Le orche in post-menopausa proteggono i loro figli maschi (ma non le figlie)

I maschi di orca maturi che pesano 5 tonnellate sono molto dipendenti dalle loro mamme

[21 Luglio 2023]

Secondo il nuovo studio “Postreproductive female killer whales reduce socially inflicted injuries in their male offspring”, pubblicato su Current Biology da un team di ricercatori britannici e statunitensi, le orche (Orcinus orca) femmine in post-menopausa proteggono i loro figli, ma non le loro figlie, dai combattimenti con altre orche.

I ricercatori hanno studiato i “segni di rastrello dei denti” – le cicatrici lasciate quando un’orca raschia i denti sulla pelle di un’altra – e hanno scoperto che, se la madre era presente e aveva smesso di riprodursi, i maschi avevano meno segni.

La menopausa prolungata è nota solo in 6 specie: gli esseri umani e 5 specie di cetacei odontoceti e a lungo gli scienziati si sono chiesti quali siano le sue ragioni evolutive. Il nuovo studio – condotto dalle università britanniche di Exeter e York e dal Center for Whale Research Usa – si aggiunge alla crescente evidenza che le femmine in post-menopausa aumentano le possibilità di vita della loro prole, in particolare i maschi.

Il principale autore dello studio, Charli Grimes del  Center for Research in Animal Behavior  dell’università di Exeter. Racconta: «Siamo rimasti affascinati nel trovare questo beneficio specifico per i maschi con la loro madre post-riproduttiva. Questi maschi avevano il 35% in meno di segni di denti rispetto agli altri maschi. Per i maschi la cui madre stava ancora riproducendosi, non abbiamo trovato alcuna prova che la sua presenza riducesse le lesioni a rastrello. Non possiamo dire con certezza perché questo cambi dopo la menopausa, ma una possibilità è che la cessazione della riproduzione liberi tempo ed energia per le madri per proteggere i loro figli. Nelle orche, i segni di rastrellamento dei denti sono indicatori di interazioni sociali fisiche e normalmente vengono causate da combattimenti o giochi violenti».

Lo studio fa parte di una ricerca a lungo termine sulle orche residenti meridionali  che vivono al largo della costa del Pacifico del Nord America e i ricercatori evidenziano che «L’insieme delle prove suggerisce che, invece di competere con le loro figlie per riprodursi, le orche si sono evolute per trasmettere i loro geni aiutando i loro figli e nipoti».

Grimes è convinto che le orche femmine concentrano gli sforzi sui loro figli maschi perché «I maschi possono riprodursi con più femmine, quindi hanno un maggior potenziale per trasmettere i geni della madre. Inoltre, i maschi si riproducono con femmine al di fuori del loro gruppo sociale, quindi l’onere di allevare il cucciolo ricade su un altro branco».

Le orche residenti meridionali si nutrono di salmone e non hanno predatori naturali a parte gli esseri umani, quindi i segni dei denti sulla loro pelle possono essere inflitti solo da altre orche assassine. Questo può accadere all’interno di gruppi sociali o quando due branchi i si incontrano.

I maschi di orca maturi che pesano 5 tonnellate sono delle specie di “bamboccioni” molto attaccati alle loro mamme sono molto dipendenti da loro. Grimes conferma: «Questi figli dipendono davvero dalle loro madri per la loro sopravvivenza. Le madri danno anche direttamente da mangiare ai loro figli il salmone che catturano. Potrebbe anche darsi che se la mamma è presente in una situazione di conflitto e possa segnalare ai suoi figli di evitare il comportamento rischioso a cui potrebbero partecipare».

Un altro autore dello studio, Darren Croft, anche lui dell’università di Exeter, ha detto che no si può dire con certezza come le madri proteggono i loro figli maschi: «E’ possibile che le femmine più anziane usino la loro esperienza per aiutare i loro figli a districarsi negli incontri sociali con le altre orche. Avranno precedenti esperienze di individui in altri branchi e conoscenza del loro comportamento e potrebbero quindi allontanare i loro figli da interazioni potenzialmente pericolose. Le madri potrebbero anche intervenire quando sembra probabile una rissa».

E, come per altri comportamenti “umani” tipici di questi intelligentissimi cetacei, Croft  fa notare che «Le somiglianze con gli esseri umani sono intriganti. Proprio come negli esseri umani, sembra che le orche femmine più anziane svolgano un ruolo vitale nelle loro società, utilizzando la loro conoscenza ed esperienza per fornire benefici, tra cui la ricerca di cibo e la risoluzione dei conflitti»

Un coautore dello studio, il biologo Dan Franks dell’università di York, conclude: «I nostri risultati forniscono spunti accattivanti sul ruolo delle madri orche in post-menopausa. Attuano comportamenti protettivi, riducendo l’incidenza di lesioni inflitte socialmente ai loro figli. E’ affascinante vedere questa relazione madre-figlio post-menopausa che approfondisce la nostra comprensione sia delle intricate strutture sociali nelle società delle orche sia dell’evoluzione della menopausa nelle specie non umane».