Oranghi: la gente del posto sa come mangiare

Gli oranghi maschi migranti osservano come mangiano le popolazioni locali per scoprire qual è il menù migliore

[7 Luglio 2023]

Dopo 30 anni di osservazioni dei comportamenti di 152 oranghi migranti maschi a Sumatra e nel Borneo, lo studio “Migrant orangutan males use social learning to adapt to new habitat after dispersal” pubblicato su Frontiers in Ecology and Evolution da un team internazionale di ricercatori guidato dall’Universität Leipzig e del Max-Planck-Institut für evolutionäre Anthropologie,  ha dimostrato che gli oranghi migranti «Imparano a conoscere cibi sconosciuti nella loro nuova area di origine “scrutando” i locali esperti. Il peering – l’atto di osservare intensamente gli altri a distanza ravvicinata – è più frequente nei migranti quando osservavano i locali consumare cibi rari o difficili da elaborare».

I ricercatori ricordano che «Gli oranghi dipendono dalle loro madri più a lungo di qualsiasi altro animale non umano, vengono allattati fino a quando non hanno almeno 6 anni e vivono con la madre  per altri 3 anni». Questa lunga fanciullezza/adolescenza permette agli oranghi di imparare come trovare, scegliere ed elaborare la gamma estremamente varia di alimenti che mangiano questi grandi primati. Ma gli scienziati si sono chiesti: «Quando gli oranghi lasciano le loro madri per vivere al di fuori del loro areale natale, dove i cibi disponibili possono essere molto diversi, come decidono cosa mangiare e imparano a mangiarlo?». Il nuovo studio ha dimostrato che «In questi casi i migranti seguono la regola “osserva e fai come fanno i locali”».

La principale autrice dello studio, Julia Mörchen dell’Universität Leipzig e del Max-Planck-Institut für evolutionäre Anthropologie, sottolinea che «Mostriamo le prove che, dopo essersi dispersi in una nuova area, i maschi di orangutan migranti usano l’apprendimento sociale osservativo per apprendere nuove conoscenze ecologiche dagli individui locali. I nostri risultati suggeriscono che i maschi migranti non solo imparano dove trovare cibo e cosa nutrirsi dalla “gente del posto”, ma continuano anche a imparare come elaborare questi nuovi alimenti».

Il team internazionale di ricerca ha dimostrato che «I maschi migranti apprendono queste informazioni attraverso un comportamento chiamato “peering”: osservando intensamente per almeno 5 secondi e da una distanza di 2 metri un modello. In genere, gli oranghi osservatori affrontavano il modello e mostravano segni di seguire le sue azioni con movimenti della testa, indicando un attento interesse».

Gli oranghi maschi migrano in un’altra area dopo essere diventati indipendenti, mentre le femmine tendono a stabilirsi vicino al loro areale natale. La Mörchen evidenzia che «Quello che non sappiamo ancora è fino a che punto si disperdono i maschi di orangutan o dove si disperdono. Ma è possibile fare ipotesi informate: i dati genetici e le osservazioni di oranghi che attraversano barriere fisiche come fiumi e montagne suggeriscono una dispersione a lunga distanza, probabilmente per decine di chilometri. Questo implica che durante la migrazione, i maschi probabilmente incontrano diversi tipi di habitat e quindi sperimentano una varietà di composizioni faunistiche, specialmente quando attraversano habitat di diverse altitudini. Nel corso del tempo evolutivo, essere in grado di adattarsi rapidamente a nuovi ambienti prestando attenzione alle informazioni cruciali della popolazione del posto, probabilmente ha fornito agli individui un vantaggio di sopravvivenza. Di conseguenza, questa capacità è probabilmente ancestrale nel nostro lignaggio ominide, risalendo almeno tra 12 e 14 milioni di anni fino all’ultimo antenato comune che condividiamo con gli oranghi».

Il team ha esaminato i dati di due popolazioni di oranghi: gli oranghi del Borneo (Pongo pygmaeus) della stazione di ricerca di Tuanan e gli oranghi di Sumatra (Pongo abelii) della stazione di ricerca di Suaq Balimbing e dicono che «Nella popolazione di orangutan di Sumatra altamente socievole, i maschi migranti scrutavano più frequentemente le femmine locali seguite dai giovani locali e meno i maschi adulti. Nella popolazione meno socievole degli oranghi del Borneo, valeva l’opposto: i maschi migranti scrutavano più frequentemente i maschi adulti, seguiti dagli oranghi immaturi e meno le femmine adulte. I maschi migranti del Borneo possono non avere l’opportunità di scrutare le femmine locali, poiché è noto che in questa popolazione le femmine evitano lunghi legami con loro. In seguito, i maschi migranti hanno quindi interagito più frequentemente con il cibo scrutato, mettendo in pratica ciò che avevano appreso attraverso il peering».

La co-autrice senior dello studio, Anja Widdig dell’Universität Leipzig, evidenzia che «Le nostre analisi dettagliate hanno inoltre dimostrato che i maschi di orangutan migranti del nostro studio hanno scrutato più frequentemente alimenti difficili da elaborare o che vengono mangiati solo raramente dalla popolazione del posto: compresi gli alimenti che sono stati visti mangiare solo per pochi minuti nel corso del intero periodo di studio».

L’altra co-autrice senior dello studio, Caroline Schuppli, group leader del Max-Planck-Institut für Verhaltensbiologie, aggiunge: «È interessante notare che i tassi di peering dei maschi migranti sono diminuiti dopo un paio di mesi che erano nella nuova area, il che implica che questo è il tempo necessario per conoscere nuovi cibi».

Gli aiutori dello studio concludono avvertendo che «Non è ancora noto quante volte gli oranghi adulti debbano scrutare un particolare comportamento prima di padroneggiarlo da soli. Le osservazioni suggeriscono che, a seconda della complessità o della novità dell’abilità appresa, gli adulti possono ancora utilizzare comportamenti esplorativi su determinati alimenti che hanno appreso per la prima volta attraverso il peering, forse per capire maggiori dettagli, rafforzare e memorizzare le nuove informazioni o per confrontare queste ultime con conoscenze pregresse».