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Le ferite alla natura del Parco Nazionale del Gran Sasso inferte dal poligono militare di Monte Stabiata

La Stazione Ornitologica Abruzzese scrive agli Enti interessati: siano risarciti i danni alle praterie, ripristino obbligatorio
 |  Natura e biodiversità

La Stazione Ornitologica Abruzzese (SOA) denuncia che «Anni e anni di esercitazioni a fuoco e con mezzi militari pesanti hanno pesantemente inciso sulla natura del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga con un reticolo di piste e solchi che hanno distrutto cotico erboso e suolo in praterie sulla carta protette». Per questo dopo un sopralluogo corredato da immagini fotografice e video l’associazione ha scritto una circostanziata nota (in allegato) agli enti chiedendo «Ll'immediato ripristino ambientale del sito con le tecniche del restauro naturalistico».

La Soa ricorda che «Il poligono è stato utilizzato per decenni ed è costellato, oltre che da percorsi per i blindati, da crateri di esplosione. Inoltre è interessato da un procedimento di bonifica in considerazione del superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione di alcuni metalli pesanti. Le attività dell'esercito sono iniziate prima dell'istituzione del Parco, avvenuta nel 1995, e dell'individuazione nel 1997 del sito Natura2000. Da queste date le esercitazioni avrebbero dovuto essere sottoposte per legge a Valutazione di Incidenza Ambientale e Nulla Osta del Parco. Da un accesso agli atti svolto presso l'ente parco è emersa la mancanza di tali autorizzazioni per le esercitazioni "a fuoco"».

Domani si riunirà di nuovo il Comitato VIA della Regione Abruzzo per esaminare la richiesta di poter continuare le esercitazioni "in bianco" e la Soa conclude: «Riteniamo che più che pensare a nuove esercitazioni in un parco nazionale bisognerebbe porre rimedio ai problemi causati a un'area così importante dal punto di vista naturalistico».

Redazione Greenreport

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