Orso polare addio? La specie potrebbe estinguersi entro il 2100
Pratesi (Wwf): «Il riscaldamento globale rischia di portare all’estinzione l’orso polare e poi tante altre specie, e poi chissà cosa succederà alla nostra»
[26 Febbraio 2024]
Alla vigilia della Giornata internazionale dedicata all’orso polare, che cade ogni 27 febbraio, la possibile estinzione dei questa specie iconica non è mai stata così vicina a causa della crisi climatica in corso.
Sul pianeta restano poco meno di 30.000 orsi polari, divisi in 19 sottopopolazioni: se lo scenario climatico rimanesse invariato, la specie potrebbe vedere la propria popolazione totale ridotta di 1/3 nei prossimi 30 anni, e potrebbe addirittura estinguersi in natura entro la fine del secolo.
Come spiegano dal Wwf Italia, l’aumento della temperatura in Artico è drammaticamente superiore alla media mondiale, con alcune regioni che presentano un aumento fino a 2.7°C ogni dieci anni, corrispondente addirittura a 5-7 volte il tasso di crescita globale della temperatura.
Con la riduzione dei ghiacci si riducono le tradizionali zone di caccia degli orsi polari, di conseguenza, questi perdono peso fino a rischiare di morire di fame.
Tutto ciò accade nonostante gli orsi stiano provando a trovare nuovi adattamenti, come andare a caccia di uccelli (invece che cacciare foche, le loro prede abituali, sulla banchisa polare) oppure ridurre i consumi di energia, entrando in una sorta di “letargo” estivo e riducendo gli spostamenti.
La ricerca di cibo porta gli orsi anche ad avvicinarsi ai villaggi, creando così occasioni di conflitto con le comunità locali. Inoltre l’integrità dell’habitat è ulteriormente minacciata dalle industrie di estrazione di gas e petrolio, sempre più interessate ai giacimenti artici, con il conseguente aumento del rischio di possibili incidenti.
Infine, attraverso l’ingestione di prede contaminate dagli inquinanti sempre più diffusi nei mari, gli orsi polari rischiano di accumulare sostanze tossiche (processo noto come “biomagnificazione”), che possono causare danni fisiologici permanenti agli animali e avere drammatici effetti sulle loro capacità riproduttive.
«L’orso polare, come tutti i grandi predatori, è un animale che sta al vertice delle catene alimentari – sottolinea Isabella Pratesi, direttrice del Programma di conservazione del Wwf Italia – quindi, quando viene a mancare si rompono una serie di equilibri molto importanti perché la presenza di questi grandi predatori serve a mantenere in equilibrio e in salute anche le popolazioni di foca. E poi a seguire tutto quello che dipende dalla loro presenza e dal loro ruolo ecologico. Purtroppo, la loro scomparsa è un indicatore di qualcosa di catastrofico che sta succedendo. Il riscaldamento globale rischia di portare all’estinzione l’orso polare e poi tante altre specie, e poi chissà cosa succederà alla nostra».