Lupo impiccato a Marcellinara, la condanna di Legambiente, Enpa e Wwf
Gesto orribile. un atto barbaro, crudele e intimidatorio. Identificare i responsabili e incrementare le attività a tutela della specie
[10 Gennaio 2020]
La barbara uccisione del lupo impiccato in provincia di Catanzaro è avvenuta a pochi giorni dalla consegna dei cani pastore abruzzesi per la difesa delle greggi ad alcune aziende del luogo, e Antonio Nicoletti, responsabile aree protette e biodiversità di Legambiente, commenta: «La notizia del ritrovamento di un lupo impiccato al cartello d’ingresso del comune di Marcellinara, alle porte di Catanzaro, ci lascia sgomenti per la barbarie con cui sempre più spesso ci si accanisce contro la fauna selvatica ed il lupo in particolare. Si tratta di un gesto orribile, che stride clamorosamente con gli sforzi compiuti in questi giorni proprio per permettere il recupero e la cura in natura di un lupo nel Parco nazionale della Sila. Tutto questo non fermerà gli sforzi che stiamo mettendo in campo con il progetto Wolfnet, anzi, ci spingerà a insistere con maggior impegno per promuovere un cambiamento culturale necessario per la tutela della fauna nell’areale appenninico».
Legambiente ricorda che «Ogni anno nel nostro Paese vengono rinvenuti uccisi tra i 200 e i 300 esemplari di questa specie (il 10-20% della popolazione totale) per diverse cause (bracconaggio, avvelenamento, incidenti, etc…) tra cui anche gesti clamorosi e violenti come quello di questa mattina a Marcellinara. Un gesto tanto plateale quanto vigliacco che però non ha lasciato indifferenti quei cittadini che si sono fermati per prestare soccorso al lupo: un fatto positivo che indica l’evolversi di una consapevolezza nuova, un cambio culturale atteso ma per nulla scontato«».
Nicoletti conclude: «Continueremo a collaborare con gli allevatori e le associazioni di categoria per risolvere i problemi che la convivenza con il lupo crea alle imprese – ha concluso -, percorreremo la strada della condivisione e della ricerca di soluzioni efficaci per ridurre i danni da predazione alle imprese zootecniche, come abbiamo già fatto donando un primo contingente di cani da guardiania a dieci imprese che operano in Sila. Ma con la stessa determinazione chiediamo alle autorità preposte di perseguire i responsabili di questo gesto vile utilizzando metodiche investigative innovative che in altri casi analoghi hanno permesso di individuare i colpevoli. Per questo, abbiamo già comunicato alle autorità la nostra disponibilità a collaborare attivando le conoscenze e le esperienze maturate degli ultimi 10 anni dalla Rete Wolfnet che opera per la tutela del lupo in Italia».
Sul tragico episodio interviene anche Carla Rocchi, Presidente nazionale dell’Enpa: «E’ un atto barbaro, crudele e intimidatorio. I responsabili devono pagare. Issato su un cartello stradale all’ingresso del comune di Marcellinara questo atto di violenza osceno sembra quasi un avvertimento a tutti coloro che hanno a cuore la difesa del lupo, prezioso alleato nel controllo di specie come i cinghiali e specie particolarmente protetta. Un gesto barbaro che denota ignoranza e totale assenza di cultura della fauna del nostro Paese. Siamo certi che le forze dell’ordine sapranno condurre al meglio le indagini – ha affermato Carla Rocchi – ma auspichiamo che siano presto aggravate le pene per chi compie tali atti di violenza e crudeltà. L’Enpa chiede che sia approvato al più presto il Piano Lupi nazionale, senza il ricorso a paventate possibilità di uccisioni, con strumenti stringenti per la tutela del lupo e del settore zootecnico».
Il Wwf «stigmatizza con forza questo atto di pura barbarie che ci riporta indietro nel tempo, quando i carnivori (non solo i lupi, ma anche le volpi, i gatti selvatici, ecc.) erano considerati “nocivi” e per questo perseguitati e sterminati con ogni mezzo, tanto da portare lo stesso lupo sulla soglia dell’estinzione, con appena un centinaio individui stimati in tutta Italia ai primi anni ’70, secondo i dati della prima ricerca sulla specie organizzata dal Wwf e dall’Università di Roma e denominata “Operazione San Francesco”».
Il Panda ricorda che «Il territorio di Marcellinara purtroppo non è nuovo a simili episodi di crudeltà: nel 1996 le carcasse di sette cuccioloni furono rinvenute dopo che i poveri animali erano stati avvelenati, per quanto emerse dalle analisi dei veterinari. E, come se non fosse bastato, un altro lupo, una femmina, questa volta sventrata e appesa, venne fatta ritrovare dopo pochi mesi nella proprietà di un rappresentante locale dell’associazione».
Per il Wwf «occorre puntare ancora con maggiore decisione sulla sensibilizzazione dei cittadini e delle categorie interessate, indicando le soluzioni da adottare per favorire la convivenza tra l’uomo e questi maestosi e importantissimi predatori. Una delle principali soluzioni per proteggere il bestiame è l’uso di cani da guardiania, come il magnifico pastore della Sila che, appositamente addestrati, riescono in maniera efficace ad evitare gli avvicinamenti dei lupi. La presenza del lupo in un territorio è fondamentale perché contribuisce a garantire il naturale equilibrio di un intero ecosistema, per questa ragione il lupo deve continuare ad essere tutelato. Il Wwf sarà sempre attento a denunciare e respingere ogni tentativo di alterazione di questo equilibrio e continuerà ad operare, in stretta sinergia con le forze dell’ordine, al fine di garantire il rispetto dell’ambiente e della legalità. Pertanto, nel ringraziare il personale dell’Arma dei Carabinieri che si sta occupando delle indagini e nel preannunciare l’imminente deposito di un esposto alla Procura della Repubblica competente, il Wwf auspica che le stesse possano presto giungere alla individuazione dei responsabili di un gesto così riprovevole».