Wwf: «Ora tocca a Pantelleria»
La Norvegia dice no al petrolio offshore nelle Lafoten e nell’Artico
[4 Ottobre 2013]
In Norvegia la leader del Partito conservatore Erna Solberg ha formato un governo di minoranza con la destra populista del Partito del progresso e con il sostegno parlamentare esterno dei liberali e dei democristiani, sulla base di un accordo che vieta la trivellazione petrolifera nelle isole Lofoten e nell’Artico norvegese. Quindi, il nuovo governo di centro-destra norvegese ha subito annunciato che non consentirà la ricerca petrolifera nel mare delle isole Lofoten, Vesterålen e Senja, sia per difendere il loro ambiente marino unico che un paesaggio davvero eccezionale. Inoltre il nuovo governo di Oslo ha deciso di non consentire le ricerche petrolifere nelle aree dell’alto Artico ed intorno alle isole Jan Mayen, altre aree ambientalmente sensibili. L’area delle Lofoten era protetta dal 2001, ma negli ultimi anni c’erano state forti pressioni per aprirla alle ricerche petrolifere e il precedente governo di centro-sinistra sembrava tentato.
Esultano gli ambientalisti, a cominciare dal Wwf: «Si tratta di un importante precedente che mette il valore della natura prima di quello della ricerca del petrolio e che ci auguriamo sia di buon auspicio anche per l’Italia: nell’area del Canale di Sicilia e dell’Isola di Pantelleria il Wwf sta chiedendo la creazione di un’area protetta “oil e gas free” attraverso la campagna e raccolta firme “Sicilia: il Petrolio mi sta stretto”, legata al più generale impegno per ridurre drasticamente la produzione e l’uso dei combustibili fossili e focalizzata sull’immenso valore naturalistico, storico e paesaggistico dell’area».
Le associazioni ambientaliste norvegesi lodando la decisione di smetterla con i progetti petroliferi off hore:
«Questa è davvero una notizia fantastica, ed i liberali e i democristiani sono da lodare ed onorare per aver legato a questo la concessione della fiducia al governo», ha detto Silje Lundberg, a capo di Nature and Youth.
Anche per Bjørn Kjensli, a capo di Oil free Lofoten, Vesterålen and Senja, un combattivo comitato locale, «Questa è una vittoria per i pescatori, l’ambiente, il clima e le regioni che ora possono continuare a sviluppare attività sostenibili ed orientate al futuro».
La Solberg, dovrebbe annunciare i nomi dei ministri del suo nuovo governo di minoranza il 15 ottobre, allora finiranno gli 8 anni di domino laburista segnati dalla strage fascista di Utøya ed inizierà, in maniera inaspettatamente ambientalista, il nuovo corso del centro-destra norvegese.
Gro Brækken, direttore generale della Norwegian Oil and Gas Association non l’ha resa bene e in un comunicato stampa sottolinea che i tre quarti dei deputati nel nuovo Parlamento sono stati eletti sulla base di un programma che dice di sì allo studio dell’impatto delle attività petrolifere nelle acque delle Lofoten, Vesterålen e Senja: «E ‘un problema democratico che una netta maggioranza in Parlamento che sostiene di nuovo una tale valutazione di impatto sia soffocata da una piccola minoranza. I rappresentanti della Democrazia Cristiana e dei liberali, entrambi senza un solo membro in parlamento del nord della Norvegia, hanno un’influenza troppo grande influenza su questo tema che ha una grande importanza per lo sviluppo del business in questa regione».
Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf Italia, sottolinea che «La vittoria norvegese non è solo una vittoria per tutti gli ambientalisti che, con il Wwf Norvegia, si battono da anni per la protezione delle Lofoten. E’ prima di tutto una grande vittoria per una natura incredibile, per i merluzzi, per gli uccelli marini, per la più grande barriera corallina d’acqua fredda del mondo. Ed è anche la speranza di perpetuare questo valore per il futuro, creando posti di lavoro e favorendo la transizione verso una società rinnovabile al 100%. Oggi gli scienziati ci dicono che i combustibili fossili devono rimanere sotto terra, se vogliamo cercare di fermare il cambiamento climatico; cominciamo con le aree più preziose per la natura e per i tanti esseri umani che vivono della loro bellezza e delle ricchezze che producono. Basti pensare che l’area vicina alle Lofoten assicura il 70% di tutte le risorse ittiche pescate in Norvegia».
Marco Costantini, responsabile Mare del Wwf Italia, aggiunge: «Pantelleria è un Eden in mezzo al mare. Attorno all’isola quest’estate si sono viste centinaia di tartarughe marine, due balenottere, le mobule, ovvero le mante del Mediterraneo, tonni e pesci di ogni tipo. È stata sorvolata da fenicotteri, cicogne, falchi, aquile addirittura di provenienza asiatica dirette in Africa. Un gioiello nero di ossidiana e verde di macchia mediterranea e giardini panteschi con aranci secolari; un’isola che rischia di essere malamente sporcata dagli sversamenti routinari o da possibili incidenti, che tutti ci auguriamo non avvengano mai. A ridosso di Pantelleria, una concessione per l’estrazione petrolifera data prima del 2010 non “scompare” con l’applicazione del Decreto Passera, la cui applicazione tanto pomposamente è stata comunicata dal Ministero dello Sviluppo Economico. Nulla è cambiato, Pantelleria rimane minacciata da future estrazioni petrolifere. Quando il governo italiano fermerà questo illogico sfruttamento attorno ad un’isola di una bellezza stordente? Quando potremmo dire con orgoglio che l’Italia è come la Norvegia?»
In questi mesi il Wwf sta promuovendo la Campagna globale “Ci tieni al futuro? Riprenditi l’energia! (Seize Your Power) rivolta ai cittadini per chiedere alle istituzioni finanziarie e ai governi del mondo di agire immediatamente investendo nell’energia rinnovabile e nell’efficienza energetica. Migliaia di cittadini in tutto il mondo stanno firmando la petizione www.wwf.it/riprenditilenergia per chiedere di finanziare il futuro delle rinnovabili e non il passato delle energie fossili.