Nuova minaccia per le otarie orsine dell’Antartide (VIDEO)
Cacciate fino quasi all’estinzione, si sono riprese, ma ora affrontano un pericoloso declino a causa della mancanza di cibo dovuta al riscaldamento globale
[19 Ottobre 2023]
Lo studio “Ninety years of change, from commercial extinction to recovery, range expansion and decline for Antarctic fur seals at South Georgia”, pubblicato su Global Change Biology da un team di ricercatori di British Antarctic Survey (BAS), Université de Montpellier e International Whaling Commission. Si occupa delle otarie orsine antartiche (Arctocephalus gazella) che vivono quasi tutte nelle isole sub-antartiche del territoio brritannico di oltremare della South Georgia and the South Sandwich Islands (SGSSI) e dimostra che la popolazione moderna di questi mammiferi marini «Ha raggiunto il picco nel 2009 con circa 3,5 milioni: un numero salutare, anche se significativamente inferiore a quanto stimato in precedenza». Ma un conteggio più dettagliato degli animali che vivono su Bird Island, una piccola isola al largo della punta nord-occidentale della South Georgia, dimostra anche che per le otarie orsine è sempre più difficile trovare il krill – un piccolo crostaceo simile a un gambero – le cui popolazioni sono crollati nell’ultimo decennio.
Il principale autore del nuovo studi, lo scienziato del bas Jaume Forcada, evidenzia che «Abbiamo trovato sia notizie buone che cattive riguardo alle otarie. La popolazione si è ripresa in modo impressionante nel corso del XX secolo, quando la caccia alle otarie venne vietata. Ma i cambiamenti del XXI secolo riguardanti l’abbondanza di krill nell’Oceano Antartico stanno ora minacciando nuovamente questi animali iconici».
Cacciatei per le loro pelli nel 1700 e 1800, all’inizio del 1900 le otarie orsine antartiche erano rimaste così poche da non giustificare più la caccia commerciale. Così, insieme a protezioni ambientali più forti, cibo in abbondanza e riproduzione rapida, la loro popolazione ha registrato un boom e si è ripresa molto più rapidamente rispetto ad altre specie precedentemente cacciate nella regione, comprese le megattere. Nel 2000 la South Georgia ospitava tra i 4,5 e i 6,2 milioni di foche.
Ma i ricercatori avvertono che «il riesame di questi dati e dei metodi utilizzati suggerisce che questi numeri di popolazione in forte espansione non erano accurati, rappresentando un’ulteriore sfida per gli scienziati che ora cercano di comprendere l’attuale declino».
Forcada conferma. «I nostri nuovi risultati dimostrano che si trattava di una massiccia sovrastima. questo è importante perché la dimensione della popolazione delle otarie orsine viene utilizzata per giudicare la salute generale della specie e dei più ampi ecosistemi antartici. E abbiamo scoperto che nessuno dei due era così robusto come la gente pensava».
Contare le otarie è più difficile di quanto possa sembrare. Generalmente, i censimenti valutano i numeri nelle spiagge dove si riproducono le otarie, ma i ricercatori fanno notare che «Queste cifre sono distorte perché la maggior parte dei maschi di otarie nella South Georgia di solito non si riproducono fino all’età di 10 anni, e poi solo per due o tre anni. Questo significa che circa l’80% della popolazione maschile non figura nei censimenti e il modo in cui i ricercatori spiegano questo dato può sovrastimare il conteggio complessivo».
La nuova stima di 3,5 milioni di animali deriva da diversi rilevamenti in elicottero della durata di una settimana realizzati nella South Georgia dal 2007 al 2009 e da metodi migliorati di valutazione della popolazione.
Nell’ultimo secolo, le popolazioni di otarie orsine di Bird Island hanno mostrato una ripresa tra le più rapide, ma la nuova indagine ha identificato un’inversione preoccupante: «i numeri hanno raggiunto il picco nel 2009 e da allora sono diminuiti del 7% ogni anno. Questo porta l’attuale popolazione dell’isola a un livello mai visto dagli anni ’70, quando la popolazione era ancora in ripresa».
Gli scienziati hanno cercato prove della pressione della pesca del krill sulle dinamiche della popolazione delle foche, ma non è risultato significativa. Tuttavia, l’analisi iniziale dei dati climatici mostra che «Il rapido aumento delle temperature del mare nella regione è correlato al declino della popolazione di foche, indicando come causa più probabile la perdita di krill».
Forcada spiega: «Nella South Georgia il krill può costituire fino all’80% o più della dieta delle otarie orsine, quindi, quando le condizioni ambientali rimuovono il krill dalle loro immediate aree di foraggiamento, sperimentano un calo catastrofico nel numero di cuccioli prodotti e nella sopravvivenza degli individui».
Questa sensibilità delle otarie orsine alla disponibilità del krill, insieme all’esistenza di dati sulla popolazione a lungo termine, è quel che le rende un importante indicatore noto per gli ecosistemi intorno a Bird Island. Sono necessarie ricerche più dettagliate per stabilire perché il krill intorno a Bird Island è ora meno disponibile e quanto diffuso potrebbe essere questo cambiamento nel resto dell’Oceano Antartico.
Forcade conclude: «Se la pressione sulle otarie di Bird Island si applica anche alla maggior parte della popolazione della South Georgia, anche lì potrebbe esserci un declino in corso. Quindi, anche se ce n’erano tre milioni e mezzo, il rapido declino di Bird Island ci dice che potrebbero essere nei guai».