Domani riprende l’esame della pdl avanzata dalla Lega e sostenuta dai partiti del Governo Meloni
La proposta di legge sulla caccia selvaggia torna in Parlamento, Wwf: «Regalo ai bracconieri»
«Si tratta di un gravissimo attacco alla natura, riduce la fauna selvatica a merce di scambio elettorale»
[3 Aprile 2024]
Nonostante la denuncia arrivata una settimana fa da un nutrito gruppo di associazioni ambientaliste e animaliste, domani in Parlamento riprenderà l’esame della proposta di legge sulla caccia selvaggia avanzata dalla Lega e sostenuta dai partiti del Governo Meloni.
Si tratta della pdl 1548 a prima firma Bruzzone, definita dal Wwf Italia come «un vero regalo ai bracconieri, perché prevede la cancellazione di alcune tra le principali regole che sino ad oggi hanno consentito di garantire un minimo di tutela per la fauna italiana. Si tratta di un gravissimo e ingiustificato attacco alla natura e agli animali selvatici che farebbe ripiombare indietro di oltre 30 anni la legislazione italiana in materia di protezione della biodiversità».
Queste, in breve, le disposizioni che la maggioranza di centrodestra vuole approvare:
- allungamento della stagione venatoria oltre i limiti fissati dalla scienza e dalle direttive europee, con gravissime ripercussioni su tutta la fauna e in particolare sugli uccelli che verrebbero cacciati durante i delicati periodi della migrazione e della riproduzione;
- abolizione delle giornate di silenzio venatorio, con conseguente possibilità di andare a caccia 7 giorni su 7, per la maggior parte dell’anno, senza concedere neppure un giorno di tregua alla fauna e impedendo ai normali cittadini di frequentare le aree naturali senza il rischio di essere impallinati;
- cancellazione delle norme che tutelano i piccoli uccelli utilizzati in maniera vergognosa come richiami vivi, con conseguente via libera ai bracconieri che già oggi guadagnano enormi ricchezze con il traffico di questi uccelli catturati illegalmente in natura;
- possibilità di andare a caccia anche di notte con visori termici (gli stessi utilizzati in guerra);
- indebolimento dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che verrebbe scavalcato da 20 diversi organismi regionali sulla caccia alle dipendenze della politica, così da permettere alle Regioni di varare calendari venatori ancora più favorevoli ai cacciatori;
- approvazione dei calendari venatori per legge e non per atto amministrativo, per impedire alle associazioni come il Wwf di chiedere l’annullamento da parte dei Tribunali amministrativi regionali (Tar) anche di quelli palesemente illegittimi;
- riduzione delle sanzioni, già oggi irrisorie, contro chi esercita la caccia in periodo di divieto o nelle aree private in cui non è consentita (fondi chiusi).
Impedire al mondo scientifico di controllare senza condizionamenti della politica gli impatti della caccia su specie e habitat, sottrarre alle autorità strumenti sanzionatori e mettere il bavaglio alle associazioni ambientaliste, impedendo di tutelare gli interessi collettivi comporta come ovvia conseguenza una diffusione incontrollata del bracconaggio e un aumento del rischio per la sicurezza e la salute dei cittadini.
«La proposta Bruzzone – argomenta il Wwf – è un vero manifesto di ideologia e arroganza, espressione della peggiore frangia del mondo venatorio perché ha un solo chiaro obiettivo: ridurre la fauna selvatica, che è un patrimonio di tutti, a merce di scambio elettorale, cancellando ogni minimo elemento di tutela previsto nella legge n. 157/1992 senza badare alle conseguenze».
Come ciliegina sulla torta, l’approvazione della pdl determinerebbe sicuramente l’avvio di una nuova procedura d’infrazione da parte della Commissione europea – in primis per la violazione della direttiva Uccelli – costringendo ogni cittadino a pagare con le proprie tasse le conseguenze di queste folli scelte della politica filo-venatoria.
«Non è possibile – concludono dal Panda nazionale – che un patrimonio che appartiene a 60 milioni di italiane e italiani venga gestito in questa maniera al solo fine di garantire il crudele divertimento di una sparuta minoranza».