Papa Francesco arriva in Perù, le speranze e i timori degli ambientalisti (VIDEO)

Il Papa visiterà la Regione di Madre de Dios, lo scrigno in pericolo della biodiversità peruviana

[18 Gennaio 2018]

Oggi, dopo la difficile e contestata visita in Cile, Papa Francesco arriva in Perù e le aspettative per quello che dirà travalicano il piano religioso: numerose associazioni ambientaliste e indigene sperano che il Papa parlerà con forza di ambiente e sfruttamento delle risorse, soprattutto per quanto riguarda l’Amazzonia. Secondo il presidente della Conferencia Episcopal Peruana, Salvador Piñeiro, sono proprio queste le ragioni che hanno spinto il Pontefice a visitare domani Puerto Maldonado, il capoluogo della regione Madre de Dios, che negli ultimi anni è stata devasta dalle miniere illegali, dall’abbattimento indiscriminato della foresta e dalla tratta di esseri umani, ma che è interessata anche da progetti petroliferi contro i quali si oppongono le popolazioni indigene. Piñeiro qualche giorno fa ha ricordato che «Il Santo Padre ha una preoccupazione speciale per l’Amazzonia e per questo ha messo come primo punto del suo viaggio un incontro con i gruppi indigeni per dialogare, per dare un segno di speranza. Questi temi preoccupano il Papa e li sente molto vicini».

Infatti, anche durante il suo viaggio in Colombia nel settembre 2017 il Papa visitò la regione di Villavicencio, un’area colpita dal conflitto armato tra governo, le Farc e le milizie di destra che ha provocato anche gravi danni ambientali e l’America Latina e l’Amazzonia sembrano essere una delle fonti di ispirazione che hanno portato il Papa a pubblicare nel 2015 l’enciclica ambientale Laudato Si’ che per la prima volta posiziona la Chiesa Cattolica sul fronte avanzato – anche sociale e politico – della difesa del Creato

In Laudato Si’  Papa Francesco critica «lo sfruttamento selvaggio della natura» e il «vero debito ecologico« dei Paesi del Nord del mondo verso quelli del Sud. Una svolta ambientalista criticata dai settori conservatori della Chiesa, compresi quelli cileni che sono stati duramente contestati durante la sua visita in quel Paese, il più ricco del Sudamerica, dove resta aperta la questione degli indios Mapuche.  L’Enciclica papale parla anche delle esportazioni di risorse «per soddisfare i mercati del Nord» e del mercurio utilizzato nelle miniere d’oro che ha causato la contaminazione di territori e fiumi. Sembra la descrizione di quel che sta succedendo da troppo tempo in alcune aree del Perù.

Secondo il recente rapporto “MAAP #75: El Papa visitará Madre de Dios, región con una crisis de deforestación”  del Proyecto de Monitoreo de la Amazonía Andina (MAAP), «Madre de Dios sta sperimentando una severa crisi di deforestazione dovuta principalmente ai drivers dell’attività mineraria. dell’agricoltura e alla costruzione di strade» e dal 2001 la tendenza è a una crescente perdita annuale di foreste che ha raggiunto il vaolore nassimo nel 2017 quando la deforestazione ha superato i 20.000 ettari  (28.500 campi di calcio) il doppio del 2008. Secondo il MAAP, «Il quadro dimostra anche il progresso di Madre de Dios nel ranking delle regioni amazzoniche con maggiore deforestazione in Perú. Per la prima volta,  la regione Madre de Dios ha il secondo tasso più alto di perdita forestale tra tutte le Regioni. dietro solo all’Ucayali». Una delle aree più colpite è La Pampa, che forma parte della zona contigua della Reserva Nacional de Tambopata e il MAAP dice che nel 2017 le miniere d’oro hanno causato la perdita di 560 ettari di foresta e che dal  2013  la deforestazione ha interessato 4.560 ettari di questo delicato habitat.

Víctor Zambrano, presidente del Comité de Gestión de la Reserva Nacional del Tambopata, è uno di quelli che spera di più nella visita del Papa: impotente di fronte all’invasione dei minatori illegali, Zambrano confida che la visita di Papa Francisco a Puerto Maldonado faccia cambiare la situazione: «Nel nostro Paese abbiamo toccato il fondo e non abbiamo trovato risposte a questo problema. Ora abbiamo un dignitario della categoria del Sommo Pontefice per toccare questo tema sensibile che nessuno vuole affrontare con responsabilità e per l’incidenza che ha, per spingere il nostro governo a rispettare la legge», ha detto a  Mongabay Latam.

Gli ambientalisti si aspettamo che la visita del Papa costringa il governo di Lima a mettere nella sua agenda come priorità il problemi come le miniere illegali, il petrolio e la deforestazione e la recentissima istituzione del Parque Nacional Yaguas  fa ben sperare. D’altronde è lo stesso Papa Francesco a scrivere su Laudato Si’  che è importante “la pressione della popolazione e delle istituzioni» perche senza «si avrà sempre resisteresistenza a intervenire e perché un politico si assuma le sue responsabilità».

Alicia Abanto delegata per il Medio Ambiente, Servicios Públicos y Pueblos Indígenas della Defensoría del Pueblo, è convinta che il Papa con Laudato Si’ abbia tracciato la strada da seguire per l’umanità «La cura del nostro pianeta o, come la chiama, “nuestra casa común” – ha detto a Mongabay Latam – Se il Papa arriva in Perù e il suo primo viaggio è a Madre de Dios, questo ci impegna come Paese a fare in modo che si possano prendere impegni effettivi a favore della difesa dell’ambiente e della lotta contro le attività illegali che si verificano in questa regione. La pima cosa che deve fare questo governo è essere onesto sul ruolo nella lotta alle miniere illegali. Deve essere cosciente che negli ultimi due anni l’attività mineraria illegale a si è allargata con voracità a Madre de Dios. Probabilmente questa regione è la più insicura del Paese per violazione dei diritti umani, perché questa attività mineraria danneggia la salute, la sicurezza e la vita delle persone. La visita del Papa dovrebbe spingere il governo ad assumere una leadership chiara ed enfatica  per respingere queste attività».

Gli scontri con i trafficanti non mancano e nel settembre 2017 è stato ucciso un sottufficiale della Policía Nacional che faceva parte di una pattuglia di 4 persone che aveva intercettato una decina di uomini a Puerto Maldonado che trasportavano oro estratto illegalmente lungo la carretera Interoceánica, da dove passano anche mercurio e combustibili per alimentare le miniere abusive.

Mariano Castro, ex viceministro della gestione ambientale del ministero dell’ambiente del Perù, ha detto a Mongabay Latam che «Papa Franceisco ha segnato una linea di azione che rinnova e mobilita, In questo viaggio ha dato priorità a problemi e zone del Paese dove la questione ambientale ha un forte valore. Ci sta dando un messaggio atterrito che ci convoca ad agire su temi come le miniere illegali, la tratta di persone e la deforestazione«.

Secondo Pedro Solano, direttore esecutivo della Sociedad Peruana de Derecho Ambiental, »La cosa che vorremmo di più dalla visita del Summo Pontefice è che contribuisca a far avanzare l’agenda ambientale in Perú. E’ molto simbolico che il Papa vaada a a Madre de Dios, la capitale della biodiversità del Paese, che ospita molte popolazioni indigene in isolamento volontario e che, tuttavia, ha avuto la grave tendenza alla crescita di problemi ambientali, della corruzione e dell’avvelenamento dell’ecosistema. L’impatto che otterranno le sue parole nelle decisioni del governo, delle imprese e della società civile è quello a cui dobbiamo prestare attenzione. Speriamo che dopo aver visto quel che succede a Madre de Dios, tiri loro le orecchie per aver permesso tutto questo».

Ma qualche ambientalista fa notare che nel resto del Perù c’è interesse per l’arrivo del Papa, ma molto meno per il suo messaggio ambientalel. La coordinatrice del Programa cambio climático y bosques dell’ONG Derecho, Ambiente y Recursos Naturales,  Iris Olivera, fa l’esempio del continuo rinvio del voto al Congresso peruviano per approvare la Ley Marco del Cambio Climático per applicare l’Accordo di Parigi: «Gli impatti del cambiamento climatico non aspettano in un Paese come il nostro altamente vulnerabile a questo fenomeno. Purtroppo, i legislatori non sono riusciti a vedere questa realtà e stanno facendo passare un’opportunità per organizzare il Paese di fronte a questo fenomeno e per mostrare ai peruviani e al Papa le azioni concrete che si prendono per la cura della casa comune, come lui chiama il mondo. Speriamo ugualmente che il Papa possa proporre un’agenda, un impegno, al quale poi si possa dar seguito».

Ma qualcosa si muove: il presidente del Poder Judicial, Duberlí Rodríguez, ha inviato simbolicamente alla Conferencia Episcopal Peruana il Pacto de Madre de Dios por la Justicia Ambiental en el Perú, un impegno firmato da istituzioni pubbliche e private per migliorare la giustizia ambientale nel Paese.

Romina Rivera, coordinatrice nazionale del Movimiento Ciudadano frente al Cambio Climático conclude: «Molti politici vogliono approfittarsi dell’immagine del Papa, però non vogliono ascoltare né diffondere il messaggio che dà».

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