile e populista, che mette a serio rischio il futuro della conservazione di una specie chiave degli ecosistemi europei senza risolvere i potenziali conflitti».