Non solo la Toscana al bivio tra tutela e blocco
[18 Novembre 2013]
Nel suo viaggio nelle regioni Il Sole 24 Ore ha fatto sosta in Toscana, che secondo il giornale è alla ricerca di un equilibrio tra tutela e sviluppo. Il modello Toscana infatti dopo quindici anni di gestione del territorio si muove tra successi e rischi, specie sulle infrastrutture. Proprio in questi giorni una serie di manifestazioni, cortei di protesta e appuntamenti vari di associazioni e comitati ce lo stanno ricordando.
Per fortuna la Regione non sta con la mani in mano, avendo ripreso anche sul piano legislativo una riflessione critica da tempo ferma sui binari. In particolare questo impegno riguarda il testo di riforma della legge urbanistica 1/2005 che punta al divieto assoluto di nuova edificazione (residenziale) fuori dai territori urbanizzati, assegnando alla Regione il diritto di “ultima parola” sui grandi progetti, ridimensionando il potere dei comuni che non l’hanno infatti presa bene. E’ la ricerca di un nuovo equilibrio tra i diversi livelli istituzionali che non riguarda soltanto la nostra regione.
In Toscana, ad esempio, resta ancora troppo sullo sfondo il rapporto tra pianificazione e programmazione regionale e le aree protette e le autorità di bacino. E’ singolare – tanto per riferirci ad una vicenda emersa in questi giorni più per iniziativa ligure, poi confermata dall’assessore Bramerini – che Toscana e Liguria abbiano concordato di fatto il superamento dell’autorità di bacino del Magra senza che finora sia stata detta una parola sul fatto che sul versante ligure opera un parco regionale e su quello toscano una sbrindellata presenza di ANPIL. Lì il silenzio continua come continua in Val di Cornia, un’area fortemente interessata ad alcune vicende ambientali di rilievo regionale e nazionale. Mentre quindi va avanti anche con iniziative importanti la legge di cui si occupa l’assessore Marson, la nuova legge sui parchi non è entrata ancora in scena concretamente.
Sono aspetti che riguardano i 5 punti del Manifesto della cultura del Sole 24 Ore, lanciato il 19 febbraio 2012, che intende ripartire dall’art 9 perché – come ebbe a dire Giorgio Napolitano – oggi si pone una “questione fondamentale che si chiama capacità progettuale, realizzatrice e gestionale. Questo significa innanzitutto che abbiamo bisogno in questo senso di una nuova qualificazione delle istituzioni”.
Una qualificazione – va aggiunto – possibile soltanto se Stato, regioni ed enti locali riusciranno come prevedeva il titolo V a stabilire quella ‘leale collaborazione’ che ha lasciato il posto ad una crescente e paralizzante conflittualità dovuta soprattutto anche se non esclusivamente all’inguaribile centralismo statale.
Ho sentito Renzi da Fazio dire che le regioni hanno troppi poteri e che il tiolo V fu un imperdonabile errore del centro sinistra. Come rilancio federalista, specie per le politiche ambientali, non mi pare davvero il massimo. E meno male vuole vincere.
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