Riceviamo e pubblichiamo
La svolta ambientale e il ruolo dei parchi
[4 Ottobre 2019]
I problemi posti dai tantissimi giovani che occupano piazze e si fanno ascoltare all’Onu e nelle altre sedi istituzionali riguardano ormai non solo il nostro presente ma ancor più il futuro del pianeta.
Sul merito di queste scelte culturali, politiche e istituzionali sono in corso scontri e polemiche spesso indecorose e senza freni che danno bene l’idea a cosa in molti casi si è ridotta la politica.
Tra i molti aspetti cruciali di questo difficile confronto uno non secondario riguarda il rapporto – forse meglio dire l’integrazione – tra i non pochi ambiti o comparti regolati e gestiti da specifiche leggi e norme e anche soggetti istituzionali. È il caso non unico ma sicuramente tra i più significativi dei parchi e delle aree protette, che dal 1991 si avvalgono di una legge quadro nazionale.
I parchi come sappiamo sul loro territorio devono operare con un piano di cui purtroppo in molti casi non hanno saputo o voluto dotarsi con effetti ovviamente negativi. Quello più evidente è che è venuta meno quella capacità di raccordo e integrazione non solo all’interno del parco ma anche nei territori confinanti. Ed è da qui che parchi e aree protette devono ripartire se non vogliono ridursi ad una presenza marginale.
Una ripartenza nazionale se non vogliamo aggravare una gestione ministeriale e governativa e pure parlamentare che, anziché promuovere una politica degna di questo nome, ha scaricato irresponsabilmente e pretestuosamente le colpe sui limiti della legge quadro sottoposta a maltrattamenti fortunatamente falliti.
Con il ministro Costa qualcosa ha ripreso a muoversi nel verso giusto, ma ora è indispensabile fare sul serio. I parchi in Italia oggi sono ‘orfani’ di una politica nazionale quindi non un sistema quale avrebbe voluto la legge. Parchi senza una dimora nazionale.
Come Gruppo di San Rossore stiamo mettendo a punto un nuovo libro della nostra Collana ETS che raccoglie molti contributi interessanti e documentali sul panorama nazionale che intendiamo presentare e discutere entro la fine dell’anno a Pisa anche con il ministro, e con tutti coloro che vorranno partecipare e intervenire.
Pisa e la Toscana con i parchi e l’ambiente se la sono cavata non male in questi anni. È una sede giusta da dove si può ripartire non con nuove proteste ma nuove proposte.
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