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La Tanzania censirà ippopotami e coccodrilli

I bracconieri li uccidono per i denti, che vengono venduti a caro prezzo in Asia
 |  Natura e biodiversità

La Tanzania ha annunciato che procederà a un censimento di tutti i suoi ippopotami e coccodrilli per rafforzare le misure di protezione della fauna selvatica. Una decisione che arriva dopo che diversi rapporti hanno rivelato che i bracconieri uccidono ippopotami e coccodrilli per estrarre i  loro denti che vengono venduti a caro prezzo in Asia.

Simon Mduma, direttore del Tanzania Wildlife Research Institute (Tawiri), un’organizzazione parastatale  che fa capo  al ministero delle risorse naturali e del turismo e responsabile del coordinamento delle ricerche sulla fauna selvatica nella Repubblica unita della Tanzania, ha detto che «Il censimento delle popolazioni di ippopotami e coccodrilli si farà tra luglio e agosto 2018. I fondi necessari sono stati già sollecitati e il mio istituto si lancerà in questa impresa durante la stagione secca».

Mduma ha ricordato che «Sfortunatamente, l’anno scorso, i finanziatori ci hanno trasmesso i fondi quando la stagione secca era già finita. Il censimento è stato un fallimento, dato che deve essere fatto principalmente nei fiumi e comporta anche delle osservazioni aeree e terrestri».

Il direttore del Tawiri ha precisato che «Questo cantiere dovrà durare un mese e cominciare con gli ippopotami e i coccodrilli dei Parchi Nazionali e delle riserve di caccia del sud della Tanzania. Comporterà la partecipazione di esperti della Tanzania national Parks authority e della Tanzania wildlife management authority».

In Tanzania l’ultimo censimento degli ippopotami è stato condotto nel 2001 e allora la popolazione di questi animali era di 20.079 individui. Non si sa esattamente quanti ippopotami siano rimasti in Africa, quel che è certo è che negli ultimi anni sono sempre più minacciati dalla caccia e che sono  diventati il mammifero africano più pericoloso per l’uomo: fanno molte più vittime dei leoni e degli elefanti e anche dei bufali del Capo.

Redazione Greenreport

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