La giornata mondiale delle foreste, tra molti rischi e qualche speranza. Anche in Italia
[21 Marzo 2014]
Oggi è la Giornata mondiale delle foreste che è stata preceduta dalla presentazione da parte della Fao del “Global Land Cover Share” (Glc Share), che raccoglie in un unico database centralizzato le informazioni sulla copertura del suolo in precedenza disperse e non armonizzate, segnando un notevole miglioramento delle informazioni relative alle caratteristiche fisiche della superficie terrestre.
La Fao sottolinea che «Fino ad oggi, una delle principali difficoltà per ottenere una buona visione globale della copertura del suolo – ad esempio quanta terra è coperta da campi coltivati, quanta da alberi e foreste, quanti suoli non sono coltivati, ecc. – era il fatto che l’identificazione, la misurazione e la registrazione dei dati erano fatti dai vari Paesi e dalle varie organizzazioni in modi diversi». Invece con il Glc Share «I dati estratti da più fonti e partner sono stati controllati e armonizzati usando definizioni e norme accettate a livello internazionale, risultando in una miniera di informazioni consolidate raccolte a livello nazionale che abbracciano l’intero pianeta». Tra le applicazioni del Glc share ci sono il monitoraggio dei trend di copertura del suolo a livello mondiale, la valutazione dell’idoneità dei terreni a seconda dei vari usi e dell’impatto del cambiamento climatico sulla produzione alimentare e la pianificazione territoriale. Il risultato sono 11 strati di copertura globale della terra: superfici artificiali (che coprono lo 0,6% della superficie terrestre); Suoli non coltivati (15,2%); Terreni coltivati (12,6%); Prati e pascoli (13%); Vegetazione erbacea (1,3%); Acque interne (2,6%); Mangrovie (0,1%); Aree coperte da arbusti (9,5%); Neve e ghiacciai (9,7%); Vegetazione rada (7,7%); Zone alberate (27,7%).
Le foreste nel mondo sono distribuite in modo non uniforme: il 45% della superficie forestale totale nelle zone tropicali; il 31% nelle zone boreali, il 16% nelle zone temperate (16%) e l’8% in quelle subtropicali.
Oggi la Fao ha presentando la prima indagine coerente che mostra i cambiamenti di uso del suolo forestale negli ultimi 20 anni nei quattro principali ambiti ecologici e che conferma che «L’area forestale è diminuita di circa 5,3 milioni di ettari l’anno, corrispondenti, nel periodo 1990-2010, ad una perdita netta pari a quasi 4 volte le dimensioni di un Paese come l’Italia». I risultati, aggiornati con il sondaggio globale di rilevamento a distanza, mostrano che nel 2010 l’area forestale globale era di 3.890 milioni di ettari, il 30% della superficie totale della terra.
Nel rapporto, frutto del lavoro di più di 200 esperti di 107 Paesi e realizzato grazie ad una partnership tra Fao e Centro Comune di Ricerca della Commissione europea , si legge che «In tutto il mondo, la riduzione lorda del suolo destinato a foreste, causata dalla deforestazione e da catastrofi naturali nei 20 anni presi in considerazione, è stata di 15,5 milioni di ettari l’anno. Questo calo è stato parzialmente compensato dagli aumenti di superficie forestale, attraverso il rimboschimento e l’espansione naturale delle foreste – 10,2 milioni di ettari l’anno. Ci sono state notevoli differenze a livello regionale nelle perdite e negli aumenti di superficie forestale. L’area di foreste tropicali è diminuita in Sud-America, in Africa e in Asia – con la più grande perdita in termini assoluti nelle aree tropicali del Sud-America, seguita dall’Africa tropicale, mentre aumenti di superficie forestale sono stati riscontrati in Asia subtropicale e a clima temperato».
Secondo il direttore Generale della Fao, José Graziano da Silva, «Se vogliamo impegnarci seriamente a fermare la deforestazione, in linea con la sfida lanciata dalla Fao “Zero deforestazione illegale”, un presupposto decisivo è la disponibilità di informazioni e dati corretti. Le comunità forestali locali svolgono un ruolo cruciale nella risposta alle due grandi sfide che le foreste si trovano ad affrontare oggi: deforestazione e degrado e allo stesso tempo che esse sono tra le popolazioni più vulnerabili del mondo».
Da Silva ha esortato i governi a «Sostenere le comunità vulnerabili e ad adottare migliori politiche di governance per consentire a milioni di persone che fanno affidamento sulle foreste per la loro sussistenza di beneficiare dei numerosi prodotti e servizi che esse producono. Nel 2014, si celebra la Giornata Internazionale delle Foreste, nel contesto dell’Anno Internazionale dell’agricoltura familiare. Le popolazioni forestali fanno parte di questo gruppo di agricoltori, pastori, pescatori artigianali, comunità indigene e tradizionali a livello familiare. Esse rappresentano centinaia di milioni di famiglie che svolgono un ruolo chiave nel garantire la sicurezza alimentare in molti paesi. In molti casi, sono anche direttamente responsabili della gestione sostenibile delle foreste e delle risorse naturali. Ma, allo stesso tempo, sono tra le popolazioni con la maggiore insicurezza alimentare del mondo. Questo incontro è l’occasione per ampliare il dialogo su ciò che dobbiamo fare, in modo collaborativo, per sostenere queste comunità e rafforzare la gestione sostenibile delle foreste»
Tornando al Glc share, John Latham, della divisione Fao territorio e risorse idriche, ha evidenziato che «Un buona comprensione della copertura del suolo del nostro pianeta è essenziale per promuovere una gestione sostenibile delle risorse del territorio – per esempio una produzione agricola in grado di nutrire una popolazione in crescita – che faccia un uso efficiente delle risorse naturali sempre più scarse e salvaguardi l’ambiente. Questo aggiornamento per la nostra comprensione della copertura del suolo della Terra arriva in un momento cruciale. Sarà uno strumento prezioso per valutare la sostenibilità dell’agricoltura, e per sostenere, basandosi sui fatti, uno sviluppo rurale sostenibile e politiche di uso del suolo che contribuiscano alla riduzione della povertà, consentendo sistemi agricoli e alimentari inclusivi ed efficienti e aumentando la resilienza dei mezzi di sussistenza. Glc Share aiuterà anche a capire quanto i cambiamenti climatici e la variabilità del clima incidono sulle principali risorse naturali e sulla produzione di cibo».
Un’impostazione che sembra condivisa anche da Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente, che punta su una n migliore gestione delle risorse forestali: «La certificazione della filiera è uno strumento che può e deve garantire la qualità sociale e ambientale delle foreste, implicando, da parte di chi richiede la certificazione, anche l’assunzione di una precisa responsabilità nel gestire in modo sostenibile il patrimonio forestale. La prospettiva di un vantaggio economico che deriva dalla gestione sostenibile di una foresta dovrebbe essere un incentivo per gestori e proprietari a considerare le foreste come un valore aggiunto per la comunità locale e per l’economia».
Per Legambiente è necessario sviluppare anche in Italia «una nuova modalità di gestione delle foreste che tenga conto della sostenibilità del settore dal punto di vista ecologico, sociale ed economico. Valorizzare i servizi eco sistemici che le foreste ci forniscono, frenare l’abbandono di molte aree interne, presidi fondamentali per la prevenzione degli incendi e contro il dissesto idrogeologico, sottolineare l’importanza della sostenibilità delle foreste anche ai fini una corretta certificazione, sono tutti elementi importanti da considerare. E in questo senso, la certificazione deve tenere conto la multifunzionalità delle foreste, la tutela del suolo, delle acque, dell’aria e la molteplicità delle specie e dei paesaggi».
La superficie italiana coperta da boschi e foreste è di 10,4 milioni di ettari, circa il 34% del territorio, ma ben 1,1 milioni di ettari di la superficie boschiva italiana è stata distrutta dagli incendi negli ultimi 20 anni.
Nicoletti sottolinea che «Occorre dare una nuova funzione sociale ed economica al bosco e alle attività collegate. Le aree forestali protette possono rappresentare un laboratorio dove sperimentare questa nuova funzione e gestione sostenibile del bosco, puntando su percorsi di certificazione delle singole attività forestali e della filiera bosco-legno, iniziando a disincentivare le attività forestali meccanizzate in favore di quelle tradizionali e naturali che, oltre ad avere una maggiore capacità di sequestro di carbonio nel suolo, mantengono intatte le foreste mature aumentando la loro biodiversità. La politica forestale europea sottolinea l’importanza delle foreste non solo per lo sviluppo rurale, ma anche per l’ambiente e la biodiversità, per le industrie forestali, la bioenergia e la lotta contro i cambiamenti climatici. E ha esortato gli Stati a integrare le proprie strategie forestali in questo senso. Per contrastare il drammatico trend del commercio di legname di provenienza illegale, si è inoltre dotata di due regolamenti specifici, il Flegt (Forest Law Enforcement, governance and trade) e l’Eutr (European Union Timber Regulation). Ma nel nostro Paese oltre a non aver ancora recepito la normativa europea, si continua a tagliare alberi centenari, come accaduto recentemente nel Parco regionale delle Serre in Calabria e sul lago di Vico nel Lazio, a dimostrazione della poca cura che abbiamo del nostro patrimonio forestale».