
Orsi: sulle pendici del Brenta un grosso maschio uccide tre cuccioli

Quella che racconta in un comunicato la Provincia autonoma di Trento è una storia di ordinaria ferocia che ci fa capire quanto la magnificenza della natura sia lontana dai quadretti disneyani di certe trasmissioni televisive o da chi pensa che ci sia un mondo dove davvero gli agnelli dormono accanto ai lupi.
I collaboratori del Settore carnivori del servizio foreste e fauna della Provincia, spiegano che «Durante la stagione degli amori, solitamente fra maggio e giugno, non è infrequente che gli orsi maschi attacchino i cuccioli per eliminarli ed ottenere così la possibilità di accoppiarsi con la femmina, che può ritornare in calore in tempi assai rapidi».
E’ quel che è molto probabilmente avvenuto, sulle pendici del Brenta, nel comune di Molveno, dove un grosso orso maschio è entrato nella tana di un’orsa e l'ha allontanata per predare i suoi tre cuccioli, che aveva avvistato in precedenza.
Alla Provincia di Trento sottolineano che «Si è trattato di un attacco avvenuto molto precocemente, andando ad interessare addirittura il sito di svernamento. Pur cruento, si tratta in realtà di un comportamento frequente tra gli orsi, facendo parte dell'etologia riproduttiva della specie».
Certo, la perdita di tre cuccioli di orso nelle Alpi italiane, dove la loro popolazione è limitata a pochi esemplari riproduttivi, non è una buona notizia, ma, come ricorda, la Provincia, si tratta di qualcosa che fa parte della splendida ferocia che tiene in equilibrio la natura: «A titolo di esempio si ricorda che circa il 40% dei cuccioli che nascono in Scandinavia sono vittime di questo fenomeno».
Il personale del Corpo Forestale, ha svolto un ulteriore sopralluogo sul posto, documentando la presenza prolungata dell’orsa da sola nei pressi della tana, che poi si è allontanata definitivamente e che probabilmente finirà per accoppiarsi con lo stesso maschio che ha ucciso i suoi cuccioli.
La Provincia conclude: «La raccolta di residui organici, per risalire all'identità dei plantigradi coinvolti, potrà essere svolta solo con il definitivo allontanamento degli orsi dal sito e con il miglioramento delle condizioni ambientali che al momento rendono pericoloso l’accesso».
