L’impatto della predazione dei gatti vaganti sulla biodiversità globale
I gatti mangiano 2.084 specie diverse, il 17% delle quali di interesse consevazionistico per l’Iucn
[14 Dicembre 2023]
Lo studio “A global synthesis and assessment of free-ranging domestic cat diet”, pubblicato su Nature Communications da un team internazionale di ricercatori guidato da Auburn Chris Lepczyk e Jean Fantle-Lepczyk del College of Forestry, Wildlife and Environment (CFWE) dell’università di Auburn ha indagato sull’ampiezza della dieta dei gatti domestici (Felis catus) e sull’impatto della loro predazione sulla biodiversità globale, valutando in modo completo le specie che mangiano.
Lo studio ha attinto a oltre 150 anni di dati provenienti da centinaia di studi provenienti da tutto il mondo e Lepczyk spiega che «I gatti sono predatori generalisti responsabili del significativo declino della popolazione e dell’estinzione di diverse specie. Pertanto, volevamo sviluppare un quadro quanto più completo possibile di tutte le specie che colpiscono attraverso la predazione e lo scavenging».
Lo studio ha così documentato che i gatti consumano 2.084 specie vengono consumate dai gatti che vivono all’aperto, compreso il 9% di tutti gli uccelli e il 6% di tutti i mammiferi nel mondo», cosa che i ricercatori hanno trovato sorprendente.
Ma ancora più preoccupante è che tra le specie segnalate dallo studio «Quasi il 17% è riconosciuto come di interesse conservazionistico dall’International Union for the Conservation of Nature (IUCN)».
Mentre molti ritengono che i gatti consumino solo specie comuni o dannose, come i ratti, gli autori dello studio hanno scoperto che «I gatti mangiano una vasta gamma di mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e insetti di ogni dimensioni e abbondanza. I gatti consumano la più ampia gamma di specie di qualsiasi predatore conosciuto».
A peggiorare la situazione, lo studio suggerisce che «E’ probabile che siano state consumate più specie di quelle documentate finora, il che implica che il numero effettivo di specie consumate dai gatti è significativamente maggiore». I gatti sono noti da tempo come predatori, ma al CFWE dell’università di Auburn fanno notare che «Questa ricerca dimostra che i gatti non si nutrono solo di un piccolo gruppo di specie o rappresentano solo un problema sulle isole. Piuttosto, i gatti mangiano specie in tutti gli ecosistemi del mondo in cui si trovano».
Nel rivelare questo impatto, lo studio sottolinea la necessità di affrontare gli effetti negativi della predazione dei gatti e Lepczyk aggiunge che «Avere una maggiore comprensione delle specie colpite dai gatti può aiutare sia nelle iniziative politiche che gestionali».
Lo studio di ricerca autofinanziato, condotto nell’arco di 20 anni, è stato scritto in collaborazione dagli scienziati del CFWE, del Cornell Lab of Ornithology e da ricercatori francesi, australiani e neozelandesi che concludono: «Le intuizioni del team sul comportamento predatorio indiscriminato dei gatti sottolineano l’importanza di preservare la biodiversità. Ci auguriamo che questa ricerca ispiri lo sviluppo di politiche e strategie di gestione per mitigare le implicazioni ecologiche più ampie dei gatti vaganti».