L’Europa può ripristinare la sua natura? Con la Nature Restoration Law sì

Studio internazionale: evita diverse trappole delle politiche e dei regolamenti Eu. Il problema sarà l’attuazione a livello nazionale

[18 Dicembre 2023]

All’inizio del 2024, il Parlamento europeo voterà il testo finale sulla Nature Restoration Law, la Legge sul ripristino della natura  che tanto poco piace al nostro governo. L’NRL fa parte dell’European Green Deal e della strategia dell’Ue sulla biodiversità e punta a contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici dell’Ue. Inoltre, la legge intende irispettare l’Accordo internazionale sulla biodiversità di Kunming-Montreal, che richiede il ripristino di almeno il 30% degli ecosistemi degradati. Secondo i dati dell’Ue, oltre l’80% degli habitat nell’Unione europea sono in cattive condizioni.

L’NRL è finora qualcosa di unico a livello mondiale e che farà da apripista anche per altri Paesi, ma è un provvedimento molto dibattuto e che punta ad arrestare e invertire la perdita di biodiversità in Europa, così come prevedono accordi e trattati internazionali firmati e promossi dalla stessa Ue e anche dal nostro Paese, che poi è sempre restio ad applicarli concretamente. Nonostante questa opposizione che viene soprattutto dal Partito popolare europeo alleato con l’estrema destra e dalla parte più t retriva del mondo agricolo, L’NRL ha già superato diversi ostacoli: recentemente, è stata approvata dalla Commissione ambiente del Parlamento europeo, dopo che le delegazioni del Parlamento e del Consiglio hanno negoziato il testo finale.

Lo studio “Securing success for the Nature Restoration Laws” pubblicato su Science da un team internazionale di scienziati guidato da Daniel Hering del Lehrstuhl für Aquatische Ökologie dell’Universität Duisburg-Esseni (UDE) ha analizzato le prospettive del nuovo regolamento e ricorda che «La Nature Restoration Law (NRL) impone agli Stati membri dell’Ue di attuare misure di ripristino su almeno il 20% delle aree terrestri e marine entro il 2030 e in tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050. Questo include obiettivi specifici per riumidificare le torbiere e per aumentare le popolazioni di impollinatori».

Ma l’NRL raggiungerà davvero i suoi obiettivi? Gli autori dello studio, tra i quali scienziati che guidano grandi progetti europei sul ripristino della natura e sulla biodiversità, hanno analizzato le esperienze con altre direttive e politiche ambientali europee e hanno valutato le prospettive di successo dell’NRL. Hering è convinto che «L’NRL evita diverse trappole che spesso ostacolano l’attuazione delle politiche e dei regolamenti europei, dimostrando che la Commissione ha imparato dalle esperienze passate. Il regolamento fissa obiettivi e tempistiche ambiziosi e le fasi di attuazione sono definite chiaramente. Inoltre, consente di risparmiare tempo poiché non necessita di essere recepito nel diritto nazionale».

Ma gli scienziati non si nascondono il fatto che l’attuazione a livello nazionale sarà essenziale per il successo dell’NRL. Un altro autore dello studio,  Josef Settele dell’ Helmholtz-Zentrum für Umweltforschung (UFZ), fa notare che «Mentre gli obiettivi sono definiti con precisione e vincolanti, i passi per raggiungerli devono essere decisi dai singoli Paesi europei e la maggior parte di essi sono volontariz.

Per l’attuazione della Nature Restoration Law sarà necessaria la cooperazione nel ripristino della natura con gli utenti del territorio, in particolare con l’agricoltura e l’autore senior dello studio, Guy Pe’er dell’UFZ e del Deutsches Zentrum für Integrative Biodiversitätsforschung (iDiv) sottolinea che «L’agricoltura intensiva è ancora un fattore chiave per la perdita di biodiversità in Europa. Ma gli obiettivi per l’agricoltura e il ripristino della natura potrebbero essere coordinati, con opportunità per entrambi. L’agricoltura beneficia direttamente della salute dei suoli e delle popolazioni di impollinatori e della maggiore capacità di stoccaggio dell’acqua nel paesaggio, tutti obiettivi dell’NRL».

Per gli autori dello studio  «I fondi forniti dalla politica agricola comune dell’Ue devono essere utilizzati per raggiungere gli obiettivi dell’NRL: una dichiarazione che sarà oggetto di un intenso dibattito scientifico e applicativo».

All’UDE concludono: «Nel complesso, gli autori forniscono una prospettiva positiva per l’NRL, ma avvertono che un’ambiziosa attuazione nazionale e la cooperazione con i settori economici, come l’agricoltura, alla fine determineranno il successo del ripristino della natura in Europa».