Motocross nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano: il Tribunale conferma le sanzioni amministrative
Legambiente: confermate le nostre denunce. Ora i Comuni affrontino il problema
[17 Marzo 2021]
Il Tribunale di Livorno, sezione distaccata di Portoferraio, ha emesso le prime 5 sentenze in merito a 7 ricorsi presentati da altrettanti motocrossisti che avevano chiesto l’annullamento delle ordinanze ingiunzioni di pagamento emesse dal Parco.
In una nota l’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano spiega che «Il gruppo di motocrossisti era stato sanzionato nel 2015 dal personale dell’ex Corpo Forestale dello Stato, per aver transitato sul sentiero n.62 nel tratto tra Monte Strega e località Aia di Cacio nel Comune di Rio. L’Ente Parco, a chiusura dell’istruttoria, ritenendo fondato l’accertamento della violazione effettuato dal C.F.S. ha emesso le ordinanze per l’ingiunzione del pagamento delle sanzioni amministrative ed irrogando il massimo previsto dal vigente Regolamento».
Ordinanze che sono state impugnate dai motocrossisti davanti al Tribunale di Livorno che ha ritenuto infondati i motivi del ricorso e, soprattutto, ha riconosciuto come «il sentiero in questione, a nessun titolo, potrebbe essere qualificato come strada, di nessun tipo, intesa come luogo percorribile, non solo a piedi, ma altresì con mezzi meccanici».
L’Ente Parco commenta: «E’ stato, dunque, vano il tentativo di invocare l’applicazione del Codice della Strada per legittimare il transito sul sentiero in questione, così come quello di lamentare l’assenza di cartelli stradali che prescrivano espressamente il divieto di circolazione. Si tratta di sentenze importantissime che riconoscono la validità dell’operato del Corpo Forestale dello Stato e dell’Ente Parco e che speriamo possano fungere da deterrente per coloro che intendono scorrazzare con le moto sui sentieri del Parco, costituendo un vero e proprio pericolo per l’incolumità pubblica, oltre che un grave danno per il territorio».
Secondo Legambiente Arcipelago Toscano, «La sentenza del Tribunale di Livorno è importantissima perché conferma tutte le nostre segnalazioni e denunce e che il Parco Nazionale e i suoi sentieri non possono essere trasformati in un pista da cross dove magari organizzare anche campionati. La sentenza dovrebbe essere anche un avvertimento per chi organizza – violando la legge – raid a pagamento all’interno del Parco Nazionale pubblicizzati sfrontatamente sulla stampa specializzata e su internet. La stessa sentenza parla anche ai sindaci elbani che finora hanno sempre evitato di classificare le strade fuori dal Parco e di mettersi a un tavolo per definire – insieme al Parco Nazionale, ai club motocrossistici e alle associazioni ambientaliste – quali siano i percorsi dove poter praticare lo sport motoristico, senza distruggere la sentieristica o creare circuiti da motocross e di enduro abusivi».