La crudele strage dei giaguari del Suriname (VIDEO)
Un mercato nero gestito dai cinesi per rifornire di prodotti la medicina tradizionale asiatica
[31 Ottobre 2018]
Il giaguaro (Panthera onca)”, il felino più grande delle Americhe è in pericolo a causa della caccia: l’Iucn lo considera “quasi in pericolo” e in natura restano circa 173.000 di questi magnifici animali. Secondo lo studio “Estimating large carnivore populations at global scale based on spatial predictions of density and distribution – Application to the jaguar (Panthera onca)”, pubblicato a marzo su PLOS One da un team internazionale di ricercatori, la popolazione globale di giaguari negli ultimi 21 anni sarebbe calata tra il 20 e il 25%.
Uno degli ultimi santuari del giaguaro sembrava essere il piccolo e poco popolato Suriname, ma il rapporto “Uncovering a secret slaughter – Surname’s jaguar trade exposed”, pubblicato recentemente da World Animal Protection International dice di aver scoperto «Uno scioccante commercio clandestino che sfrutta un animale iconico delle foreste pluviali sudamericane in modo barbaro per la medicina asiatica tradizionale senza fondamento»
Il rapporto, frutto di un’indagine sul campo durata 10 mesi, rivela un commercio illegale che avviene frequentemente nei dintorni dei campi minerari e dei boscaioli (spesso abusivi) del Suriname e i protagonisti sono quasi sempre cinesi.
Gli investigatori di World Animal Protection hanno intervistato cacciatori, guardiaboschi e commercianti che vendono denti e altri parti di giaguaro e gli ambientalisti che difendono i felini. Quella che hanno scoperto è una catena di caccia e commercializzazione segreta, segnata da un elevato tasso di crudeltà. I giaguari possono essere inseguiti per giorni, feriti più volte con pallottole e finiti quando non sono più in grado di muoversi. Poi vengono scuoiati, fatti a pezzi e trasformati in prodotti da esportare in Cina. Una volta ucciso, il corpo di un giaguaro viene bollito e riseccato per una settimana fino a quando questo lungo e complicato processo non lo trasforma in una pasta collosa simile a melassa che viene venduta al mercato nero in contenitori.
I cinesi sono convinti che la “la pasta di giaguaro” sia un toccasana per l’artrite, che migliori le prestazioni sessuali e apporti benefici alla salute, E continuano ad alimentare e gestire questo traffico illegale nonostante ci siano alternativa medicinali più efficaci ed economiche.
I denti e gli artigli di giaguaro sono molto ricercati. Il team di World Animal Protection ha scoperto denti rivestiti in oro da vendere nei negozi e nelle bancarelle di Paramaribo, la capitale del Suriname. I prezzi vanno da 67 a 500 dollari per un dente semplice, fino a circa 1,200 dollari per un dente con l’oro.
E del giaguaro non si butta nulla: le comunità cinese e filippina a volte acquistano carcasse di giaguaro per mangiare la loro carne, preparare zuppe o persino fare un vino con le ossa dell’animale. Anche il pene del giaguaro è molto ricercato perché si ritiene che aumenti la virilità.
Quelli di World Animal Protection sottolineano che «Fino alla nostra indagine e al nostro successivo rapporto, con la scoperta di un macello segreto, questo commercio illegale non era stato documentato» e aggiungono che «Il bracconaggio dei giaguari per la medicina tradizionale asiatica è qualcosa che, fino ad oggi, è passato abbastanza sotto i radar. Per affrontare il problema, collaboreremo con i ranger del Suriname e le ONG specializzate per soluzioni concrete e condividendo l’intelligence per prevenire il bracconaggio. Stiamo facendo opera di sensibilizzazione sulla questione nella speranza che il governo del Suriname farà maggiori controlli all’interno dei suoi confini per fermare il bracconaggio e impedire il contrabbando di pasta di giaguaro fuori dal Paese».
Nel 2017 il direttore generale di World Animal Protection International, Steve MacIvor, è andato direttamente in Cina per denunciare la terribile sofferenza degli animali che vengono utilizzati come ingredienti nella medicina tradizionale. MacIvor ha sottolineato che «Pur rispettoso dei secoli di credenze che costituiscono il fondamento dell’industria della medicina tradizionale in Cina, la sofferenza e la possibile estinzione dalla faccia della Terra della fauna selvatica non è un prezzo che vale la pena pagare quando i continui investimenti nella ricerca scientifica consentono alternative provate e sintetiche. Un focus del nostro lavoro in tutta l’Asia è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul dolore e la sofferenza degli animali coinvolti e di fare in modo che le persone scelgano alternative provate cruelty-free».
Ma sfortunatamente la medicina tradizionale asiatica non è l’unico problema che devono affrontare i giaguari: in Suriname e un po’ in tutto il centro e sud America le attività minerarie e la deforestazione (legali e illegali) stanno riducendo gli habitat di questi felini che sono più visibili e vengono uccisi perché predano il bestiame. La perdita di habitat rende anche più facile per i bracconieri e le bande organizzate della zoomafia cacciare i giaguari in natura. Ci sono anche prove che i cuccioli di giaguaro vengono catturati in natura e venduti, spesso a ricchi uomini d’affari che li allevano come status symbol. Poi quando sono adulti e cominciano a diventare troppo pericolosi per loro, li uccidono e li vendono sul mercato illegale.
Uno dei consulenti per le investigazioni di World Animal Protection, Nicholas Bruschi, ha detto che «I giaguari affrontano già le sfide della distruzione degli habitat e dei conflitti uomo-animali. Ora vengono crudelmente e inutilmente uccisi, lasciati morire agonizzanti. È una notizia estremamente triste per questi incredibili grandi felini il cui numero è già in declino. E, mentre i cuccioli di giaguaro potrebbero sembrare molto carini, sono ancora animali selvatici e appartengono alla natura selvaggia, non al commercio illegale di animali da compagnia».
In Suriname i giaguari vengono uccisi soprattutto da cacciatori locali che li vendono a intermediari cinesi per circa 260 dollari l’uno. Una grossa cifra in un Paese di 558.000 abitanti dei quali la metà vive in stato di povertà. Lo studio evidenzia che «Per un cacciatore locale un giaguaro morto ha un valore effettivo di 20 grammi d’oro, l’equivalente della rata iniziale per comprare un’auto nuova».
Una volta ucciso, la carcassa del giaguaro viene trasportata dagli intermediari in alcune zone urbane dove viene lavorata, soprattutto in accampamenti o impianti cinesi, che pagano tra i 2,000 e i 3.000 dollari per ogni giaguaro.
Cacciatori e intermediari devono fare tutto rapidamente perché gli accampamenti e gli impianti cinesi sono temporanei e vengono smantellati spesso per sfuggire ai controlli delle autorità. A questo commercio partecipano anche diverse guardie forestali, che i giaguari dovrebbero difenderli dai bracconieri.
Durante l’immagine di World Animal Protection, tanto i cacciatori che i guardiaboschi hanno confermato che i giaguari vengono attirati con esche – solitamente cani o capre legati a un albero – e che spesso viene consentito al giaguaro di uccidere la preda e di iniziare a mangiarla per sparargli più facilmente.
Altri cacciatori uccidono i giaguari semplicemente quando gli capitano a tiro, approfittando di «questa opportunità d’oro». Poi c’è l’abbattimento dei giaguari per paura o per rappresaglia da parte dei contadini e degli allevatori che pensano che i felini possano essere pericolosi per loro o per il loro bestiame.
Ma più che i bracconieri i giaguari del Suriname devono temere le miniere che stanno devastando grandi aree del loro territorio, spingendo i felini verso le strade e i centri abitati in cerca di prede, compresi i cani che fanno la guardia agli accampamenti minerari. Un’attrazione fatale che fa il gioco dei bracconieri.
Il giaguaro, potente totem degli indigeni americani, è diventato la vittima sacrificale del lontano mercato asiatico, dove, quasi scomparsi leopardi e tigri, ne è diventato un esotico sostituto. Una fonte del governo di Paramaribo ha detto informalmente agli investigatori di World Animal Protection che «Il commercio vale milioni di dollari e temiamo che aumenti mentre crescono sia la demanda cinese di prodotti di grandi felini che gli investimenti cinesi in Suriname».
Cittadini cinesi controllerebbero circa il 90% dei supermercati e dei piccoli negozi alimentari del Suriname e, secondo The Guardian, tutti i principali Partiti alle ultime elezioni avevano tra i principali candidati un cinese. L’Interesse di Pechino per questo piccolo Paese è enorme perché «L’influenza economica e culturale della Cina sull’ex colonia olandese prelude ai suoi enormi interessi nella regione amazzonica».