La lontra è tornata in Toscana, dopo 35 anni
Un giovane esemplare morto trovato sulla sponda sinistra del fiume Magra
[26 Marzo 2024]
All’inizio del 900, la lontra era presente, seppur con un basso numero di individui, in tutti i fiumi della Regione Toscana. Negli anni ’70 la specie era già molto rara nella regione, confinata ad un ridotto numero di corsi d’acqua, prevalentemente in provincia di Grosseto, dove tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 del 1900 gli ultimi individui vivevano nei bacini Merse e Farma e nell’Oasi Wwf del Lago di Burano.
A circa 40 anni dall’ultimo censimento nazionale, tra il 2022 e il 2023, il Wwf Italia ha avviato un nuovo progetto per rilevare segni di presenza della specie in 10 regioni del centro-nord Italia nelle quali la specie era ritenuta ancora estinta, tra cui la Toscana, o molto rara.
Nell’ambito di questo progetto, Emiliano Mori del Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrrestri del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR IRET) di Sesto Fiorentino e i suoi collaboratori Andrea Viviano, Leonardo Ancillotto e Mariella Baratti, hanno percorso 95 transetti lungo 20 fiumi (Merse, Farma, Ombrone, Bruna, Orcia, Rosia, Fiora, Arno, Mugnone, Serchio, Reno, Pesa, Ombrone Pistoiese, Cecina, Elsa, Cornia, Bisenzio, Tevere e Magra), senza rilevare alcun segno di presenza della lontra, ad eccezione dell’osservazione di un individuo fuggito dalla cattività in provincia di Arezzo.
Ma Il 19 marzo 2024 c’è stata la svolta che tanto attesa e ora i ricercatori del CNR IRET confermano a greenreport.it che «Un giovane esemplare di lontra è stato rinvenuto morto sulla sponda sinistra del fiume Magra da Angelo Martinelli e recuperato previa autorizzazione da Giuseppe Negrari del Wwf e da Giacomo Bruni».
Come ricorda il Wwf, «Le minacce per questa specie sono oggi ben note e vanno dalla distruzione degli habitat fluviali, l’inquinamento da sostanze chimiche, scarichi urbani e industriali fino all’impoverimento della fauna ittica, risorsa fondamentale per questo carnivoro. Sfortunatamente, ogni anno diversi esemplari di lontra finiscono investiti lungo le strade durante i loro spostamenti notturni. Non mancano purtroppo anche atti di bracconaggio dovuti al conflitto con i pescatori e gli allevamenti ittici. Infine, per un animale così legato ai fiumi, nuclei riproduttivi così ridotti e isolati rappresentano sempre un fattore critico per la sopravvivenza a lungo termine».
Mori spiega che «La carcassa è stata trasferita l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale, dove sarà sottoposta ad esame autoptico per definire le cause di morte e rilevare dati utili a comprendere lo stato di salute della popolazione italiana. Sebbene un singolo individuo, per quanto giovane, possa non sottendere la presenza di una popolazione riproduttiva, la notizia è sicuramente incoraggiante e rende necessario avviare ulteriori controlli nel Magra e nei bacini limitrofi».
Infatti, la sfortunata giovane lontra è la messaggera di un ritorno e del fatto che, nonostante il cambiamento climatico e le modifiche antropiche del territorio, la natura resiste, cerca nuovi spazi e rioccupa, dove può, antichi areali. Il ritorno della lontra in Toscana ci parla di questo e dell’attenzione che dobbiamo avere per non perderla di nuovo.