Parchi, piove sul bagnato
[15 Febbraio 2018]
L’ultima sui parchi (ma non è detto) è il commissariamento deciso dal Presidente della Regione siciliana con 8 mesi d’anticipo rispetto alla scadenza e senza alcuna motivazione e giustificazione, del presidente del parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci (nella foto, ndr). Se qualcuno non lo ricordasse si tratta del presidente che ha subito attentati dalla mafia e coordina i parchi siciliani per conto di Federparchi. Che Antoci a chi sul territorio vorrebbe fare i suoi comodi – e non solo in Sicilia – dia fastidio è cosa nota e Musumeci dopo poco il suo insediamento ha voluto ricordarcelo. E ci è riuscito perfettamente. Una ragione in più – e non soltanto nelle terre di mafia – per rimettere mano alla svelta (e non per finta) al tema dei parchi e più in generale dell’ambiente e del governo territorio. Neppure la campagna elettorale purtroppo finora ci è riuscita.
Eppure i contesti regionali e quello nazionale restano contrassegnati da uno stato crescente di confusione. Sul piano nazionale il quadro è talmente incasinato che nessuno dopo le prossime elezioni, comunque vadano, può illudersi che si possa ripartire da dove erano arrivati ministero dell’Ambiente e Parlamento. Ma senza aspettare il voto neppure le regioni – comprese quelle che hanno saputo fare bene la loro parte – possono far finta di niente con i loro parchi, ma anche con gli altri che operano sul loro territorio. Qui si tocca con mano cos’abbia significato da parte del ministero e degli stessi parchi avere rinunciato ad una Conferenza nazionale per fare il punto sulla situazione dei nostri parchi e aree protette che viaggiano, malissimo, ognuno per conto suo.
Vorrà dire pur qualcosa se tra i pochi protagonisti impegnati oggi su questo fronte noi troviamo in particolare l’associazionismo ambientalista e reduci anche autorevoli e prestigiosi di stagioni politiche ormai passate. Meno male naturalmente c’è chi non demorde, ma è chiaro che urgono anche nuovi protagonisti istituzionali, politici e culturali.
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