Lotta alla deforestazione: le risorse naturali devono essere parte della soluzione
La deforestazione globale sta rallentando ma le foreste pluviali tropicali continuano a essere minacciate
[4 Maggio 2022]
Secondo il Global Forest Resources Assessment Remote Sensing Survey, pubblicato dalla Fao in occasione del XV World Forestry Congress in corso a Seoul e che fa parte parte del Forestry Resources Assessment 2020, «Il ritmo con cui le nostre foreste stanno scomparendo è rallentato di quasi il 30% dal primo decennio del secolo al periodo 2010-2018. Ma le foreste pluviali tropicali della terra sono ancora sotto una minaccia maggiore, sia da parte del pascolo del bestiame in Sud America che dall’espansione dei terreni coltivati come le piantagioni di palma da olio in Asia».
Infatti, la deforestazione annuale è diminuita di circa il 29%: dagli 11 milioni di ettari all’anno nel decennio 2000-2010 ai 7,8 milioni di ettari all’anno nel periodo 2010-2018. Il rapporto Fao evidenzia che «Le perdite nette di superficie forestale si sono più che dimezzate durante il periodo di indagine, diminuendo da 6,8 milioni di ettari all’anno nel 2000-2010 a 3,1 milioni di ettari all’anno nel 2010-2018».
Lo studio condotto dalla FAO si basa sull’analisi coerente di 400.000 dati raccolti da oltre 800 esperti locali provenienti da 126 Paesi e Territori. Ha contribuito a sviluppare capacità a livello nazionale formando gli esperti nell’analisi visiva delle immagini di telerilevamento per monitorare i cambiamenti nell’uso delle foreste e del suolo. La Fao ha sviluppato questa metodologia in collaborazione con il Joint Research Center della Commissione europea, utilizzando dati satellitari disponibili gratuitamente e lo strumento open source Collect Earth Online sviluppato insieme a Google, National Aeronautics and Space Administration (NASA), Spatial Informatics Group dell’università di San Francisco, SilvaCarbon e US Forest Service. Il sondaggio ha ricevuto finanziamenti dall’Ue e dall’ International Climate and Forest Initiative (NICFI) della Norvegia.
Nel periodo 2000-2018, la maggiore deforestazione si è verificata in Sud America (68 milioni di ettari disboscati), seguita dall’Africa (49 milioni di ettari) e questo nonostante il fatto che, tra il 2000-2010 e il 2010-2018, il tasso di deforestazione sia in realtà rallentato in Sud America, così come è avvenuto nel sud e nel sud-est asiatico».
La Fao ricorda però che «La perdita di foreste tropicali ha rappresentato oltre il 90% della deforestazione globale dal 2000 al 2018, a 157 milioni di ettari, che è all’incirca la dimensione dell’Europa occidentale. Tuttavia, la deforestazione annuale nel dominio tropicale è in realtà rallentata in modo significativo da 10,1 milioni di ettari all’anno nel 2000-2010 a 7 milioni di ettari all’anno nel periodo 2010-2018».
Presentando il nuovo rapporto, la vicedirettrice generale della Fao, Maria Helena Semedo, ha evidenziato che «Questo censimento è importante, non solo per le nuove cifre che ci fornisce, ma per ciò che ci dice sulle tendenze delle aree forestali e su ciò che sta guidando la deforestazione, anche per la capacità cruciale che ci dà di monitorare come si stanno evolvendo le cose. Lo sviluppo agricolo insostenibile e altri utilizzi del suolo continuano a esercitare un’intensa pressione sulle nostre foreste, soprattutto in molti dei Paesi più poveri. Ma ci sono soluzioni vantaggiose per tutti che possiamo e dobbiamo ampliare per nutrire il mondo senza distruggere le nostre foreste».
Causando quasi il 50% della deforestazione globale, l’espansione delle coltivazioni, comprese le piantagioni di palma da olio, è il principale motore della deforestazione, Dopo viene il pascolo del bestiame, pari al 38,5%. Da solo, l’olio di palma ha rappresentato il 7% della deforestazione globale dal 2000 al 2018.
Il sondaggio suggerisce che «Le regioni tropicali dell’America centrale sono quelle più gravemente minacciate dalla conversione dell’uso del suolo: il 30,3% delle foreste nell’ecoregione umida tropicale dell’America centrale e il 25,2% della foresta pluviale tropicale dell’America centrale sono andate perse nel 2000-2018. Fenomeni simili sono stati rilevati nella foresta tropicale secca e nelle macchie arbustive tropicali dell’America centrale». Ma la Fao avverte che «Il piccolo numero di campioni in queste ecoregioni significa che sono necessarie ulteriori indagini per confermare questi risultati».
La crescita globale di superficie forestale annuale ha mostrato un leggero aumento: dai 4,2 milioni di ettari all’anno nel decennio dal 2000 al 2010 ai 4,7 milioni di ettari all’anno nel periodo 2010-2018.
Nel periodo 2000-2018, la superficie forestale piantata è aumentata di 46 milioni di ettari. Quasi un quarto delle foreste piantate in questo millennio ha sostituito le foreste a rigenerazione naturale, con la metà di quest’area nel sud e sud-est asiatico.