Le specie di tonno sono in ripresa, ma sono minacciate il 37% delle specie di squali e razze
Aggiornamento della Lista Rossa Iucn: il cambiamento climatico minaccia il drago di Komodo e 2 piante su 5
[6 Settembre 2021]
Secondo l’aggiornamento della Lista rossa Iucn delle specie minacciate pubblicata al World Conservation Congress dell’International Union for Conservation of Nature (Iucn) in corso a Marsiglia, «Grazie all’applicazione delle quote di pesca regionali nell’ultimo decennio, 4 specie di tonno pescate commercialmente sono sulla via del recupero».
La Lista Rossa Iucn comprende ora 138.374 specie di cui 38.543 minacciate di estinzione e il direttore generale dell’Iucn. Bruno Oberle, ha sottolineato «L’aggiornamento della Lista Rossa IUCN di oggi è un potente segnale che, nonostante le crescenti pressioni sui nostri oceani, le specie possono riprendersi se gli stati si impegnano veramente a pratiche sostenibili. Gli Stati e gli altri ora riuniti all’IUCN World Conservation a Marsiglia devono cogliere l’opportunità di aumentare l’ambizione sulla conservazione della biodiversità e lavorare verso obiettivi vincolanti basati su solidi dati scientifici. Queste valutazioni della Lista Rossa dimostrano quanto strettamente le nostre vite e i nostri mezzi di sussistenza siano intrecciati con la biodiversità».
Nell’aggiornamento della Lista Rossa di oggi, sono state rivalutate le 7 specie di tonno più pescate commercialmente. Quattro di loro hanno mostrato segni di ripresa grazie ai Paesi che applicano quote di pesca più sostenibili e combattono con successo la pesca illegale. Il tonno rosso dell’Atlantico (Thunnus thynnus ) è passato da Endangered a Least Concern mentre il tonno rosso meridionale (Thunnus maccoyii) è passato da Critically Endangered a Endangered. L’alalunga (Thunnus alalunga ) e il tonno pinna gialla Thunnus albacares) sono passati da Near Threatened a Least Concern.
Il tonno rosso del Pacifico (Thunnus orientalis) è passato da Vulnerabile a Quasi minacciato grazie alla disponibilità di nuovi dati e modelli di valutazione degli stock. Questa specie rimane gravemente impoverita a meno del 5% della sua biomassa originale. Altre specie di tonno rivalutate per questo aggiornamento della Lista Rossa includono il tonno obeso (Thunnus obesus) che rimane vulnerabile e il tonnetto striato (Katsuwonus pelamis) che rimane a minor rischio.
Nonostante il miglioramento globale a livello di specie, molti stock regionali di tonno rimangono gravemente impoveriti. Ad esempio, mentre la più grande popolazione orientale di tonno rosso dell’Atlantico, originaria del Mediterraneo, è aumentata di almeno il 22% negli ultimi 40 anni, nello stesso periodo, la più piccola popolazione della specie, quella dell’Atlantico occidentale, che si riproduce nel Golfo del Messico, è diminuita di oltre la metà. Nel frattempo, nell’Oceano Indiano il tonno pinna gialla, continua a essere sovrasfruttato.
Anche secondo Bruce B. Collette, presidente dell’Iucn SSC Tuna and Billfish Specialist Group, «Queste valutazioni della Lista Rossa sono la prova che gli approcci alla pesca sostenibile funzionano, con enormi benefici a lungo termine per i mezzi di sussistenza e la biodiversità. Dobbiamo continuare a far rispettare le quote di pesca sostenibili e a reprimere la pesca illegale. Le specie di tonno migrano per migliaia di chilometri, quindi è fondamentale anche coordinare la loro gestione a livello globale».
Ma l’Iucn avverte che «Tuttavia, la ripresa dei tonni arriva nel mezzo di crescenti pressioni sulle specie marine, con il 37% degli squali e delle razze del mondo sono ora minacciati di estinzione, principalmente a causa della pesca eccessiva, aggravata dalla perdita e dal degrado dell’habitat e dai cambiamenti climatici».
Infatti il nuovo aggiornamento della Lista Rossa Iucn include anche una rivalutazione completa delle specie di squali e razze del mondo, che rivela che il 37% è ora minacciato di estinzione, dimostrando che mancano misure di gestione efficaci in gran parte degli oceani del mondo. Tutte le specie di squali e razze minacciate sono sovrasfruttate, con il 31% ulteriormente colpito dalla perdita e dal degrado dell’habitat e il 10% colpito dal cambiamento climatico.
Eimear Nic Lughadha, senior research leader in conservation assessment and analysis ai i Royal Botanic Gardens, Kew, ha commentato: «Siamo lieti di vedere la rivalutazione di squali e razze. Le rivalutazioni complete di gruppi ecologicamente importanti sono vitali per mantenere il valore della Lista Rossa come barometro della vita. Notiamo sorprendenti somiglianze tra le statistiche sugli squali e le razze e le recenti stime per le piante: circa 2 su 5 sono minacciate di estinzione e la perdita e il degrado dell’habitat rappresentano minacce più immediate rispetto al cambiamento climatico».
Malin Rivers, responsabile Conservation prioritisation di Botanic Gardens Conservation, spiega che «Il Global Tree Assessment continua a valutare le specie arboree del mondo per la Lista Rossa Iucn e quest’anno alla Lista Rossa Iucn sono state aggiunte migliaia di valutazioni delle specie arboree, compresi alberi provenienti da oltre 186 Paesi (tra cui Brasile, Papua Nuova Guinea, Filippine, Haiti, Costa Rica e Australia). Inoltre, quest’anno sono state valutate per la prima volta anche più di 1.000 specie identificate come colpite dal disboscamento e dalla raccolta del legname, come Dipterocarps, ebano, palissandro e molti altri. Con ogni valutazione degli alberi, aggiunta alla Lista Rossa Iucn, continuiamo a raccontare la storia delle specie arboree minacciate e forniamo le informazioni essenziali per intraprendere azioni di conservazione efficaci».
Anche il drago di Komodo (Varanus komodoensis) è minacciato dai futuri impatti dei cambiamenti climatici: infatti, nella Lista Rossa Iucn la lucertola vivente più grande del mondo passata da Vulnerabile a In pericolo. L’Iucn evidenzia che «La specie, endemica dell’Indonesia e presente solo nel Parco Nazionale di Komodo, dichiarato Patrimonio dell’Umanità, e nella vicina isola di Flores, è sempre più minacciata dagli impatti dei cambiamenti climatici. Si prevede che l’aumento della temperatura globale e il successivo innalzamento del livello del mare ridurranno l’habitat adatto del drago di Komodo di almeno il 30% nei prossimi 45 anni. Inoltre, mentre la sottopopolazione nel Parco Nazionale di Komodo è attualmente stabile e ben protetta, anche i draghi di Komodo di Flores al di fuori delle aree protette sono minacciati da una significativa perdita di habitat a causa delle attività umane in corso».
Andrew Terry, direttore conservazione della Zoological Society of London (ZSL), conclude: «I draghi di Komodo sono stati mostrati per la prima volta al pubblico britannico da Sir David Attenborough solo 60 anni fa, nell’iconica serie della BBC “Zoo Quest for a Dragon” con la ZSL. L’idea che questi animali preistorici si siano avvicinati di un passo all’estinzione in parte a causa del cambiamento climatico è terrificante ed è un ulteriore appello a mettere la natura al centro di tutte le decisioni alla vigilia della COP26 di Glasgow».