La destra peruviana vuole sfrattare gli indios isolati dall’Amazzonia

Le organizzazioni indigene si oppongono alla revisione delle leggi esistenti e vogliono raccogliere un milione di firme per impedire il “progetto di legge sul genocidio”

[6 Aprile 2023]

Con una lettera inviata ai 130 parlamentari del Congreso del Perù, l’Asociación Interétnica de Desarrollo de la Selva Peruana (Aidesep) ha ribadito la sua contrarietà al riesame con il quale si voleva modificare la legge 29763, Ley Forestal y de Fauna Silvestre, e ne ha chiesto l’archiviazione definitiva.

La richiesta di modificare la legge forestale e sulla fauna selvatica del Perù era stata discussa e respinta  di stretta misura – 51 voti contrari, 49 favorevoli e 11 astenuti  – il 23 marzo dalla Plenaria del Congreso, ma due parlamentari della destra Nilza Chacón di Fuerza Popular (destra fujimorista) ed Elvis Vergara di Acción Popular (nazional-liberale) hanno presentato due richieste di riesame. La destra peruviana, tornata al potere il 7 dicembre 2022 con un golpe parlamentare che ha estromesso il presidente José Pedro Castillo Terrones, vuole aprire l’Amazzonia alle trivellazioni petrolifere e alle imprese minerarie e del legname.

Il presidente dell’ Aidesep, Jorge Pérez Rubio, ricorda che «In diversi precedenti comunicati, lettere e pronunciamenti, organizzazioni indigene, società civile ed enti statali hanno avvertito che l’emendamento alla Ley Forestal y de Fauna Silvestre indebolirebbe la protezione delle foreste, la gestione ambientale e promuoverebbe la deforestazione legale nei territori indigeni. Ribadiamo il nostro rifiuto delle richieste di riesame e ne chiediamo l’immediato ritiro e sollecitiamo i membri del Congresso, che hanno votato a favore, a rispettare gli obblighi internazionali che lo Stato peruviano ha assunto e ad essere coerenti con le loro azioni per far fronte alla crisi climatica, la tutela dell’Amazzonia e la difesa dei diritti collettivi dei popoli indigeni».

Ma, dopo la lettera dell’AIDESEP, il deputato fujimorista Jorge Morante ha aperto subito un altro fronte, dichiarando di avere il sostegno dei leader indigeni e della società civile per il disegno di legge n. 3518-2022-CR che ha presentato il 31 marzo in un’iziativa pubblica. Il leader dell’Aidesep e dell’ Organización Regional de los Pueblos Indígenas del Oriente (Orpio) che hanno partecipato alla presentazione del disegno di legge di Morante hanno dichiarato di «Respingere tale disegno di legge perché viola sistematicamente i diritti delle Popolazioni Indigene Isolate, che la Legge n. 27836, o Ley PIACI (Pueblos Indígenas Aislados ndr), difende».

Julio Cusurichi, responsabile del programma Aidesep PIACI, ha ribadito: «Siamo contrari a questa modifica e lo abbiamo detto nella conversazione. La nota che hanno diffuso è di parte ed è davvero preoccupante».

Nella delegazione indigena che ha partecipato alla presentazione del disegno di legge di  Morante erano presenti i leader delle 9 organizzazioni indigene che fanno parte dell’Aidesep che hanno tutti «Respinto le informazioni distorte diffuse da Morante e dai promotori del suddetto disegno di legge. Ma di fronte alla reiterazione delle argomentazioni di Morante, già confutate e che mettono in pericolo l’isolamento delle popolazioni indigene, la delegazione indigena ha provveduto a ritirarsi dall’iniziativa».

Secondo quanto dichiarato dall’ufficio di Morante, la Ley PIACI provocherebbe lo “spostamento” delle comunità indigene, e Aidesep e Orpio fanno notare che «E’ falso, poiché non esiste alcuna Reserva Indígena creata sovrapposta ai territori delle comunità limitrofe».

Inoltre, Morante ha dichiarato che «Non neghiamo l’esistenza dei PIACI» ma ha sottolineato che «Quello che chiediamo è che la loro esistenza sia dimostrata in modo attendibile». Aidesep e Orpio rispondono che «Questo è contraddittorio perché il parlamentare chiede di ignorare gli studi che dimostrano l’esistenza di questi popoli, 25 dei quali hanno un riconoscimento ufficiale da parte dello Stato attraverso Decretos Supremos supportati da prove concrete».

Una delle leader indigene del Perù, Tabea Casique dell’Aidesep, ha promosso si Avaaz  la  petizione “This could cause a genocide . but we can stop it!” per impedire al Congreso del Perù di approvare il nuovo disegno di legge che minaccia le comunità isolate dell’Amazzonia peruviana e potrebbe portare a un genocidio».
La Casique  ricorda che «In Perù, le popolazioni indigene hanno protetto oltre un terzo della foresta pluviale, mantenendola intatta per generazioni.Ora interessi privati ​​stanno approfittando dell’instabilità politica del Paese per premere per una nuova legge che non protegga le terre dei nostri fratelli e sorelle che hanno deciso di vivere lontano dalla cosiddetta “civiltà”. Queste imprese vogliono solo continuare la trivellazione petrolifera, il disboscamento e l’agricoltura industriale che sta distruggendo la foresta pluviale. Non possiamo permettere che accada. Per fermarlo, dobbiamo mostrare quale sia il vero potere. Con un milione di voci da tutto il mondo che sostengono il nostro appello, io e altri leader possiamo presentarci al Congresso peruviano con il sostegno di centinaia di migliaia di persone da tutto il mondo e invitarli a lasciar cadere il “progetto di legge sul genocidio”, ora».

La leader indigena assicura che «Una volta raggiunto il milione di firme, guiderò una delegazione di Popoli Indigeni e porterò i nostri forti numeri direttamente al Congresso. Di volta in volta, le imprese e tentano di spogliare le leggi che proteggono la natura e i nostri diritti come Popoli Indigeni. In molti di questi momenti, la comunità di Avaaz è stata con noi. In effetti, abbiamo lavorato insieme per molti anni, combattendo fianco a fianco nei negoziati internazionali per aiutare a proteggere l’Amazzonia e il pianeta. Ora abbiamo nuovamente bisogno del sostegno della comunità di Avaaz, per garantire che le terre e le popolazioni incontattate rimangano protette. Per favore unitevi a noi, ora».