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Negli ultimi 50 anni, le specie invasive sono costate oltre 5 miliardi di sterline al Regno Unito

I danni di conigli, scoiattoli, piante e alghe alieni sono molto più “costosi” di quanto si pensasse
 |  Natura e biodiversità

Uno studio appena pubblicato su NeoBiota da un team internazionale di ricercatori dimostra che, negli ultimi 40-50 anni, specie invasive, come lo scoiattolo grigio, il coniglio europeo e il poligono del Giappone, sono costate all'economia del Regno Unito oltre 5 miliardi di sterline, uno dei costi più alti in Europa.

Le specie invasive, introdotte volutamente e accidentalmente e che si diffondono al di fuori del loro areale originario a causa delle attività antropiche, rappresentano una minaccia crescente per gli ambienti di tutto il mondo. Gli impatti ambientali delle specie invasive, una delle principali cause di perdita di biodiversità, sono ben studiati. Tuttavia, pochi studi hanno riassunto finora i loro impatti economici.

A dimostrare che il problema delle specie invasive è globale, la ricerca riguarda la Gran Bretagna ma è stata finanziata dall' Agence Nationale de la Recherche (ANR) francese, dalla Alexander von Humboldt Foundation, da AXA Research Fund Chair of Invasion Biology e dalla BNP-Paribas Foundation Climate Initiative

Il nuovo studio rappresenta la più ampia e aggiornata revisione dei costi economici delle invasioni biologiche nel Regno Unito. Il team guidato da Ross Cuthbert  della School of Biological Sciences della Queen's University Belfast e del GEOMAR Helmholtz-Zentrum für Ozeanforschung ha creato InvaCost, il primo database globale dei costi delle specie invasive realizzato all'Université Paris-Saclay.

Cuthbert spiega che grazie a questi mezzi innovativi «Abbiamo riscontrato che la maggior parte dei costi è stata causata da danni diretti, come riduzioni della produttività agricola e dei costi di riparazione delle infrastrutture, mentre molto poco è stato speso per l'effettiva gestione delle specie invasive e in particolare per la prevenzione di future invasioni. In modo preoccupante, abbiamo anche scoperto che i costi di invasione stanno aumentando rapidamente nel tempo e probabilmente continueranno ad aumentare in futuro con l'arrivo di più specie invasive nel Regno Unito. Questi costi sono anche gravemente sottostimati, poiché per pochissime delle specie invasive conosciute nel Regno Unito sono stati riportati costi economici (<10%), indicando una mancanza di lavori di ricerca e di segnalazione dei loro impatti dannosi».

Per condurre il loro studio, i ricercatori hanno esaminato come i costi nel Regno Unito siano distribuiti tra diverse specie invasive, ambienti e tipi di costo e come questi sono cambiati nel tempo.

Hanno scoperto così che «Negli ultimi 40-50 anni le specie invasive sono costate all'economia del Regno Unito oltre 5 miliardi di sterline, con la maggior parte del costo dovuto ad animali e piante invasive, come il coniglio europeo, il poligono del Giappone e le alghe, e che principalmente i danni riguardano l'agricoltura o impatti sulla proprietà privata.

»Ad esempio – dicono alla Queen's University Belfast - i conigli invasivi causano gravi danni alle aree agricole a causa del pascolo eccessivo, che influisce sia sulla crescita che sulla resa di colture chiave, soprattutto considerando le praterie e i cereali. Il loro scavare può anche avere un impatto sulla qualità dei pascoli. Il poligono del Giappone provoca danni strutturali alla proprietà che sono costosi da riparare e riduce sostanzialmente i valori delle case. Le alghe invasive possono ostruire i corsi d'acqua, bloccando l'accesso alle imbarcazioni, peggiorando il rischio di inondazioni e ostacolando le attività ricreative come la pesca con l'amo».

I ricercatori sperano che questo studio aumenterà tra l’opinione pubblica e i politici la consapevolezza dell'enorme onere economico che le specie invasive hanno sull'economia del Regno Unito e che servirà a stanziare più risorse economiche per la gestione preventiva dei danni delle specie invasive  sia all’economia che agli ecosistemi.

Cuthbert conclude: «Prima di tutto, investire in una migliore biosicurezza per prevenire l'arrivo di specie invasive potrebbe ridurre gli impatti economici futuri ed essere molto più economico dei danni futuri o del controllo a lungo termine».

Redazione Greenreport

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