Le associazioni ambientaliste europee alla von der Leyen: sui lupi dichiarazioni fuorvianti

8 ONG: diffusione di informazioni inesatte sui lupi europei da parte del presidente della Commissione Ue

[12 Settembre 2023]

Ariel Brunner, direttrice regionale di BirdLife Europe and Central Asia, Ester Asin, direttrice del Ww european policy office, Gabriel Schwaderer, direttore esecutivo di EuroNatur, Joanna Swabe, direttrice senior public affairs di Humane society international/Europe (Hsi), Staci McLennan, direttrice policy-Europe dell’International fund for animal welfare (Ifaw), Mark Jones, head of policy di  Born free foundation, Faustine Bas-Defossez, direttrice natura, salute e ambiente dell’European environmental bureau (Eeb, al quale aderisce Legambiente) e Anaïs Berthier, a capo del ClientEarth Brussels office, hanno scritto una lettera alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in risposta al comunicato stampa della Commissione Ue su “Lupi in Europa” del 4 settembre 2023 nel quale esprimono la loro «profonda preoccupazione per le informazioni fuorvianti che questa comunicazione diffonde riguardo ai lupi in Europa».

Le associazioni protezionistiche scrivono che «per quanto riguarda i pericoli per l’uomo e il bestiame, i messaggi contenuti nella comunicazione alla stampa sono fuorvianti e anticipano il risultato della consultazione pubblica. L’affermazione secondo cui la concentrazione di branchi di lupi è diventata un pericolo per il bestiame e potenzialmente per gli esseri umani non è basata sulla scienza. In Europa il lupo non è considerato pericoloso per l’uomo. Le prove scientifiche hanno dimostrato che i lupi non trattano gli esseri umani come prede e che gli incontri mortali sono eccezionali, in contrasto con una serie di minacce reali e significative per la vita umana (come eventi meteorologici estremi o incidenti automobilistici e inquinamento). I danni al bestiame sono spesso legati alla mancanza di un’adeguata supervisione e/o protezione fisica».

Le 8 Ong ricordano alla von der Leyen che «sono disponibili linee guida Ue e nazionali, buone pratiche e strumenti per prevenire e compensare il danno economico causato dai lupi. Le buone pratiche includono l’addestramento dei cani per proteggere le mandrie, l’educazione dei pastori, gli strumenti e le soluzioni tecniche per scoraggiare i lupi. Le linee guida dell’Unione Europea per gli aiuti di Stato nel settore agricolo consentono agli Stati membri dell’Ue di concedere il pieno risarcimento agli agricoltori per i danni causati da animali protetti, come i lupi. Questo consente anche di rimborsare integralmente i costi degli investimenti effettuati per prevenire tali danni, ad esempio l’installazione di recinzioni elettriche o l’acquisto di cani da guardia. Inoltre, i fondi per lo sviluppo rurale del Feasr possono potenzialmente sostenere la coesistenza, in particolare attraverso investimenti e maggiori pagamenti per superficie agroambientali per le aree in cui la presenza di grandi predatori potrebbe impedire la realizzazione di pratiche di pascolo benefiche per l’ambiente. Queste opportunità sono attualmente sottoutilizzate».

Inoltre, secondo gli esponenti delle associazioni protezionistiche europee,  la consultazione viola le norme della Commissione per una migliore regolamentazione: «Qualsiasi decisione volta a modificare lo stato di conservazione dei lupi deve basarsi su dati scientifici affidabili, secondo le disposizioni della normativa pertinente e non su prove aneddotiche presentate attraverso un processo di consultazione non trasparente e irregolare. E’ incomprensibile che la Commissione abbia annunciato la raccolta di dati sulle “sfide legate al ritorno dei lupi” per un periodo di 18 giorni tramite un indirizzo email dedicato. Riteniamo che ciò violi le regole stesse della Commissione in materia di migliore regolamentazione. Gli orientamenti per legiferare meglio richiedono che tutte le parti interessate dispongano di un periodo ragionevole durante il quale apportare contributi informati ed efficaci. 18 giorni non è un periodo ragionevole. La Commissione dovrebbe già essere in possesso di dati significativi derivanti dal controllo di adeguatezza delle direttive sulla natura condotto di recente, nonché dalle relazioni degli Stati membri in base ai requisiti della direttiva Habitat».

Le Ong ricordano alla von der Leyen che «in qualità di Presidente della Commissione europea, ricopre una posizione unica e autorevole e siamo molto allarmati dai commenti fuorvianti sui social media sui lupi pubblicati a suo nome. Proteggere i lupi in Europa non è solo una questione di importanza ecologica, ma riflette anche il nostro impegno per la conservazione della biodiversità e i valori di coesistenza e tolleranza. I lupi sono parte integrante del patrimonio naturale europeo e svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio dell’ecosistema e della biodiversità e il ritorno del lupo in Europa rappresenta un notevole successo di conservazione che non deve essere messo a repentaglio. La Commissione europea deve dare l’esempio per una sana elaborazione delle politiche e per una gestione e conservazione responsabile della fauna selvatica, guidata da dati scientifici, piuttosto che dalle opinioni e dagli interessi economici di pochi. Vorremmo che venga fatta chiarezza sulla posizione imparziale della Commissione su questo tema».