Vietata la pesca a strascico in Parchi e Amp. Droni, satelliti e intelligenza artificiale per la sorveglianza. Lotta a plastica e microplastica
La Grecia aumenterà dell’80% le sue aree marina protette. Le Amp copriranno un terzo del suo mare
Ma la Grecia non vuole proteggere la Fossa Ellenica dove partoriscono capodogli e zifi
[18 Aprile 2024]
Intervenendo alla “Our Ocean Conference” ad Atene, il primo ministro conservatore greco Kyriakos Mitsotakis ha ricordato che «Oceano, “Ωκεανός” in greco, era il figlio della Terra e del Cielo, uno dei Titani che precedettero gli Dei dell’Olimpo. Il nostro amore per il mare scorre nelle nostre vene, ha plasmato la nostra storia e la nostra cultura, e oggi continua a sostenerci, a nutrirci e a darci grande gioia. Ma quella gioia è mitigata dalle crisi gemelle che affrontiamo oggi. Questa Conferenza si riunisce all’intersezione di entrambe. La prima, la crisi climatica, sta cambiando quotidianamente il nostro pianeta. Qui in Grecia, lo vediamo stagione dopo stagione, anno dopo anno, con temperature in aumento, incendi ancora più devastanti e inondazioni catastrofiche. L’altra crisi è quella del nostro Oceano. L’oceano ha assorbito CO2 e calore in eccesso e ora assistiamo a cambiamenti drammatici nella copertura del ghiaccio marino, nella temperatura del mare e nella salute generale degli ecosistemi marini. Solo questa settimana gli scienziati hanno segnalato il quarto evento globale di sbiancamento di massa – in cui il corallo si stressa e diventa bianco perché l’acqua in cui vive è semplicemente troppo calda. Il nostro oceano ci sta letteralmente inviando segnali di soccorso».
E Mitsotakis ha sottolineato che «Naturalmente, molto prima che comprendessimo il cambiamento climatico, l’Oceano era già sotto attacco a causa dello sfruttamento eccessivo e dell’inquinamento. Per molti anni è stata la destinazione – la discarica, in realtà – delle nostre aziende agricole e dei nostri stabilimenti. Per le persone che fanno un viaggio in spiaggia, per le città e i loro rifiuti, per le navi che attraversano l’Oceano per consegnare le merci di cui abbiamo bisogno. L’Oceano ha pagato un prezzo alto per il suo servizio all’umanità. e’ stata una fonte vitale di vita e di sostentamento. In cambio non siamo stati gentili con esso».
Per il premier greco di Nea Democrati, il summit sugli oceani di Atene esprime «UN nuovo senso di urgenza. Il nostro mondo sta cambiando più velocemente della nostra capacità di adattarci al cambiamento. Questo sta creando immense pressioni: politiche, economiche, fisiche e sociali. Nessuno può fare alcun piano senza tenere conto della crisi climatica. La soluzione a lungo termine è molto chiara: ottenere un drastico calo delle emissioni di gas serra nei prossimi vent’anni. La Grecia sta facendo la sua parte. Le nostre emissioni sono diminuite del 43% dal 2005, si tratta del calo percentuale più grande nell’Unione europea. La nostra produzione di elettricità da carbone è diminuita di quasi il 90%. La Grecia è leader quando si tratta di energie rinnovabili, classificandosi al quarto posto nell’Ue in termini di penetrazione dell’energia eolica e solare nel nostro mix elettrico. E continueremo a essere leader, soprattutto in nuovi settori, come l’eolico offshore. Ma non importa quanto velocemente riduciamo le emissioni, non possiamo sfuggire alla crisi climatica. L’anno scorso, la Grecia ha vissuto la nostra ondata di caldo più lunga mai registrata, seguita da un mega incendio boschivo nel nord-est della Grecia, nella regione di Evros, e poi da un’alluvione senza precedenti causata dalla tempesta “Daniel”. Tutto questo è accaduto nell’arco di poche settimane. La frequenza e la gravità degli eventi estremi sono in aumento. Pertanto, mentre costruiamo la società low carbon del futuro, dobbiamo anche sostenere la società del presente. Dobbiamo investire in una resilienza economicamente vantaggiosa e nella protezione civile, e dobbiamo dedicare maggiori risorse per aiutare le persone a riprendersi. Dobbiamo costruire e ricostruire per il clima del futuro».
Delineato il quadro, Mitsotakis ha poi affrontato il tema al centro della “Our Ocean Conference”: «Ma la mitigazione e l’adattamento non sono sufficienti. Dobbiamo anche concentrarci sulla protezione e sul ripristino, per isolare terre e mari dalle attività umane dannose e per dare spazio alla natura per guarire. E la natura può guarire, come abbiamo visto durante il Covid, quando una breve pausa dalla pesca ha contribuito a ringiovanire gli stock ittici a un ritmo sorprendente. L’attività economica e la tutela della natura possono e devono andare di pari passo. E questa protezione non è solo scientifica, è anche spirituale, è anche un imperativo morale, sottolineato dalla presenza qui di Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo. Grazie per essere qui e grazie per aver guidato e parlato della crisi climatica, ben prima che molti di noi fossero consapevoli delle sfide che avremmo dovuto affrontare. Dobbiamo garantire la continuità dei nostri sforzi. Questo è il motivo per cui sono orgoglioso di annunciare che un’organizzazione filantropica privata, guidata dal Bloomberg Ocean Fund, ha accettato di contribuire a finanziare un segretariato che sosterrà le future conferenze, a partire da quello che sarà il prossimo Paese ospitante, la Corea del Sud, dando seguito agli impegni esistenti e alla loro attuazione».
E il primo ministro conservatore greco ha messo sul tavolo impegni concreti – derivanti dalle normative europee e dagli accordi Onu – che la destra italiana conferma teoricamente ma non applica concretamente e combatte pervicacemente ogni volta che l’Europa cerca di attuarli: «Qui in Grecia abbiamo adottato per legge l’obiettivo di proteggere almeno il 30% della nostra terra e del mare entro il 2030. La Grecia è stata anche il primo Paese dell’Ue a riconoscere le “aree chiave per la biodiversità” nella propria legislazione nazionale.
Abbiamo istituito uno status di protezione speciale per vietare la costruzione di nuove strade e altre superfici artificiali in nove zone montuose emblematiche. E’ un’iniziativa che abbiamo chiamato “Untrodden Mountains”.
Abbiamo esteso questa logica al mare, individuando più di 200 spiagge in aree marine protette dove impediamo qualsiasi sfruttamento commerciale. Alcune aree devono rimanere intatte e completamente immuni dal turismo di massa».
E alla “Our Ocean Conference” la Grecia ha annunciato nuovi impegni. Mitsotakis ha evidenziato i 4 secondo lui più importanti: «Istituiremo due ulteriori parchi nazionali marini, uno nello Ionio, uno nell’Egeo, aumentando la dimensione delle nostre aree marine protette dell’80% e coprendo circa 1/3 delle nostre acque marine territoriali. Vieteremo la pesca a strascico nei nostri parchi marini nazionali entro il 2026 e in tutte le aree marine protette entro il 2030. Istituiremo un sistema di sorveglianza all’avanguardia, alimentato da droni, satelliti e intelligenza artificiale, per pattugliare efficacemente queste aree entro il 2026. E rimuoveremo i rifiuti di plastica nell’acqua del 50% e la microplastica del 30% entro il 2030, rispetto al 2019».
Un nuovo parco marino coprirà 3.000 miglia quadrate del Mar Egeo, mentre l’altro coprirà più di 5.000 miglia quadrate del Mar Ionio. Insieme, i due parchi copriranno un’area più grande dell’intera Emilia Romagna.
Ma la Grecia no ha intenzione di proteggere l’intera Fossa Ellenica, il tratto più profondo del Mar Mediterraneo, dove i capodogli e zifi partoriscono e allevano i loro cuccioli e 39 associazioni ambientaliste – comprese Wwf, Legambiente e Greenpeace – e 61 scienziati hanno protestato un governo che dice di voler proteggere il mare ma mette a rischio la vita marina con la ricerca del gas nella Fossa Ellenica. Negli ultimi anni un’area marina che va dallo Ionio a Creta (circa 56.000 km2) è stata data in concessione all’industria del petrolio e del gas per l’esplorazione e lo sfruttamento di idrocarburi. L’area si estende dal nord di Corfù al sud di Creta e si sovrappone in gran parte con quasi tutta la fossa ellenica occidentale e meridionale, un habitat critico e un hotspot di biodiversità marina di importanza ecologica globale.
Associazioni e scienziati ricordano che « L’importanza ecologica fondamentale della Fossa Ellenica è stata riconosciuta anche da accordi internazionali, come Agreement for the Conservation of Cetaceans in the Black Sea, Mediterranean Sea and adjacent Atlantic waters (ACCOBAMS). La Fossa Ellenica e l’adiacente Arcipelago del Mar Ionio sono stati identificati come ““Important Marine Mammal Areas”” da una task force globale di esperti di mammiferi marini, e la più ampia Fossa Ellenica è proposta come Area Marina Protetta. Tuttavia, ad oggi, solo una piccolissima parte costiera dell’intera area ha ricevuto protezione. Quest’area non è adeguatamente protetta e non comprende l’habitat più importante per i mammiferi marini. Firmando la dichiarazione, esprimiamo la nostra grave preoccupazione per questi piani che mettono seriamente a rischio la biodiversità marina della Fossa Ellenica. Per garantire un ambiente marino sano e vitale in Grecia, sollecitiamo la riconsiderazione di tutte le procedure di licenza per le operazioni di trivellazione di petrolio e gas e chiediamo l’efficace protezione della Fossa Ellenica, verso un divieto permanente in Grecia».
Nella fase preparatoria della Conferenza, la Grecia ha individuato 21 azioni da attuare con 780 milioni di euro di finanziamenti garantiti, «Versando – ha detto il premier – quello che ritengo sia un significativo acconto sulla futura salute del nostro Oceano» che poi ha annunciato un nuovo Fondo di Decarbonizzazione dedicato alle isole greche e finanziato con le quote del Sistema Europeo delle emissioni: «Questo fondo, a seconda del prezzo del carbonio, potrebbe valere alla fine 2 miliardi di euro, per collegare le nostre isole alla rete continentale, per finanziare lo stoccaggio e le energie rinnovabili, compreso l’eolico offshore. Aiuterà a costruire serbatoi d’acqua multiuso. Oltre al suo “blu infinito”, la Polinesia greca deve diventare e diventerà più verde».
Mitsotakis ha concluso; «La Grecia ha scelto di ospitare la nona conferenza Our Ocean per catalizzare l’azione. Siamo rincuorati dagli impegni assunti durante questo incontro: oltre 400 promesse, per un valore superiore a 10 miliardi di dollari. Questi annunci, e la presenza di così tanti di voi qui oggi, dimostrano che abbiamo la volontà politica di agire. Solo lavorando insieme, governi, imprese, società civile e rimanendo fedeli allo spirito di equità e solidarietà, possiamo affrontare questa sfida globale. La mia speranza è che guarderemo indietro alla nona “Our Ocean Conference” come a un punto di svolta nel lungo arco di protezione del nostro oceano. Solo attraverso le nostre azioni possiamo dire di aver veramente lasciato il segno, aiutando il nostro Oceano a raggiungere il suo potenziale».