La chiesa cattolica della RDC lancia l’allarme: LRA ancora attiva e commette atrocità
L’Esercito di resistenza del Signore all’assalto delle risorse e della fauna del Parco del Garamba
Bambini soldato che uccidono elefanti, rinoceronti e giraffe e predano oro, diamanti e coltan
[7 Dicembre 2015]
La Commissione diocesana giustizia e pace (CDJP) di Dungu-Doruma, nell’Haut-Uelé, Repubblica democratica del Congo (RDC), ha accusato i ribelli “cristiani” della Lord’s Resistance Army (LRA) di creare insicurezza nel Parc national de la Garamba e nei suoi dintorni. La Chiesa cattolica ha denunciato l’aumento della criminalità dell’area in un documento intitolato “Alerte – STOP à l’activisme des groupes armés dans et autour du parc national de la Garamba”, nel quale accusa l’Esercito di resistenza del Signore, costituito in gran parte da ugandesi, di dedicarsi al saccheggio delle risorse naturali della RDC e di vilare i diritti umani.
Il Parc National de la Garamba si estende su 12.500 km2 nell’estremo nord-est della RDC, è sto uistituito nel 1938 ed è patrimonio mondiale dell’Unesco dal 1972. E’ uno dei luoghi della Terra con la più alta e rara biodiversità. Ma il dossier della CDJP dice che «Attualmente, questo sito subisce una pressione senza precedenti di gruppi armati. Subisce: il bracconaggio di gruppi armati esterni alla Repubblica democratica del Congo; Il bracconaggio proveniente da Sud Sudan; Il bracconaggio con elicotteri: ad agosto due elicotteri sono stati intercettati dai rangers. Sotto una tale pressione, le specie protette subiscono la minaccia di sterminio». Il dossier “Alerte” fa alcuni esempi: «Nel 1974, il parc national de la Garamba aveva 25.000 elefanti, mentre nel 2014 ne disponeva più o meno di 1.800. Nel 1974, ic’erano 350 giraffe, nr restano non più di 35 secondo le statistiche del 2014; Nel 1974, il sito del Garamba disponeva di 500 rinoceronti bianchi, mentre oggi non s ne trova traccia».
Questi dati sono tratti dal Système Alerte Précoce, realizzato dalla CDJP e dall’ONG americana Invisible Children nelle province del Bas ed Haut Uélé, che mette insieme tutte le informazioni sugli attacchi e le atrocità della Lord’s Resistance Army (LRAnei territori di Dungu, Faradje, Niangara, Poko e Ango, e sono stati presentati recentemente in un’iniziativa dalla Commission Diocésaine Justice et Paix Dungu-Doruma , che ha concentrato la sua attenzione sulla crescente insicurezza nei dintorni del Parc national de la Garamba. La CDJP sottolinea che «Alla fine di questi lavori, sono risultate 5 costanti a partire dagli incidenti di sicrezza registrati da giugno ad ottobre 2015: «Attacchi ripetuti dentro e intorno al parc national de la Garamba,lungo delle strade, sentieri e intorno alle piazze minerarie vicine; La presenza di bambini nei ranghi degli assalitori (LRA); Utilizzo da parte degli assalitori di armi nuove e e pesanti e manipolazioni di banconote; Rapimento e liberazione delle vittime su cauzione; Utilizzo da parte degli assalitori di due lingue locali: il lingala e il lepa-zande che si aggiungono al l’Acholi ugandese».
Da questa analisi la CDJP Dungu-Doruma trae delle conclusioni preoccupanti: «Degli attacchi ricorrenti dentro e intorno al parc national de la Garamba sono basati essenzialmente sulla distruzione dolosa dell’ecosistema, facendo seguito allo sterminio galoppante delle specie protette nelle riserve di questo Parco, in particolare quella di Digba (riserva degli elefanti nella provincia del Bas Uélé), la Foresta di Mabenge (vicino a Pasi nella provincia del Bas-Uélé), della savana di Makusa (Bangadi a 125 km a nord-ovest di Dungu, nella provincia dell’Haut Uélé), il caso di Kumborenzi (alla confluenza di Duru e Kibali che si situa tra Ngilima e Niangara nella provincia dell’Haut Uélé)».
Attualmente il Parc national de la Garamba è un bersaglio delle operazioni di bracconaggio su vasta scala della LRA e di altri gruppi armati che collaborano con questa banda di fanatici che fino a poco tempo fa sembrava praticamente distrutta. «D’altronde – spiega ancora il dossier “Alerte” – secondo alcuni osservatori, Joseph Kony (l’imprendibile e feroce leader della LRA, ndr) non beneficerebbe quasi più degli appoggi finanziari, logistici e militari che aveva yuna volta per continuare le sue atrocità contro le popolazioni civili del Sud Sudan, della Repubblica democratica del Congo e della Repubblica Centrafricana. Questo costituisce una sfida per la sussistenza della sua ribellione. Per far fronte a questa sfida, Joseph Kony sarebbe entrato in una rete internazionale di traffico transfrontaliero organizzato di avorio, per sostenere i suoi uomini, approvvigionarsi di armi e munizioni. Ora, questo traffico criminale internazionale di sterminio dei pachidermi del parc national de la Garamba, costituisce un rischio di alto livello per la sua esclusione dalla lista del patrimonio mondiale dell’Unesco».
Ma l’assalto armato all’area protetta si spiega ancora meglio con lo sfruttamento di oro, diamanti, coltan ed altri minerali rari e pietre preziose nelle località di Sambia (a sud della città di Dungu), sull’asse Dungu-Duru nelle località di Kpaïka (a nord di Dungu) e di Gbere (non ontano da Djabiri)
Il dossier evidenzia che «Il bracconaggio, lo sfruttamento dei minerali, la circolazione e la proliferazione di armi leggere e di piccolo calibro sono una conseguenza disastrosa della permeabilità delle frontiere delle RDC. La violenza contro le popolazioni confinanti con il parc national de la Garamba è un effetto collaterale di questo bracconaggio, dello sfruttamento minerario e della flora da parte di gruppi armati stranieri».
A preoccupare la Chiesa cattolica congolese è soprattutto la presenza di bambini tra i ranghi della LRA: «Caratterizzati dalla loro vulnerabilità e per il fatto che sono facilmente condizionabili e schiavizzabili, monsieur Joseph Kony, recluta dal 2005 i bambini che utilizza come combattenti, schiave sessuali, schiavi manuali. Il che è una violazione dei testi giuridici internazionali e nazionali relativi alla protezione dell’infanzia».
Secondo il rapporto, «Il fatto che Joseph Kony no rifugga dal detenere i bambini nella sua orda, prova a sufficienza che ha ancora l’intenzione di ricostituirla e di continuare a perpetrare le sue atrocità nella regione colpita dagli orrori della sua ribellione nell’Africa centrale. Riguardo a questi bambini sfruttati, monsieur Kony pianificherebbe così una distruzione dell’avvenire sociale a due livelli 1° criminalizzazione dei bambini, 2° una volta liberati, questi, senza un’assistenza psico-sociale efficace, costituiranno una minaccia, una bomba a scoppio ritardato per le loro rispettive comunità».
Il cambiamento del modus operandi della LRA e degli altri gruppi armati suoi alleati, dimostrerebbe che i ribelli “cristiani” ugandesi non cercano di conquistare un territorio per amministrarlo ma si sono trasformati in milizie che hanno esclusivamente fini solo economici e che adattano i loro modelli operativi alle necessità e ai bisogni del momento. La CDJP fa un altro esempio: «Gli LRA rapiscono quattro (4) persone, ne detengono tre (3) e inviano l’altra ad acquistare con discrezione prodotti manufatti al mercato di Dungu . Una volta che la persona ritorna con i prodotti ordinati, allora liberano gli ostaggi del suo gruppo. Bisogna capire che la LRA non ha bisogno di smettere la sua attività nel parc national de la Garamba. Ha bisogno piuttosto di rifornirsi di prodotti manufatti, di prodotti alimentari e di continuare il suo crimine ecologico. Da qui, la persistenza del saccheggio delle comunità vicine al Parco, le interruzioni frequenti delle strade, gi ostaggi per il trasporto del bottino ed altre forme di schiavitù».
Invece l’utilizzo delle lingue lingala e pa-zande è una conseguenza diretta del reclutamento dei bambini fatto da Kony e l’utilizzo dello stesso idioma tra rapitori ed ostaggi precede il fenomeno dell’acculturazione che per la LRA è un obiettivo per controllare meglio i bambini rapiti. «Forzando i bambini rapiti ad apprendere l’acholi ugandese i combattenti di Kony a loro volta apprendono il lingala e il pa-zande – si legge nel rapporto – E’ questo che ha condotto frequentemente a delle spiegazioni semplicistiche degli attacchi della LRA considerati come “Atti di banditismo delle popolazioni locali”. Si dimostra quindi importante sottolineare che il fenomeno LRA esiste, benché se ne parli poco e a volte in sordina. La circolazione di elementi della LRA nella regione è una realtà che bisogna prendere sul serio ed eradicare per mettere in sicurezza le popolazioni e per salvaguardare questo sito del parc national de la Garamba».
Di fronte a questo terribile quadri di violenza contro gli uomini e la natura. la Commissione diocesana giustizia e pace Dungu-Doruma chiede al governo centrale della RDC di assicurare la sicurezza delle frontiere dispiegando le forze di sicurezza e i militari e dotandoli di equipaggiamenti adeguati, con il preciso compito di proteggere la popolazione. Kinshasa dovrebbe anche riconsiderare il fenomeno LRA come forza ancora pericolosa e attiva e combatterla come tale. Il parlamento della RDC dovrebbe finanziare le operazioni contro i gruppi armati che operano nel parc national de la Garamba.
l’institut Congolais pour la Conservation de la Nature, l’istituzione della RDC che gestisce le aree protette per conto del ministero dell’ambiente, dovrebbe «Sviluppare misure più efficaci e conseguenti di protezione del parc national de la Garamba attraverso la: 1) sensibilizzazione dei giovani ad arruolarsi nei ranghi dei rangers; 2) Professionalizzazione ed equipaggiamento dei ragers; 3) Riapertura di tutti i posti di pattuglia che esistevano prima della guerra di liberazione del Congo degli anni 1996-1997; 4) L’elaborazione con le comunità locali di un piano di sviluppo integrato; 5) Coinvolgimento effettivo delle popolazioni locali nella conservazione comunitaria di questo complesso del Garamba».
Alla comunità internazionale la chiesa cattolica di Dungu-Doruma chede di «Ricercare, perseguire, arrestare e giudicare gli autori di diversi crimini internazionali che mettono in pericolo le specie protette (elefanti, rinoceronti bianchi, giraffe…); Arrestare Joseph Kony e smantellare la rete internazionale del traffico di avorio e di minerali (oro, diamanti, coltan, ecc.); Garantire il futuro dei bambini vittime delle atrocità della LRA attraverso la creazione o la rivitalizzazione delle strutture di accoglienza e di assistenza psico-sociale; Lanciare una vasta campagna di lotta contro la proliferazione e circolazione transfrontaliera di piccoli calibri ed armi leggere nella regione».
Le Organizzazioni non governative internazionali vengono invitate ad unirsi a CDJP e Invisible Children per fare pressione sui leader internazionali perché mettano fine al “fenomeno Kony” e al traffico internazionale di avorio.