La connettività degli habitat è fondamentale per la sopravvivenza della lince

L’autostrada Trieste-Lubiana è considerata il principale ostacolo da superare per avere un flusso regolare di esemplari tra Alpi sudorientali e Monti Dinarici

[12 Gennaio 2024]

All’inizio del XX secolo, l’ultima lince è scomparsa al crocevia tra le Alpi e le Dinaridi, dopo un vortice di estinzione durato oltre 100 anni.

Nella zona della periferia sud-orientale delle Alpi e delle Dinaridi, l’area è rimasta “vuota” per 70 anni, fino a quando, nella primavera del 1973, i forestali e i cacciatori sloveni hanno reintrodotto tre coppie di linci dai Carpazi slovacchi nelle foreste di Kočevje. La reintroduzione fu un grande successoe può essere considerata una delle azioni pionieristiche di conservazione.

Negli anni ’80 e ’90 la popolazione si è espansa rapidamente e dopo pochi anni ha popolato soprattutto Kočevje e Notranjska in Slovenia e Gorski Kotar in Croazia.

La diffusione è stata particolarmente rapida in direzione sud-est, verso la Croazia e la Bosnia-Erzegovina, in quanto questa è una direzione con ampie aree di foresta facilmente accessibili alla lince. Tuttavia, la diffusione verso nord-ovest, verso le Alpi sudorientali è stata molto meno intensa e più lenta.

I corridoi faunistici che correvano dalla zona dinarica a quella alpina sono stati “tagliati” dall’autostrada Lubiana-Trieste, che ha rappresentato un ostacolo alla loro diffusione dalla zona dinarica alle Alpi.

In tutto il periodo successivo alla reintroduzione, solo pochi esemplari sono stati registrati a nord o a ovest di questa autostrada, raggiungendo le Alpi Giulie, e tutti gli esemplari registrati erano maschi; non sono mai state registrate femmine con piccoli.

Dopo cinquant’anni in cui la popolazione dinarica si è sviluppata in isolamento, la lince è stata nuovamente minacciata di estinzione. Questa volta soprattutto a causa dell’inbreeding e del conseguente altissimo livello di consanguineità. Era giunto il momento di agire.

In seno al progetto LIFE Lynx la popolazione dinarica è stata rinforzata con dodici linci. Inoltre, un’altra popolazione è stata creata nelle Alpi Giulie con undici linci. Anche se queste misure di conservazione hanno prevenuto una seconda estinzione, ricollegare le Alpi sudorientali con i Monti Dinarici attraverso un corridoio naturale è una delle soluzioni prioritarie per la conservazione a lungo termine della lince in questa parte d’Europa.

Questo obiettivo è difficile da raggiungere, date le esigenze e i desideri delle persone. L’aumento dell’urbanizzazione nelle aree di presenza delle linci e lo sviluppo di grandi infrastrutture di trasporto come le autostrade hanno aumentato questa sfida negli ultimi anni. Le statistiche mostrano che il numero e la lunghezza delle autostrade in Europa sono più che triplicati negli ultimi 30 anni.

Nel contesto di un’analisi di idoneità spaziale, il team del progetto LIFE Lynx ha sviluppato un modello di idoneità spaziale per la lince eurasiatica nelle Alpi sudorientali e nei Monti Dinarici settentrionali. Il modello mostra che la maggior parte dell’area è adatta alla lince.

Tuttavia, anche altri fattori oltre all’idoneità influenzano la permeabilità dello spazio. Fiumi, alte catene montuose o barriere artificiali come linee ferroviarie o autostrade possono risultare difficili da attraversare o addirittura impossibili da superare.

Esistono due modi per ridurre la frammentazione spaziale: incorporando misure di mitigazione negli interventi territoriali esistenti o pianificati, oppure evitando la frammentazione con la prevenzione, che è ancora più efficace e a costo zero.

I grandi progetti di sviluppo e costruzione richiedono solitamente una Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA), che permette di evitare gran parte dell’ulteriore frammentazione degli habitat identificando le aree chiave per la connettività e fornendo ai valutatori linee guida appropriate per affrontare questi problemi.

Gli impatti negativi possono essere parzialmente mitigati costruendo infrastrutture stradali più permeabili, compresa la costruzione di attraversamenti per la fauna selvatica per superare le barriere.

Nell’ambito del progetto LIFE Lynx gli spostamenti di linci rispetto all’autostrada sono stati analizzati in dettaglio, paragonando anche le diverse strutture di attraversamento come ponti, sottopassi etc.

Mentre l’autostrada Venezia-Tarvisio è valutata buona rispetto alla permeabilità grazie alla presenza di varie gallerie e viadotti, l’autostrada Trieste-Lubiana è considerata l’unico ostacolo da superare per avere un flusso regolare di individui tra le Alpi e i Monti Dinarici.

Uno dei principali rischi per la sicurezza stradale è l’ingresso della fauna selvatica nelle strade. L’unica soluzione per ridurre la probabilità di incidenti stradali con gravi conseguenze o addirittura la perdita di vite umane, è tenere sempre separati il traffico e la fauna selvatica.

Tuttavia, bisogna considerare che le misure per la riduzione degli incidenti stradali agiscono come barriere e quindi di conseguenza aumentano ulteriormente l’effetto barriera delle vie di comunicazione.

Pertanto, per evitare che ciò accada, devono sempre essere utilizzate in combinazione con attraversamenti che indirizzano gli animali verso strutture che permettono il passaggio in totale sicurezza.

Oltre a contribuire al mantenimento delle popolazioni di fauna selvatica, le infrastrutture che permettono gli attraversamenti, le recinzioni, i segnali stradali dinamici etc. offrono anche benefici socio-economici, poiché aumentano anche la sicurezza degli utenti della strada. Dunque, riducendo la presenza di animali selvatici sulle strade si riduce anche il numero di collisioni, di potenziali vittime o feriti e di danni alla proprietà.

La questione rimane: i pochi individui che dagli anni ’70 hanno attraversato con successo l’autostrada Trieste-Lubiana saranno sufficienti a collegare efficacemente la popolazione nelle Alpi sudorientali con quella delle Dinaridi? Sicuramente un miglioramento degli ausili per l’attraversamento in questa regione sarebbe molto utile.