Nature restoration law: non c’è maggioranza in commissione ambiente dell’Europarlamento. Ma potrebbe essere un bene

Stallo: 44 a 44, ma non passa l’offensiva antiambientalista di PPE e destre. I Verdi: la destra all’attacco del green deal

[27 Giugno 2023]

Nuovo colpo di scena per il tormentato percorso della Nature Restoration Law: dopo un lungo confronto in Commissione ambiente (ENVI) del Parlamento europeo, non c’è la maggioranza necessaria per il via libera alla  proposta modificata della Commissione europea. Nell’ambito dell’European  Green Deal,  il 22 giugno 2022 la Commissione ha proposto un regolamento sul ripristino della natura per contribuire al recupero a lungo termine della natura danneggiata nelle zone terrestri e marine dell’Ue e per raggiungere gli obiettivi dell’Ue in materia di clima e biodiversità.

In una nota l’Europarlamento spiega che «Dopo le votazioni sugli emendamenti alla proposta della Commissione di giovedì 15 giugno e proseguite martedì 27 giugno, la commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare ha infine respinto la proposta di EU nature restoration law così come modificata . Il voto finale è stato di 44 voti favorevoli, 44 contrari e 0 astenuti, al di sotto della maggioranza fnecessaria».

Il risultato è che, nonostante il pareggio, la Commissione ambiente, presenterà in plenaria la proposta di respingere la proposta della Commissione Ue. Il Parlamento europeo sarà poi chiamato a prendere posizione, probabilmente nella plenaria di luglio a Strasburgo in attesa dell’approvazione dell’ordine del giorno da parte della Conferenza dei Presidenti.

Per Danilo Selvaggi, direttore generale della Lipu, «Con un nuovo voto in pareggio (44 a 44), la Commissione ambiente dell’Europarlamento ha fatto decadere il testo emendato della Nature Restoration Law. Viene così ripristinato il testo originario della Commissione europea, che andrà in Assemblea Plenaria il 12 luglio per il voto finale. In queste settimane il PPE (Partito Popolare Europeo, ndr) ha ostacolato in tutti i modi la proposta di legge per il ripristino della natura, presentando e votando emendamenti che ne avevano completamente snaturato il senso e le previsioni. L’esito del voto finale in Commissione Ambiente ha il paradossale risultato che in Assemblea plenaria ci vada il testo originario presentato dalla Commissione Ambiente, ben più ambizioso e coerente. Resta dunque un’ultima sfida, prima del negoziato finale: quella che si giocherà il 12 luglio in Assemblea plenaria,dove gli avversari della legge riproveranno a fermarla ignorando persino l’appello che questa mattina è giunto dal Commissario europeo alla gestione delle emergenze. Janez Lenarčič ha infatti informato della spaventosa impennata delle crisi ambientali, passate da una media di 20 all’anno alle 200 degli ultimi tempi, e sottolineato come il ripristino della natura europea sia la prima linea di difesa del territorio. La mobilitazione della Lipu nelle prossime settimane sarà massima: la Nature Restoration Law è la più straordinaria risposta possibile per la salvezza della biodiversità, l’adattamento alla crisi climatica, la salute di territorio e capitale naturale e il benessere dei cittadini. Questo sogno sta per trasformarsi in realtà ma – conclude il direttore generale della Lipu – serve un ultimo sforzo collettivo, convinto, del Parlamento europeo e dei cittadini».

In una nota congiunta, diverse associazioni ambientaliste sottolineano che «Oggi, la commissione ENVI ha continuato a essere divisa nel suo voto finale sul progetto di relazione sulla legge sul ripristino della natura. Il pareggio 44-44 è stato identico al voto del 15 giugno. Poiché molti emendamenti dannosi sono stati approvati durante il voto caotico nella commissione ENVI del 15 giugno, il rifiuto odierno della relazione ENVI offre l’opportunità di adottare un testo più coerente e ambizioso in plenaria il 12 luglio».

Gli emendamenti considerati dannosi dagli ambientalisti  includono in particolare il ridimensionamento dell’obiettivo generale principale (al 10%), l’eliminazione del contenuto fondamentale della proposta di legge come l’articolo sul ripristino degli ecosistemi forestali, l’indebolimento di altri obiettivi (ad esempio per le torbiere) e la limitazione dell’azione di ripristino alle aree Natura 2000.

La verde Monica Frassoni vede invece il bicchiere mezzo vuoto e twitta: «La legge sul ripristino della natura respinta in Envi PE per 44 voti contro 44. La destra all’attacco del green deal e per inchiodare l’Europa a modelli economici perdenti e inquinanti ha marcato un punto. La battaglia passa in plenaria. Ma è evidente che ci dobbiamo svegliare».

Secondo l’eurodeputato verde Bas Eickhout, vicepresidente della ENVI, «Ora dobbiamo rivolgere tutta la nostra attenzione al voto decisivo di luglio. La natura è la chiave per combattere gli effetti del cambiamento climatico. Tutti i deputati che vogliono sostenere la sicurezza alimentare, l’ambiente, nonché la prevenzione di siccità, incendi e inondazioni devono sostenere il ripristino della natura. Il PPE è disposto a rischiare il nostro futuro collettivo per fare una campagna elettorale a buon mercato contro il Green Deal volta ad assecondare l’estrema destra. Nonostante la campagna senza precedenti e aggressiva del Gruppo PPE, molti leader del PPE hanno votato ancora una volta a favore della legge in Consiglio. Questo fa ben sperare in una maggioranza per il voto di luglio, poiché ogni deputato può votare. Diversamente che a livello di commissione, la leadership del PPE non può togliere dai banchi i sostenitori della legge e sostituirli con eurodeputati che vogliono ammazzare il disegno di legge. Questa legge è fondamentale per migliorare nei prossimi anni la natura in Europa, che è in condizioni deplorevoli. Le imprese, i cittadini e gli scienziati affermano tutti che è necessario, ma i governi non lo fanno. Dopo accordi volontari, non possiamo sfuggire a un’azione efficace».

Le associazioni ambientaliste evidenziano che «Dopo aver respinto l’attacco più minaccioso orchestrato dal leader del gruppo PPE al Parlamento europeo, Manfred Weber, nella commissione ENVI, compresa la sostituzione di quei membri del gruppo che si rifiutano di seguire la linea del partito, i deputati hanno l’opportunità di dimostrare la loro ferma posizione dietro il pilastro della biodiversità dell’European Green Deal  nella prossima plenaria. Il Parlamento europeo deve rimanere forte contro i falsi respingimenti dei conservatori e agire con fermezza per proteggere i cittadini dagli impatti devastanti del cambiamento climatico e dalla perdita di biodiversità».

Sabien Leemans, senior Biodiversity Policy Officer del Wwf European Policy Office, ha commentato: «Il 12 luglio, il Parlamento europeo non solo deciderà sul destino della Nature Restoration Law e del Green Deal dell’Ue, ma invierà anche un segnale al mondo. I deputati europei ascolteranno gli Stati membri, i messaggi di oltre 900.000 cittadini, più di 3.300 scienziati e oltre 100 imprese e varie parti interessate che li esortano a garantire il nostro futuro? Il Parlamento voterà a favore di un’azione per proteggere i suoi cittadini dagli impatti del cambiamento climatico? Tutti gli occhi sono ora puntati sulla plenaria per la risposta a queste domande cruciali».

Anche Sofie Ruysschaert, nature restoration policy officer di Birdlife Europe, attacca i democristiani che si sono alleati con l’estrema destra: «Negli ultimi mesi il PPE di Weber ha spudoratamente criticato la Nature Restoration Law e il Green Deal, ma i loro sforzi sono stati vani. La divisione odierna nella commissione ENVI, in cui metà dei deputati ha votato a favore della Nature Restoration Law, dimostra che in questo Parlamento si resiste ferocemente alle menzogne, alla disinformazione e alle tattiche sporche. Ora è tempo che gli eurodeputati in plenaria votino con coscienza e responsabilità incrollabili, affrontando le crisi climatiche e della biodiversità che minacciano la sopravvivenza stessa del nostro pianeta».

Ioannis Agapakis, avvocato di ClientEarth, fa notare che «Il rifiuto del rapporto da parte del Comitato non sorprende, soprattutto visti i vili giochi politici a spese della natura. Tuttavia, è ancora tutto da giocare, poiché la plenaria sarà una tabula rasa per riesaminare tutte le opzioni, creando un’opportunità per adottare una posizione ancora più forte. Il voto dei ministri dell’Ue la scorsa settimana (l’Italia ha votato contro, ndr) ha inviato un chiaro messaggio di sostegno alla legge: ora spetta al Parlamento seguire e sostenere la legge sul ripristino della natura in plenaria».

Sergiy Moroz, policy manager for water and biodiversity dell’European Environmental Bureau, conclude: «Il continuo rifiuto dei membri conservatori del Parlamento di svolgere il lavoro per cui sono stati eletti, vale a dire adottare leggi forti per affrontare la biodiversità e le crisi climatiche, è deludente, per non dire altro. Ciò è particolarmente pertinente dopo il forte messaggio del Consiglio, che la scorsa settimana ha concordato la sua posizione sulla legge sul ripristino della natura e ha invitato il Parlamento europeo a negoziare ulteriormente la legge. Esortiamo i nostri rappresentanti eletti a dare seguito a tale invito e ad adottare senza indugio una posizione forte in Plenaria».