Lollobrigida vuole far abbattere i lupi dagli agricoltori. Documento all’Ue: riconoscere uomo come regolatore biodiversità

Coldiretti: bene Lollobrigida sul problema dei lupi in Europa

[21 Novembre 2023]

Intervenendo all’Agrifish a Bruxelles, il ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf), Francesco Lollobrigida, ha sciorinato tutti i suoi convincimenti antropocentristi: «L’agricoltore è un bioregolatore. Il suo ruolo come custode del territorio e come regolatore della biodiversità deve essere riconosciuto».

E ha annunciato che «Attraverso il documento che l’Italia ha presentato oggi nel corso della Commissione Agricoltura e Pesca, e che è stato sottoscritto da Francia, Austria, Polonia, Romania, Grecia, Finlandia e Lettonia ed è stato appoggiato dalla ampia maggioranza dei ministri europei in sede di discussione, la nostra Nazione torna protagonista in Unione Europea».

Con il documento presentato da  Lollobrigida – e sottoscritto in realtà da un’esigua minoranza di Paesi Ue – l’Italia chiede di considerare l’agricoltore figura centrale nella tutela dell’ambiente e il ministro ha detto che «Dobbiamo investire sull’agricoltura come misura principale utile a garantire la manutenzione del territorio. La figura dell’agricoltore, infatti, non può essere considerata in contrasto con l’ambiente».

In una nota il Masaf spiega che «In particolare, nel documento si chiede la revisione della direttiva habitat per agire nella protezione dell’ambiente senza pregiudiziali ideologiche ma solo basandosi su oggettivi dati scientifici», che poi sarebbero gli stessi dati scientifici sui quali si basano le direttive che Lollobrigida vorrebbe cambiare.

Il nostro ministro ha poi rivelato quale sia il vero obiettivo di questa revisione antropocentrico-contadina: il lupo cattivo. «L’uomo deve aiutare le specie in estinzione a sopravvivere – ha detto – ma, con la stessa determinazione, deve valutare e intervenire per ridurre il sovrappopolamento di alcune specie, per garantire equilibrio nella stessa specie ma anche per tutte le altre, uomo compreso, nelle attività che gli sono proprie. Proprio per questo va rivista la posizione europea sui grandi carnivori, lupo compreso, alla luce della presenza attuale divenuta eccessiva in molte aree del continente. Riteniamo quindi che occorra affrontare con urgenza le sfide legate alla presenza degli animali selvatici, rivedendo e aggiornando l’attuale quadro normativo sullo status di protezione dei lupi».

Al ministro è arrivato subito l’apprezzamento del presidente della Coldiretti Ettore Prandini, sembra essere diventato l’ispiratore e il consigliere di Lollobrigida: «Affrontare a livello europeo il problema dell’invasione delle specie selvatiche è di importanza strategica dal punto di vista sociale, economico ed ambientale».

Per Coldiretti è «Un intervento necessario per proteggere i cittadini ma anche salvare le migliaia di pecore e capre sbranate, mucche sgozzate e asinelli uccisi lungo tutta la Penisola dove la presenza del lupo si è moltiplicata negli ultimi anni con il ripetersi di stragi negli allevamenti che hanno costretto alla chiusura delle attività e all’abbandono della montagna.  La popolazione di lupi è in forte aumento da nord a sud ed è stimata dall’Ispra – sottolinea la Coldiretti – intorno ai 3.300 esemplari, 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 lungo il resto della penisola. I numeri sembrano confermare che il lupo ormai, non è più in pericolo. Il rischio vero oggi è la scomparsa della presenza dell’uomo delle montagne e delle aree interne per l’abbandono di migliaia di famiglie ma anche di tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze italiane di mucche, capre e pecore. Per questo è importante venga riconosciuto il ruolo dell’agricoltore nella tutela del territorio anche nella sua funzione di regolatore delle biodiversità” come previsto dal documento italiano sottoscritto da sette nazioni».

Ruolo che nessuno vuole disconoscere, ma il parallelismo tra presenza di lupi e grandi carnivori e abbandono delle montagne non regge perché le montagne erano molto più popolate di oggi quando i lupi e gli altri grandi carnivori erano più abbondanti di oggi e si sono spopolate praticamente insieme alla veloce scomparsa dei grandi carnivori. Nel vecchio e “lineare” ragionamento antropocentrico di Lollobrigida e di Coldiretti qualcosa non torna.