La Sanremo dei passeri cantori. Cambiano una playlist e ricordano almeno 30 motivi

Mescolano e ripetono le loro melodie per mantenere il pubblico femminile in ascolto

[1 Febbraio 2022]

Secondo lo studio “Long-Distance Dependencies In Birdsong Syntax”, pubblicato su Proceedings of the Royal Society B  dai biologi William Searcy dell’università di Miami e da Jill Soha, Susan Peters, Stephen Nowicki della Duke University, « I cinguettii del passero cantore (Melospiza melodia) e il  suo “cervello da uccello” sono molto più complessi e simili al linguaggio umano di quanto si pensasse».

I passeri cantori sono uccelli comuni in tutto il Nord America, ma cantano solo i maschi che utilizzano il canto per difendere il loro territorio e i compagni di corte. Come spiegano alla Duke University, «I passeri maschi mescolano e rimescolano deliberatamente il loro repertorio di canzoni forse per mantenerlo interessante per il loro pubblico femminile».

La ricerca realizzata dal  laboratorio di Nowicki, del Duke Institute for Brain Sciences, dimostra che i maschi di passer cantore «Tengono traccia dell’ordine delle loro canzoni e della frequenza con cui ognuna viene cantato per un massimo di 30 minuti in modo che possano curare sia la playlist attuale che quella successiva».

Durante il corteggiamento, i passeri cantori si esibiscono cantando fino a 12 diverse canzoni di due secondi, un repertorio che può richiedere quasi 30 minuti per essere completato, perché ripetono la stessa canzone più volte prima di passare alla traccia successiva. Oltre a variare il numero di ripetizioni, i maschi mescolano anche l’ordine delle loro melodie ogni volta che cantano la loro discografia.  Ma quel che non si sapeva era se i maschi cambiassero l’ordine e le ripetizioni delle canzoni per caso o di proposito.   Per capirlo Searcy ha registrato i canti dei Melospiza melodia nei boschi di nel nord-ovest della Pennsylvania, installando microfoni che puntavano verso gli alberi e aspettando  pazientemente di registrare per 5 ore al giorno.

Nowicki dice che non è un lavoro per tutti: «Non userei mai la parola noioso, perché è rilassante se ti piace stare sul campo ed è una bella giornata e hai il tuo microfono parabolico e stai puntandolo verso un passero cantore per ore. Alcune persone lo troverebbero noioso. Io e certamente Bill lo troveremmo meditativamente rilassante. L’unica cosa che succede è che a volte il tuo braccio si stanca».

Dopo aver registrato l’intera suite di canzoni di più di 30 uccelli, il team ha esaminato gli spettrografi visivi dei trilli e ha analizzato la frequenza con cui ogni canzone veniva cantata e in quale ordine. Il primo indizio che i maschi tengono d’occhio i loro cinguettii per evitare la ripetizione è che, proprio come una playlist di Spotify, i maschi generalmente cantano il loro intero repertorio prima di ripetere una canzone.

I ricercatori hanno anche scoperto che «Più un passero cantava una determinata canzone, più tempo impiegava per tornare a quella canzone, forse per creare clamore e novità una volta che quella canzone veniva suonata di nuovo. Ad esempio, se un maschio cantava la Canzone A 10 volte di seguito, avrebbe cantato ancora più interpretazioni delle sue altre canzoni prima di tornare di nuovo alla Canzone A. In alternativa, se la canzone A  veniva gorgheggiata solo tre volte durante un set, un passero maschio poteva esibirsi in una versione più breve del resto del suo repertorio per tornare alla canzone A ancora nuova e sottovalutata».

Il teram di ricercatori dicono che «Presi insieme, questi risultati dimostrano che i passeri cantori possiedono un talento estremamente raro con un nome altrettanto raro: “dipendenze a distanza”. Significa che ciò che un passero maschio canta in quel momento dipende da ciò che ha cantato fino a 30 minuti fa. Questa è una capacità mnemonica 360 volte maggiore rispetto al precedente detentore del record, il canarino, che in questo modo può destreggiarsi tra circa 5 secondi di informazioni sui brani».

Sebbene impressionanti, le implicazioni di questo studio per gli esseri umani sono meno chiare. Gli scienziati statunitensi dicono che il risultato «Suggerisce che l’ordine delle parole nel linguaggio umano, che è similmente influenzato dalle dipendenze a lunga distanza, potrebbe non essere unico come si pensava una volta».

Resta da vedere se una migliore capacità di mixare le loro canzoni dia ai maschi un vantaggio nel trovare l’amore. Forse le femmine mantengono l’interesse per un compagno che confonde di più le melodie e hanno meno probabilità di svignarsela con un altro maschio. I test di paternità sono un buon indicatore della monogamia negli uccelli, quindi contare quanti pulcini sono generati dal compagno di nido di una femmina rispetto a un altro uccello che bazzica il vicinato potrebbe essere un progetto futuro per il team di Nowicki.

Per ora i ricercatori fanno solo ipotesi su questa specie di playlist di Sanremo senza tegua per mantenere l’interesse delle femmine, ma evidenzia un approccio simile a quello umano in palestra:  «Hai la tua playlist per correre e il motivo per cui ce l’hai è perché correre è un po’ noioso – conclude Nowicki –  Sai che queste 10 canzoni ti manterranno motivato, ma se hai intenzione di correre per 20 canzoni, perché non mescolarle in modo che la prossima volta non ascolti le stesse canzoni nello stesso ordine?»