Nature restoration law, 31 associazioni al governo: cambiate rotta
Meloni e Pichetto Fratin non si assumano la responsabilità di affossare un provvedimento così prezioso
[22 Aprile 2024]
«L’Italia cambi la sua posizione e sostenga la Nature Restoration Law, la legge sul ripristino della natura in grado di rigenerare la biodiversità, mettere in sicurezza il territorio, contribuire alla soluzione della crisi climatica e a un futuro più sostenibile per economia e società». E’ il cuore dell’appello che 31 associazioni lanciano oggi, in occasione della Giornata della Terra 2024, che si unisce a quello di numerose altre associazioni europee ai loro governi.
Actionaid, AIDA – Associazione Italiana di Agroecologia, AITR – Associazione Italiana Turismo Responsabile, Altura, Apinicittà, CIPRA, CIRF – Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale, Cittadini per l’Aria, CIWF Italia, ENPA, Federbio, Forum Salviamo il Paesaggio – Difendiamo i Territori, Free Rivers. Greenpeace Italia, ISDE, Italia Nostra, LAV, Lega abolizione caccia – LAC, Legambiente. Lipu – BirdLife Italia – MareVivo, Mountainwilderness, OIPA, Pro Natura, Rete Semi Rurali, Slow food Italia, Terra!, The good lobby, Touring club Italia, VAS – Verdi Ambiente e Società e Wwf Italia, ricordano che «Dopo la mancata approvazione, il 22 marzo scorso, della legge da parte del Consiglio europeo, che doveva sancire la conclusione del lungo percorso che aveva portato alla sua approvazione da parte del Parlamento europeo lo scorso 27 febbraio, ora il rischio, tra elezioni europee incombenti, fake news e interessi di parte, è quello di perdere questa opportunità, proprio nel momento in cui ne abbiamo più bisogno».
E al riottoso governo di destra italiano, che si di fatto è rimangiato il voto favorevole di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo per la protezione del mare, o che con i leghisti tuona contro l’estremismo verde nemmeno fosse quello delle camice verdi delle ronde della ormai scordata Padania Indipendente, le 31 associazioni ribattono che «La legge sul Ripristino della natura, in realtà porterebbe benefici straordinari, oltre che alla biodiversità e alla lotta ai cambiamenti climatici, proprio ai territori, all’agricoltura, alla pesca e all’economia tutta, smentendo la narrazione anti-ambientale di alcuni gruppi politici e organizzazioni agricole. In termini economici, i benefici che deriverebbero dal ripristino della natura sono in media 10 volte superiori ai costi. Ad esempio per l’agricoltura la presenza di piccoli spazi naturali ridurrebbe l’uso della chimica e migliorerebbe rese agricole e salute del suolo, a beneficio della biodiversità, delle aziende agricole e della società in generale».
Inoltre, le associazioni fanno notare che «Riportare più natura nel territorio, piantare alberi nelle aree urbane, restituire ai fiumi spazi più ampi dove scorrere senza fare danni ridurrebbe i rischi di alluvioni e altre catastrofi naturali, con grandi benefici economici e di salvezza di vite umane. A ciò si aggiungono gli effetti positivi che l’applicazione di questa legge avrebbe sul clima poiché habitat marini, forestali e delle zone umide in salute trattengono e assorbono CO2 e altri gas climalteranti, mitigando l’aumento delle temperature, che ogni anno si fanno sempre più estreme».
Le 31 associazioni concludono: «Per tutti questi motivi chiediamo al Governo italiano, la cui posizione è determinante per le sorti della legge sulla Nature Restoration law, di rivedere la propria decisione contraria alla legge e sostenerne l’approvazione. Non si assumano la presidente Meloni e il ministro Pichetto Fratin la responsabilità di affossare un provvedimento così prezioso. Ne va del nostro futuro».