Le orche iberiche attaccano yacht e pescherecci imparando dagli adulti

Speronare i timoni di barche a vela e da pesca è un gioco che si sta diffondendo tra una popolazione di orche che vive al largo della costa iberica

[3 Agosto 2023]

Secondo gli  scienziati, almeno 20 orche (Orcinus orca)  di una popolazione iberica  iberiche hanno imparato ad attaccare yacth a vela e pescherecci copiando gli esemplari più anziani. Probabilmente tutto è cominciato nel 2020, quando sono cominciate ad arrivare le prime notizie e i primi video di una o due orche che interagivano con imbarcazioni a vela danneggiandole.

Renaud de Stephanis, presidente dell’Ong conservación información y estudio sobre cetáceos (Circe), ha detto alla BBC che «gli animali sembrano “giocare” con le barche piuttosto che agire in modo aggressivo. E’ solo un gioco. Non è vendetta, non è il cambiamento climatico, è solo un gioco e basta. Le orche sembravano giocare a un “gioco” incentrato sui timoni delle barche, la parte dell’apparato mobile di governo dell’imbarcazione che si trova sott’acqua».

Circe ha dotato di tag di tracciamento satellitare le pinne di due delle orche che formano la piccola popolazione iberica che arriva a meno di 60 individui e che è in grave pericolo di estinzione.

Il governo spagnolo sta utilizzando le mappe dei movimenti delle orche per informare i naviganti su come evitare questi intelligenti mammiferi marini, che cacciano i tonni lungo la costa del Portogallo e della Spagna e attraverso lo stretto stretto di Gibilterra.

A luglio il francese Lou Lombardi e il suo equipaggio hanno avuto un incontro con le orche vicino a Gibilterra: 5 orche hanno urtato la loro barca per farla girare e per 80 minuti si sono dedicate soprattutto a colpire il timone fino a quando non si è rotto. Nonostante tutto, anche per Lombardi il comportamento delle orche sembrava giocoso, non aggressivo: «C’era della schiuma all’interno del timone che è andata in acqua, e le orche se la stavano spingendo con il naso, come un giocattolo. Avevo la sensazione che si stessero allenando a vicenda. C’erano due cuccioli e l’adulto lo faceva, poi guardava mentre lo faceva il cucciolo, come se stessero trasmettendo qualcosa».

Le orche sono mammiferi sociali che sviluppano comportamenti, culture e addirittura dialetti autoctoni. Alcune sottospecie sono state viste mentre giocavano con le alghe galleggianti, altre mentre giocavano con attrezzi da pesca e una popolazione nel Pacifico ha persino avuto un periodo in cui era di moda trasportare dei salmoni morti sulla testa. Utilizzare i timoni delle barche come giocattoli è un comportamento nuovo e attualmente sembra limitato a questa piccola popolazione iberica di orche in via di estinzione, ma sembra che i cetacei giovani stiano copiando le orche adulte.

Esaminando filmati e immagini, gli scienziati hanno identificato alcuni degli animali coinvolti in questo gioco e Monica Gonzalez, una biologa marina dell’organizzazione Orca Iberica  che sta registrando e mappando gli incontri di orche segnalati dalle barche a vela spiega che «i comportamenti degli adulti sono molto mirati, sono concentrati sul timone, solo sul timone. Ma i giovani sembrano avvicinarsi, allontanarsi, esplorare l’intera barca: è un tipo di comportamento molto diverso. Noi siamo gli intrusi».

Ma lungo la costa atlantica iberica il nuovo comportamento di questi grandi e intelligenti mammiferi marini sta creando confusione sia tra marinai e pescatori che nella comunità scientifica.  Secondo alcuni ricercatori il gioco potrebbe essere iniziato quando una femmina di orca ha iniziato ad “attaccare” le imbarcazioni per vendicarsi di una ferita infertale da una barca. Sui socialnetwok alcuni  propongono di difendere le imbarcazioni anche lanciando petardi in mare non appena le orche si avvicinano.

De Stephanis, che studia i mammiferi marini dal 1996, spera che il suo lavoro di tagging e tracciamento mostri ai marinai gli hot spot delle orche da evitare: «Tendono a rimanere nello stesso posto per 2 – 3 ore, perché cercano i tonni. Quindi il consiglio ufficiale del governo spagnolo è di non fermarsi se si vedono delle orche: allontanarsi  dall’area il più rapidamente possibile».

Ma l’anno scorso il governo spagnolo aveva consigliato le stesse cose che raccomanda ancora il governo portoghese: se le orche si avvicinano, bisogna fermare la barca.

La Gonzales spiega che «l’idea alla base, era di essere il più noiosi possibile. Tenere fermo il timone, non lanciare niente, non gridare. Così le orche dovrebbero semplicemente annoiarsi e passare oltre».

Ma Luke Rendell, un esperto di mammiferi marini della St Andrews University, non  crede che velisti e pescatori  saranno semplicemente in grado di aggirare gli hot spot dell’attività delle orche: «C’è il rischio che il fenomeno intensifichi e che i marinai prendano in mano la situazione. In definitiva, se vogliamo che il comportamento cessi, dobbiamo portare le barche fuori da quell’ambiente. Questo è un passo radicale per noi come specie: dire che limiteremo un nostro comportamento per il bene di un’altra specie – ha detto a BBC News – ma, in futuro, potrebbero esserci ragioni economiche, piuttosto che scientifiche, perché alcune barche evitino quelle le acque – e forse evitino di navigare durante la stagione in cui si verificano la maggior parte di questi incontri. Le compagnie di assicurazione potrebbero prendere in considerazione questo aspetto. Potrebbe essere necessario un premio extra per navigare in quelle acque, il che potrebbe ridurre la densità delle imbarcazioni lì. Questo potrebbe essere il risultato più favorevole per le orche».

Nel frattempo, mentre i velisti e l’industria della pesca cercano di capire come evitare le orche, i turisti che soggiornano sulle coste di Spagna, Portogallo e Gibilterra pagano per fare escursioni di avvistare le orche e per poterle vedere anche solo di sfuggita.

Nuria Riera, un’artista di Tarifa, sulla costa meridionale della Spagna, e che fa volontariato con l’organizzazione ambientalista e di conservation and whale-watching Firmm, è convinta che «il linguaggio usato per descrivere il comportamento delle orche è semplicemente ingiusto. Gli scienziati non sanno nemmeno perché lo stanno facendo. Eppure sto leggendo rapporti sugli attacchi delle orche, è un linguaggio così aggressivo. Dobbiamo ricordarci che il mare è la loro casa: gli intrusi siamo noi».