Parchi e paesaggio, la confusione aumenta dallo Stelvio in giù
[21 Luglio 2015]
Quella del Parco Nazionale dello Stelvio è una vicenda tornata in questi giorni sulle cronache perché a rischio di tripartizione. Già Napolitano rifiutò la firma del provvedimento che ora invece sta per tagliare il traguardo: da qui il pressing del Fai, Wwf, Legambiente, Federparchi sul ministro Galletti, che finora dei parchi non si è occupato neppure a tempo perso.
Intanto la Camera ha approvato il Ddl Madia – quello del silenzio assenso – che prevede la delega al Governo a disporre la ‘Confluenza nell’ufficio territoriale dello stato di tutti gli uffici periferici delle amministrazioni civili dello stato’. In soldoni significa che anche le soprintendenze confluiranno nelle prefetture, e che i sopraintendenti saranno sottoposti ai prefetti.
La Camera non ha gradito e ha impegnato il governo a salvaguardare queste competenze. Come? Confluiscono ma saranno autonomi dai prefetti? E’ il solito pasticcio. Confesso che per chi ha fatto l’amministratore locale ai tempi in cui ogni nostra decisione doveva essere ‘autorizzata’ dal prefetto, questi assetti fanno un certo, sgradevole effetto.
Ma ricordo anche quando i parchi i nulla osta sul paesaggio dovevano stabilirli con le sopraintendenze. Non fu una convivenza facile. Le cose cambiarono con la legge 394 del 1991, quando questa competenza in ambito paesaggistico fu riconosciuta ai parchi. Poi venne il nuovo Codice dei beni culturali, che cervelloticamente ai parchi tolse tutto per restituire il nulla osta ai comuni, con esiti su cui per carità di patria è meglio sorvolare. Eppure di questo nessuno parla, nonostante le cose per il paesaggio e per i parchi non vadano certo bene.
Insuperabile, tuttavia, sul ddl Madia resta l’articolo dell’Unità che secondo il suo direttore mette fine al modello ‘sovietico’ che resiste dal 1903. Sta infatti per crollare l’ultimo Paese sovietico d’Europa. Insomma, dopo la presa del Palazzo d’Inverno in piena estate ci siamo presi quelli delle prefetture.
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