
Legambiente: perché il Palio della Costa Etrusca non va corso sulla spiaggia
Tre ragioni per dire no. Regione e sindaci ci ripensino

Avevamo scritto che continueremo a spiegare perchè “Il Palio della Costa Etrusca “non va corso sulla spiaggia tanto meno su quella di Marina di Bibbona”, ed ecco alcune ragioni :
- Il Palio è stato corso per la prima volta nel 1995 e per solo 13 anni sui 28 anni trascorsi da allora: dunque è falso che sia una corsa storica (chi la sponsorizza si associa a questa falsità)
- Nel 1995 neanche gli addetti ai lavori immaginavano che nel nuovo secolo in Italia avremmo irrigato le vigne e gli oliveti né che il Cambiamento Climatico avrebbe colpito in maniera così catastrofica il pianeta Terra. Dunque, in primis, gli Amministratori Regionali e Comunali si dovrebbero fare portavoce della responsabilità umana nei confronti della natura a maggior ragione della bellissima spiaggia di Marina di Bibbona , ci sono dune anche nel tratto Antropizzato: che nel caso specifico vuol dire frequentata da molti esseri umani che vanno a sdraiarsi al sole e non movimentano con le ruspe migliaia di metri cubi di sabbia!
- La nostra opposizione non è al Palio in sé stesso ma al luogo: non avremmo nessuna opposizione se si tenesse in un campo trasformato per l'occasione in pista, anche a Marina di Bibbona.
Per concludere siamo ancora fiduciosi che il “ Palio della Costa Etrusca “ possa essere corso ma non sulla spiaggia .
Sarebbe solo una saggia decisione del Presidente della Regione Toscana ,del Sindaco ed Amministrazione comunale di Bibbona, dei sindaci di Castagneto Carducci, Cecina ,Rosignano, Sassetta, Suvereto, Campiglia, Livorno, nonchè degli organizzatori del Palio e degli Sponsor... che sicuramente non hanno pensato a tutte le implicazioni della manifestazione.
Legambiente Costa Etrusca
Legambiente Livorno “Luciano De Majo”
Legambiente Val di Cornia

Redazione Greenreport
Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.