Orsi, tavolo tecnico: accolto l’appello per discutere di gestione e convivenza con l’uomo
MASE: verso un Piano strategico. Le Associazioni: la gestione dell’orso e degli animali selvatici sulle Alpi deve essere affrontata come una questione nazionale e con un approccio scientifico
[27 Aprile 2023]
Ieri al ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (MASE) si è tenuto un tavolo di confronto tecnico sulla gestione degli orsi in Trentino che ha coinvolto le associazioni i protezionistiche e animaliste e in una nota il ministero dice che «La task force del MASE, in accordo con le indicazioni fornite dalle associazioni, si è resa disponibile allo studio di un piano strategico per la gestione dei plantigradi, e in generale per la convivenza con gli animali selvatici, da definire sulla base delle necessarie valutazioni scientifiche. Le associazioni si sono impegnate a far pervenire in breve tempo i contributi tecnici che saranno presi in considerazione nell’elaborazione della strategia. Il confronto con le associazioni, voluto dal Ministro Pichetto e dal Sottosegretario Barbaro, sarà il metodo che il MASE adotterà per le tematiche della biodiversità e più in generale ambientali».
Soddisfatto il responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente Antonio Nicoletti: a Legambiente che aveva proposto un tavolo tecnico che coinvolgesse anche le associazioni ambientaliste: «Il ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica – commenta – ha raccolto l’appello che avevamo lanciato l’8 aprile, a seguito della morte di Andrea Papi originario di Caldes in Val di Sole aggredito e ucciso da un orso morto, chiedendo l’istituzione di un tavolo tecnico e di confronto al dicastero con regioni, aree protette e associazioni perché la grande sfida da affrontare è il miglioramento della gestione e la convivenza con l’orso, e lo si può fare solo insieme. E’ stato un confronto importante che ha permesso di portare sul tavolo anche le nostre riflessioni e quelle delle tante realtà ambientaliste e animaliste, che da anni operano sui territori coinvolgendo nelle loro attività anche le comunità locali. Siamo convinti che la gestione dell’orso sulle Alpi insieme a quella degli animali selvatici debba essere affrontata come una questione nazionale di ampio respiro attraverso un piano strategico che abbia un approccio scientifico. Non servono gli isterismi politici come sta facendo da settimane il presidente della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti che limita la vicenda ad una diatriba tra provincia e orso. Per questo Legambiente, nel corso del tavolo tecnico al MASE, ha anche chiesto l’attuazione del PACOBACE in tutte le sue parti, a partire dall’attuazione dalle campagne di informazione e comunicazione su cui poco è stato fatto soprattutto nella provincia di Trento».
Anche il Wwf, che sulla vicenda degli orsi in Trentino aveva auspicato un ruolo maggiormente proattivo da parte del Ministero dell’Ambiente ha accolto positivamentei risultati della riunione e dice che «Ora si tratta di dare seguito al confronto avviatosi e rafforzare la volontà delle istituzioni di lavorare per la sicurezza di persone e orsi. Spiace constatare, però, che a livello politico, in Trentino, ci si limiti a gettare benzina sul fuoco, alimentando il conflitto, piuttosto che puntare sull’informazione, che è alla base della convivenza, unica soluzione possibile. Un esempio di questa insensata escalation è lo sconsiderato Disegno di Legge presentato in Consiglio della PAT lo scorso 18 aprile e che se approvato consentirebbe a chiunque fosse in possesso di una licenza di caccia, di sparare a orsi o lupi per i motivi più futili, in violazione di tutte le norme nazionali, europee ed internazionali vigenti. Una proposta più utile ad una campagna elettorale che non alla sicurezza dei cittadini e al futuro degli orsi».
Anche per il Panda «La questione orso è estremamente complessa e richiede un approccio scientifico e socio culturale che ad oggi è mancato. La possibilità di rimuovere esemplari problematici è un’opzione prevista dal Piano di Conservazione Interregionale dell’Orso Bruno sulle Alpi Centro-Orientali (PACOBACE), ma è un’azione da attuare solo in casi estremi, e solo dopo aver analizzato a fondo la dinamica degli eventi. Lo stesso PACOBACE prevede interventi di comunicazione, formazione ed educazione rivolti alle comunità locali che in larga misura risultano inattuati: cartellonistica specifica e adeguata, cassonetti dei rifiuti anti-orso per impedire l’avvicinamento degli orsi ai centri abitati, attività di educazione ambientale nelle scuole, ma non solo, sono alcune delle misure da mettere in atto. Mancando tali azioni, la conseguenza è che le comunità locali – e più in generale i frequentatori delle montagne del Trentino – risultano impreparate a convivere con gli orsi. Inoltre, risulta inspiegabile e anacronistica l’opposizione a liberalizzare l’utilizzo dello spray al peperoncino, strumento comunemente utilizzato in molti Paesi dove è presente l’orso».
Inoltre, per il Wwf «Alla popolazione di orsi del Trentino deve essere poi data la possibilità di ampliare l’areale attuale in modo naturale, intervenendo su quelle barriere antropiche che, soprattutto nella porzione orientale, ne impediscono o ne rallentano la dispersione, attraverso la realizzazione di quei corridoi ecologici vitali anche per tante altre specie. La rimozione o lo spostamento di un cospicuo numero di orsi come paventato dalla Provincia Autonoma di Trento non ha alcun fondamento scientifico ed è in contrasto con le normative di tutela attualmente in vigore. È opportuno basare le scelte gestionali sulla base di robusti elementi tecnico scientifici, mettendo da parte posizioni estremiste o demagogiche».
Massimo Vitturi, responsabile area animali selvatici, sottolinea; «Abbiamo portato al tavolo numerose proposte concrete che possono essere applicate fin da subito sul territorio provinciale, fra cui quelle che la Provincia avrebbe dovuto realizzare da tempo e che invece ha tenuto in un cassetto con l’obiettivo di prevenire quanto più possibile gli incidenti fra orsi e cittadini. Ora chiediamo che il Ministero dell’Ambiente dia seguito quanto prima alle nostre proposte facendosi carico delle aspettative che tutta Italia ripone per salvare gli animali e garantire la sicurezza di tutti, i cittadini e gli orsi trentini non possono più essere ostaggio di improvvisazioni o peggio di lassismo che riattizza posizioni estremiste e ideologiche anti-orsi».
Annamaria Procacci e Giusy D’Angelo dell’’ENPA ha ribadito il «No all’uccisione o al trasferimento di massa degli orsi e stop allo smantellamento delle normative nazionali sulla fauna e sulle aree protette. Quello che serve è un inquadramento complessivo della coesistenza tra uomo e orsi attraverso azioni concrete a breve e lungo termine: corridoi faunistici, dispersione delle femmine, controllo delle nascite attraverso la vasectomia degli orsi più grandi, identificazione degli orsi, realizzazione di un grande santuario al posto del Casteller, attuazione di metodi dissuasivi e soprattutto tanta prevenzione e informazione». L’Enpa ha avanzato una proposta in 7 punti: Corridoi faunistici; Dispersione delle femmine; Controllo delle nascite; Identificazione degli Orsi ; Santuari; Metodi dissuasivi; Prevenzione e la Procacci ha concluso: «Bisogna voltare pagina nei confronti della guerra che, purtroppo, oggi è stata scatenata nei riguardi degli orsi, dei lupi e di tutta la fauna selvatica. Guerra a livello politico che noi contrastiamo dal punto di vista scientifico, etico, culturale. Occorre fermare lo smantellamento delle normative nazionali, la legge 157/92 sulla fauna e la legge 394/91 sulle aree protette e muoverci nel solco delle politiche internazionali ed europee di tutela della biodiversità: ce lo impone anche la crisi spaventosa del Pianeta».
Anche Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente e deputata di Forza Italia <, ha detto al suo collega di partito Gilberto Pichetto Fratin che «Abbattimento e trasferimento di massa degli orsi non sono soluzioni. È un bene che il ministero dell’Ambiente intervenga a gamba tesa. La gestione dei plantigradi dev’essere sottratta alla politica locale e riconsegnata agli esperti con la regia del ministero, che deve dare linee di indirizzo precise, e con un ruolo più incisivo dell’Ispra. Pensare di abbattere o trasferire gli orsi in massa sarebbe, oltre che assurdo e impraticabile, la completa negazione del percorso compiuto finora e del successo ottenuto da “Life Ursus” nell’operazione di ripopolamento. Semmai occorre creare le condizioni per la migliore convivenza tra uomo ed orso nel Trentino e la dispersione degli animali in tutto l’Arco alpino come da progetto originario. A questo scopo sono essenziali le creazione di corridoi faunistici (per i quali, durante la discussione della legge di bilancio, l’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e la Tutela dell’Ambiente aveva chiesto, con un emendamento a mia prima firma, 12 milioni, purtroppo invano), l’identificazione e il monitoraggio degli orsi, sistemi adeguati di controllo delle nascite, rapida introduzione o potenziamento di mezzi dissuasivi e di prevenzione (come l’installazione di cassonetti anti-orso), informazione puntuale e aggiornata alla popolazione e ai turisti. E’ vero che quella di Trento è una Provincia autonoma, ma in fin dei conti il responsabile di fronte alla Commissione europea e alla comunità internazionale è il governo italiano. Bene dunque che l’esecutivo entri a gamba tesa sulla gestione di questi animali. Più in generale deve cessare l’atteggiamento di “guerra alla fauna selvatica” per applicare in maniera corretta, con metodi non cruenti, il concetto-cardine di convivenza».
L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) si è dichiarata molto soddisfatta dell’incontro al ministero: «Il tema della convivenza con gli animali selvatici è cruciale e noi contribuiremo a questo fondamentale lavoro sulla base di valutazioni scientifiche, com’è giusto che sia. Abbiamo trovato nei rappresentanti del Ministero una sponda motivata e interessata alla tutela della fauna e in particolare dei grandi carnivori, sinora malgestiti della Provincia autonoma di Trento, come le tristi cronache attestano. E’ ora di voltare pagina, e auspichiamo che questo incontro sia solo il primo nell’ambito di un’interlocuzione necessaria che rappresenti gli interessi degli animali selvatici. Le associazioni a tutela degli animali, e i selvatici sono un “bene demaniale».
Per l’Oipa, che l’opinione pubblica sia dalla parte degli orsi lo testimonia il sondaggio Swg che proprio ieri attestava che per il 64% non è giusto abbattere l’orsa JJ4. L’associazione animalista conclude: «E’ ora di aprire un nuovo capitolo, etico e scientifico, a difesa anche della vita della fauna selvatica. Gli strumenti ci sono, basta applicarli».