L’Amazzonia peruviana fatta a pezzi dalle piantagioni per olio di palma e cacao
Una legge truffa che cerca di legalizzare la deforestazione e di ingannare l’Unione europea
[13 Febbraio 2024]
Il nuovo rapporto “Parcelando la Amazonía“ dell’Environmental investigation agency (EIA), rivela come le imprese dell’olio di palma e del cacao stanno provocando la deforestazione in Amazzonia e commettendo illegalità con la complicità del governo del Perù.
All’EIA sottolineano che «L’olio di palma prodotto da alcune di queste imprese è entrato nelle liste di distribuzione di grandi multinazionali come Kelloggs , Nestlé e Colgate . L’olio di palma viene commercializzato anche da aziende con sede in Belgio (Vandemoortele) e Spagna (Lipsa) che producono merci per il mercato dell’Unione Europea (Ue), proprio quando entrano in vigore una nuova legge – il Regolamento sulla deforestazione della Unione Europea (EUDR) – che proibisce l’importazione di merci provenienti da qualsiasi deforestazione illegale prodotta prima del 31 dicembre 2020, nonché i proventi della deforestazione – inclusa la deforestazione legale – che si sono verificati dopo dicembre 2020».
Nonostante questo, il Congresso del Perù ha recentemente approvato la nuova legislazione che modifica la ley forestal, legalizza gran parte della deforestazione illegale attuata da alcune delle aziende menzionate nel rapporto e viola i termini dell’accordo commerciale tra gli Stati Uniti e il Perù che obbliga entrambi i Paesi a non indebolire le protezioni ambientali per promuovere il commercio.
La Confiep, la federazione delle imprese peruviane di commercio ed esportazione ha addirittura chiesto che l’EUDR venga richiamato come giustificazione per l’approvazione della nuova legge e quindi l’olio di palma e il cacao prodotti da aziende che hanno deforestato impunemente per anni possono continuare ad essere venduti ai consumatori europei e peruviani, con il rischio di creare un precedente per produrre ancora più deforestazione in Amazzonia.
Le informazioni ufficiali rivelano che il Perù negli ultimi deccnni ha abbattuto 2.774.563 ettari di foresta, una superficie simile a quella di Haiti. Anche se il governo attribuisce gran parte di questa perdita all’agricoltura su piccola scala, l’indagine dell’EIA fa luce sulla crescita della produzione industriale di olio di palma e cacao nell’Amazzonia peruviana e rivela che «Le aziende menzionate, in totale, hanno dovuto affrontare una serie di abusi, tra I quali l’abbattimento di quasi 13.000 ettari di foresta amazzonica, l’acquisizione di terre a titolo ilegale, la deforestazione senza permessi, la mancata presentazione della documentazione ambientale richiesta, il non pagamento di multe e la violazione dei diritti dei popoli indigeni e delle comunità locali».
Il rapporto rivela anche gravi errori di governance da parte dello Stato peruviano nelle attività delle aziende e segnala casi di complicità del governo nei comportamenti illegali.
La pubblicazione della nuova modifica della legge forestale, che secondo gli analisti giuridici è stata approvata in fretta dal Congresso omettendo le procedure adeguate, condona tutta la deforestazione illegale storica comessa in ambienti rurali o in aree deforestate per l’agricoltura e corre il rischio di permetterne ancora di più nel futuro. Di conseguenza, impedisce che le grandi imprese agricole vengano ritenute responsabili per la deforestazione illegale precedente, eludendo così le disposizioni fondamentali della nuova legge dell’Ue.
Le organizzazioni della società civile peruviana, inclusi i popoli indígeni e le ONG hanno duramente protestato contro la nuova legge e l’hanno anche impugnata in tribunale per violazione della Costituzione.
Julia Urrunaga, direttrice dell’EIA Perù, ha spiegato che « Questa legge indebolisce la lotta contro l’impunità premiando i cattivi autori della deforestazione illegale e rischia di incoraggiare ulteriori distruzioni. Deve essere abrogata e le imprese implicate nel disboscamento illegale delle foreste risponderanno del loro delitto».
L’EIA chiede ai governi dell’Unione Europea, degli Stati Uniti, della Norvegia e della Germania – che forniscono aiuti per conservare i boschi tropicali – che «CollaborIno con il governo peruviano per convincerlo che deroghi la modifica della ley forestal, aumenti la trasparenza nel settore terriero, esiga che vengano ritenuti responsabili le imprese e i funzionari statali implicati nell’illegalità, riformi esaustivamente le istituzioni statali e promuova leggi che proteggano, invece di pregiudicarla, l’Amazzonia e le persone che dipendono da essa».
Tuttavia, il Congresso del Perù si è recentemente affrettato ad approvare una nuova legislazione che legalizza gran parte della deforestazione illegale effettuata da alcune delle società menzionate nel rapporto. Di conseguenza, l’olio di palma e il cacao contaminati prodotti da aziende che hanno operato impunemente per anni potrebbero continuare a essere commercializzati agli ignari consumatori europei e peruviani, creando un pericoloso precedente con il rischio di un’ulteriore deforestazione illegale in Amazzonia in futuro. .
L’EIA chiede ai governi dell’Unione Europea, degli Stati Uniti, della Norvegia e della Germania – che contribuiscono alla conservazione delle foreste tropicali – di collaborare con il governo peruviano per convincerlo ad abrogare la modifica della legge forestale, aumentare la trasparenza nel settore fondiario , ritenere responsabili le aziende e i funzionari statali implicati nell’illegalità, riformare integralmente le istituzioni statali e promuovere leggi che proteggano, anziché danneggiare, l’Amazzonia e le persone che dipendono da essa».