Ma quanto chiacchierano i pesci… di sesso e cibo
Sono molte di più di quanto pensassimo le specie di pesci che usano i suoni per comunicare
[28 Gennaio 2022]
Ormai è noto da tempo che ci sono pochi detti sbagliati come “Muto come un pesce”, nel mare ci sono richiami, grugniti, fischi, schiocchi che non sentiamo o non abbiamo mai sentito.
Ora il nuovo studio “Evolutionary Patterns in Sound Production Across Fishes”, pubblicato su Ichthyology and Herpetology da un team di ricercatori delle università statunitensi di Cornell, Howard e Boston rivela che «I pesci hanno molte più probabilità di comunicare con il suono di quanto si pensi generalmente, e alcuni pesci lo fanno da almeno 155 milioni di anni».
Il principale autore dello studio, Aaron Rice del Lisa Yang Center for conservation bioacustics del Cornell Lab of Ornithology, conferma: «Sappiamo da molto tempo che alcuni pesci emettono suoni. Ma i suoni dei pesci sono sempre stati percepiti come rare stranezze. Volevamo sapere se si trattava di qualcosa una tantum o se esisteva uno schema più ampio per la comunicazione acustica nei pesci».
Il team di ricercatori ha esaminato gli attinopterigi, i pesci con pinne raggiate, che comprendono il 99% delle specie di pesci conosciute al mondo, e hanno scoperto 175 famiglie che rappresentano due terzi delle specie di pesci che comunicano – o che probabilmente comunicano – con il suono. Esaminando l’albero genealogico dei pesci, gli autori dello studio hanno scoperto che «Il suono era così importante che si è evoluto almeno 33 volte separate nel corso di milioni di anni».
Uno degli autori dello studio, William Bemis, che insegna ecologia e biologia evolutiva al College of Agriculture and Life Sciences della Cornell, sottolinea che «Grazie a decenni di ricerca di base sulle relazioni evolutive dei pesci, ora possiamo cercare di rispondere a molte domande su come si sono evolute diverse funzioni e comportamenti nelle circa 35.000 specie di pesci conosciute, Ci stiamo allontanando da un modo di pensare strettamente umano-centrico. Quello che impariamo potrebbe darci alcune informazioni sui driver della comunicazione sonora e su come continua ad evolversi».
Gli scienziati statunitensi hanno utilizzato tre fonti di informazione: registrazioni esistenti e articoli scientifici che descrivono i suoni dei pesci; l’anatomia nota di un pesce: se ha gli strumenti giusti per emettere suoni, come alcune ossa, una vescica natatoria e muscoli specifici per emettere suoni; riferimenti nella letteratura del XIX secolo prima dell’invenzione dei microfoni subacquei.
Un ca-autore dello studio, Andrew Bass, professore di neurobiologia e comportamento all’Horace White al College of Arts and Sciences della Cornell, ricorda che «La comunicazione sonora viene spesso trascurata all’interno dei pesci, eppure costituiscono più della metà di tutte le specie di vertebrati viventi. Probabilmente sono stati trascurati perché i pesci non sono facilmente udibili o visibili e la scienza della comunicazione acustica subacquea si è concentrata principalmente su balene e delfini. Ma anche i pesci hanno delle voci».
Di cosa parlano i pesci? Rice risponde che «Più o meno delle stesse cose di cui parliamo tutti: sesso e cibo. I pesci cercano di attirare un compagno, difendere una fonte di cibo o un territorio o di far sapere agli altri dove si trovano. Anche alcuni dei nomi comuni dei pesci si basano sui suoni che emettono, come grunts, croakers, hog fish, squeaking catfish e trombettieri».
Rice intende continuare a monitorare i suoni scoperti nelle specie ittiche e aggiungerli al suo database in continua crescita che ha iniziato a realizzare 20 anni fa con i coautori dello studio, la neurobiologa Ingrid Kaatz della Crnell e il biologo Philip Lobel della Boston University, e conclude: «Il nuovo studio fa capire che esista una comunicazione sonora in più gruppi di pesci quanto avessimo mai pensato. I pesci fanno di tutto. Respirano aria, volano, mangiano qualsiasi cosa: a questo punto, non mi sorprenderebbe nella dei pesci e dei suoni che possono emettere».